Carlo Grossi, volontario di Dio – “Uno spedizioniere per il Cielo”

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Genova 30/10/1931  –  Savona 29/05/2016

Carlo Grossi nasce a Genova il 30 ottobre 1931; la mamma è casalinga ma lavora anche come sarta, il papà è un autotrasportatore. Oltre a Carlo allietano la famiglia il fratello maggiore Guido e le sorelle Palmira e Alfia.

Nonostante il periodo duro della guerra, la famiglia è unita e operosa; tutti i figli si impegnano: chi nello studio, chi nel lavoro. Carlo in particolare costruisce la sua professionalità nell’ambito del porto di Genova e si specializza nelle spedizioni lavorando come impiegato della ditta Corsiglia.

Le sue qualità umane e lavorative lo portano in breve tempo ad assumere incarichi societari sempre di maggior rilievo e successivamente gli permetteranno di avviare una propria impresa di spedizioni e consulenza in materia doganale.

Carlo riesce a coniugare l’attività professionale con un incredibile dedizione al mondo del volontariato e dell’impegno cristiano: Democrazia Cristiana, Azione Cattolica, MAC (Movimento Apostolico Ciechi), Disabili e Distrofici, sono le associazioni che lo vedono attivo in prima persona.

Entra in contatto anche con il Movimento dei Focolari, da poco tempo presente a Genova, ed è attivissimo dagli anni 60 in poi partecipando agli incontri della Parola di Vita e adoperandosi per la diffusione del periodico Città Nuova. Mette anche a frutto la sua professionalità per supportare le attività di spedizione di materiali in Camerun per il Progetto Africa.   Nei pochissimi momenti di tempo libero riesce a dedicarsi anche alla sua grande passione, la montagna, con il CAI e anche allo sport con il CSI.

Carlo è anche uomo di notevole cultura, trova il tempo per leggere moltissimi libri, sapendo citare a memoria persino passi della Divina Commedia.

In una vita tutta dedita al lavoro e al volontariato, l’Eterno Padre ha in serbo per lui una sorpresa speciale. Durante un fine settimana con i Disabili a Quiliano (Savona) nel 1975, conosce Norina, un’infermiera specializzata con cui condivide la passione per il volontariato e nel giro di 2 anni decidono di sposarsi.

Il matrimonio e la nascita della figlia Emanuela portano Carlo a rivedere certe priorità, per cui decide di trasferire la ditta da Genova a Savona per poter stare più vicino alla famiglia, anche se questo comporterà la perdita di alcuni clienti.

Continua il suo impegno nella Branca dei Volontari di Dio iniziato verso la fine degli anni ‘60, (nel 1970 aveva partecipato alla scuola per i volontari a Loppiano),  da cui trae alimento vitale per la sua vita spirituale, ma trova il modo di dedicarsi anche ad altre realtà, come la Caritas, la Stella Maris e i Terziari Francescani. E ancora, in ambito sociale, fondando la Protezione Civile e il frantoio comunale di Quiliano; anche in parrocchia partecipa attivamente come catechista.

La casa e i suoi beni sono aperti all’accoglienza, alla testimonianza, al dono.

Nell’aprile del 2017, la vigilia di Pasqua, si rende necessario un ricovero per disturbi che apparentemente sembrano solo conseguenze di una brutta influenza: in realtà si tratta di un male aggressivo e incurabile. La sua risposta è un SI’ immediato e senza tentennamenti a Gesù Abbandonato.

In ospedale non perde tempo: si adopera per aiutare un nipote negli studi, interrogandolo; appena possibile organizza tutto il necessario per poter essere curato a casa e non gravare troppo sui familiari.

Carlo è il primo a sinistra

Il 29 maggio 2016 il suo cuore generoso si ferma.

La figlia Emanuela, rivolgendosi ai volontari del nucleo del papà, dice: “Grazie di cuore. Papà avrebbe voluto una S. Messa per il suo funerale all’insegna dell’allegria e non della tristezza, perché sicuramente nei cieli avranno fatto una grande festa nell’accoglierlo”.

Alcune frasi trovate negli scritti di Carlo:

A un volontario di Genova “ …bisogna sempre salvaguardare la concordia e l’unità con tutti, anche a costo di rinunciare al nostro punto di vista.”

Al Consiglio Diocesano : “L’ha detto Gesù stesso: – Da questo riconosceranno che siete miei discepoli se avrete amore gli uni per gli altri. – Invece bisogna constatare che per diffondere il Regno di Dio si fa troppo affidamento a metodi sociologici e di propaganda in uso in questo mondo anziché alla carità fraterna.”

Un  sintetico racconto di una sua esperienza: “ Ogni tanto mi fanno visita i Testimoni di Geova; sono brave persone, la conversazione è interessante. Alla fine però ognuno rimane della propria convinzione. Su un loro libretto si spiega che la Trinità non esiste; la risposta l’ho trovata nei Padri della Chiesa: come due coniugi se si amano tra di loro con amore soprannaturale devono “per forza” riversare il loro amore su un terzo, i figli o il prossimo. Se Dio fosse unico sarebbe un solitario, un puro individuo, una sola onnipotenza, quindi impossibilitato di comunicazione, di amore.

               A cura del nucleo di Savona  

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