9 Risposte a “CATTOLICI IN POLITICA: QUALE IMPEGNO?”

  1. Sono favorevole ad entrambi i quesiti. Infatti per quanto mi riguarda l’importante è, mettersi in gioco, buttarsi in pista. Mi sembra che molte volte noi cristiani restiamo ai margini perciò qualunque sia la forma di attivismo politico , l’importante è che ci sia. Sarebbe opportuno ci fossero anche persone in grado di formare chi sente questa vocazione in ambito cristiano . Saluti

  2. Io voto b): esistono tante sensibilità nel modo cattolico e nel tempo delle post-ideologie forse un partito di “soli” cattolici non risponderebbe alla sfide della società. Interessante anche l’osservazione di Fabrizio: c’è bisogno di formazione per chi vuole impegnarsi.

  3. Anch’io voto b) e sottoscrivo quanto detto da Alberto. Anche perché non basta avere l’etichetta di cattolici per essere automaticamente credibili, competenti, onesti, lungimiranti, ecc. Un partito con l’etichetta di “cattolico” (esplicita o implicita) nuocerebbe inevitabilmente allo stesso messaggio cristiano che potrebbe essere identificato con le scelte e i comportamenti dei membri del partito.
    Invece potrebbe essere utile, secondo me, una specie di forum: un luogo dove confrontarsi su temi importanti, anche cercando se possibile soluzioni o proposte condivise, aperto a tutti coloro che, pur da posizioni partitiche diverse, hanno a cuore la passione per la città e per il bene comune.
    Riguardo alla formazione a Genova ci sono varie possibilità: la scuola diocesana di formazione politica, la scuola dei Gesuiti “Poliedri”, la scuola di politica di Enrico Letta, …

  4. Dopo alcuni discorsi fatti al “ritiro” di ieri scrivo anch’io qualche riga per confermare (anche se mi pareva ovvio…) che l’opzione in argomento (“nuovo” partito cattolico ovvero “diaspora” dei cattolici) non è questione da affrontarsi e risolversi a breve (ad esempio, prima delle elezioni europee, cosa ovviamente impossibile), ma in prospettiva. Ciò, anche se bisogna certo “premere sull’acceleratore”…Per la cronaca, informo che su “Avvenire” di sabato 12 gennaio scorso Giorgio Campanini è ritornato su questo argomento, ha riproposto l’idea della “fondazione” (mentre l’idea di un apposito “forum civico” per gli stessi scopi viene dal card. Bassetti) e si è comunque già pronunciato a favore di un nuovo partito che affondi le sue radici nei valori evangelici, e quindi anche genuinamente “umani”, e pertanto “aperto” ad ogni forma di utile e positiva collaborazione. Non un partito con l’etichetta di “cattolico” (tanto meno esplicita), Marisa, ma un partito anche minoritario che difenda e sostenga ogni autentico valore umano. Alcuni “di noi”, ieri, erano dello stesso avviso, anche perchè, dicevano (e in questo io non sono del tutto d’accordo), i credenti “sparpagliati” non riescono minimamente a incidere. In ogni caso, io spero che si addivenga al più presto alla creazione di uno “spazio” (una nuova “Camaldoli”) dove discutere e decidere in merito. Ma…”in unità” (cosa che, credo, dovrebbe avvenire presto). Lo Spirito Santo si occupa anche di politica…Grazie a tutti per la sensibilità e per le risposte! Paolo V.

  5. Premesso che sempre di partiti parliamo, cioè parti, a me sembra che, in teoria, nelle istituzioni si possono ottenere gli stessi risultati sia con la soluzione 1 che con la 2, perchè essere “aperti ad ogni valido contributo” oppure “aperti ai valori umani” comportano lo stesso impegno e la stessa preparazione umana, sociale e politica.
    Detto questo, personalmente preponderei per la soluzione 1 in quanto il tuo essere e vivere da cristiano ti impegna in prima persona (anche come partito), mentre la soluzione 2 lascia in secondo piano.
    Saluti GZ

  6. il caso 2) ovviamente. Ed è anche palese quasi matematicamente esatto.
    Il primo è vintage e pertanto non avrebbe adesioni. E’ anacronistico pensare ad esempio ad un PCI (partito cristiano italiano) che fa una campagna politica contro il MSI (Muslim Sindicate Italian)
    Scherzi a parte essere cristiano oggi è sopratutto vivere da tale e quindi applicare il tuo essere cristiano nel tuo ambiente.
    E vivere le tue idee da cristiano. Anche nel tuo gruppo di amici della politica. Anche sul lavoro.
    Vedo con diffidenza e preoccupazione gente che si dice cristiana e poi propaganda idee contro il prossimo o idee di chiusura verso l’accoglienza o il diverso.
    Quindi ritornando all’esempio di cui sopra …. se sei del PCI ti chiudi per antonomasia e non puoi essere aperto per accettare un MSI.
    Credo quindi in un movimento di opinione che insegna a essere cristiani in modo semplice come ad esempio:
    – Non rubare ( sulla nota spese della trasferta di lavoro)
    – Non accettare lavori in nero
    – Paga i contributi …
    ma anche dedica il tuo tempo al prossimo, impegnati sul sociale ecc
    Condivido quindi l’idea di condividere le idee: il Forum di cui diceva M.L.A.
    Un gruppo dove condividere e trovare soluzioni e proposte.
    Un gruppo aperto, anzi apertissimo.
    Proprio per testimoniare e spargere fiducia e consenso.

  7. Si parla da tempo di un nascente “partito dei vescovi “,pensato per avversare l’attuale status quo politico,sapendo bene che almeno nell’immediato futuro si consolidera’ ancor piu’. Mi chiedo per tanto quale sia la vera ragione della sua eventuale costituzione, e la mia sensazione e’ che che si vogliano difendere e preservare quelle realta’ di relazioni economiche e di potere decisionale, estrapolandoli direttamente dalla camera ardente del PD. Al di la dei soliti slogans di rito, vorrei conoscere le proposte ed i loro contenuti. I tempi di don Sturzo e di De Gasperi,impropriamente messi in mezzo, sono lontanissimi ed irripetibili,e questa formazione, credo sarebbe facilmente letta come una lobby a difesa degli interessi ecclesiastici. Il che, tenuto conto del recente controverso contributo politico apportato, non mi sembra proprio un gran vantaggio, per cui,caso mai, per me, certamente e’ migliore l’opzione B.
    Salutissimi a tutti.

  8. Sento che creare un partito cattolico sia una impresa. Oggi occorre risvegliare le coscienze e richiamare ai valori umani più genuini, non con le prediche ma con il nostro comportamento personale in qualsiasi posto ci troviamo, per questo credo che occorra formarsi personalmente al bene comune e operare nell’ ambiente in cui ci troviamo, solo così si trasforma la società.

    Con questo nel cuore occorre essere attenti a ciò che succede ed essere pronti a operare per il meglio.

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