DON VITO, L’ ARTE DI CAPIRE E DARE A TUTTI CONSOLAZIONE E SPERANZA

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Minuto nel letto d’ospedale in quel reparto – il B2 del Galliera – don Vito pareva  assorto, sprofondato in un’attesa  che andava compiendosi. Eppure appena incrociavi i suoi occhi sul suo volto sbocciava un sorriso bellissimo.

Don Vito è stato capace ad accogliere ognuno dei tanti che sono andati a salutarlo fino all’ultimo istante. E’ stato capace perché sempre è stato capace ad accogliere tutti coloro che si sono avvicinati a lui. Ognuno che ha incontrato questo prete minuto, apparentemente semplice è stato accolto e condotto nella sua intimità più profonda. Quasi trascinato in quel segreto che custodiva nel suo cuore, perché a tutti don Vito voleva donare il suo segreto: Dio. Nient’altro, non le sue qualità umane, ed erano tante, non le sue conoscenze teologiche, niente di tutto questo. Ma Dio solo per don Vito è stato il tutto della sua vita e questo lo ha fatto grande. Prezioso dono per tanti.

Tanti in questi giorni hanno ricordato particolari significativi: «Aveva un rispetto profondo non imponeva mai nulla, ma lasciava che ognuno maturasse le idee giuste da dentro, nel modo opportuno e con il tempo dovuto. Un amore il suo che scardinava ogni tipo di difesa, perché don Vito aveva l’arte di capire e dare a tutti consolazione e speranza».

Don Vito nasce a Rovello di Mongiardino Ligure in provincia di Alessandria il 9 febbraio 1929, studia nel seminario di Genova e viene ordinato sacerdote il 29 giugno 1954. La sua storia personale è intimamente legata alla spiritualità del Movimento dei focolari che conosce durante un pellegrinaggio a Lourdes nel 1960: «dormivo nella stessa camera di don Adolfo Raggio di Chiavari, la sera mi leggeva un libro dal titolo Meditazioni  senza citare il nome dell’autrice, Chiara Lubich. Rimasi fortemente colpito dal brano che inizia con: «Se siamo uniti, Gesù è fra noi. E questo vale più di ogni altro tesoro che può possedere il nostro cuore…. Anche questa è l’ora sua. Non tanto di un santo, ma di lui; di lui tra noi… Nulla vale di ciò che facciamo se non vi è il sentimento di amore per i fratelli, perché Dio è Padre ed ha nel cuore sempre e solo i figli».

A don Vito quella pagina cambierà tutto il suo modo di essere prete. «Mi si evidenziava dirà, che potevo celebrare riti e culto, ma se non avevo a cuore i miei fratelli avrei reso monca la mia missione. Da don Raggio sa che sono già migliaia che vivevano tali realtà; e che anche lui poteva vivere così, con Gesù spiritualmente presente. Di qui il desiderio di fare vita in comune con chi aveva accolto tale carisma. «Gesù tra noi cambiava tutto: al posto delle nostre vedute limitate e delle programmazioni a tavolino, ci faceva uomini del dialogo».

Matura in lui una forte passione per la chiesa, la ricerca del dialogo a tutto campo, la perseveranza confidente nelle prove più dure. La testimonianza luminosa nell’amore che sa soffrire. Quando in Diocesi si  creano le condizioni favorevoli per far vita comune con un altro sacerdote, nasce il primo focolare sacerdotale in Liguria, e si apre anche una mensa comune per altri preti. Presto a quel primo nucleo si uniscono altri sacerdoti che vivono la spiritualità di comunione.

 Stimato e apprezzato per la sua profondità spirituale dai Vescovi della chiesa genovese don Vito riceve parecchi incarichi. Oltre a Canonico di N.S. del Rimedio, Vicario cooperatore a Isola del Cantone , a N.S. di Prato, Cappellano delle suore Agostiniane di Sturla, Promotore di giustizia del Tribunale Ecclesiastico, Canonico della Cattedrale, Difensore del Vincolo e Promotore di Giustizia del Tribunale ecclesiastico Ligure e di quello Diocesano, Vicario Giudiziale aggiunto del tribunale ecclesiastico Regionale Ligure.

 Ma don Vito è stato sempre quell’uomo profondamente proiettato in Dio, maestro straordinario per il suo modello di una vita spesa per l’umanità tutta. Chiunque lo avvicinava dopo poche battute lo sentiva “suo”, pienamente accolto nel suo cuore di pastore che ama tutti senza misura perché «se non avevo a cuore i miei fratelli avrei reso monca la mia missione».

 Scrive nel testamento: «Ho tante volte ripetuto al Padre per Gesù nello Spirito: “Tu non puoi non portarmi in Paradiso, perché devo dirTi grazie per tutta l’eternità”. Questa supplica la affido alla Mamma nostra Maria e ai tanti fratelli già “arrivati”. Confido che per l’infinita misericordia possa essere esaudita».

Arrivederci don Vito, ora che sei in Dio continua a sorriderci, ad accogliere ognuno che cerca un cuore capace di amare.

Silvano Gianti


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Don Vito Chiesa ci ha lasciato giovedì 05 ottobre 2017, leggi anche:

DON VITO CHIESA HA CONCLUSO IL SUO SANTO VIAGGIO (con varie impressioni…)


Riportiamo nell’ articolo le Impressioni che sono state inserite come Commenti:

  1. L’ho conosciuto nel 1977, quando é venuto nella parrocchia del Rimedio come assistente dei giovani. Siamo stati subito tutti colpiti dall’autenticità della sua grandissima Fede, nella dua capacitá di amare che non avevo mai visto realizzarsi così concretamente in nessun sacerdote prima. Mi ha fatto conoscere un Gesù che non conoscevo, un Vangelo che si poteva non solo leggere o sentire in chiesa ma vivere attimo per attimo. Oggi posso dire, attraverso di lui, di aver sperimentato l’ amore particolarissimo di Dio su di me.
    Ora sono sicuro che in Paradiso ha ritrovato Chiara e tantissimi amici, ma tanti altri ne ha lasciato di qua, orfani ma fiduciosi di rivederlo un giorno. Grazie, Vito, per avermi fatto conoscere così da vicino l’Amore.

  2. Un gigante della Fede, innamorato di Chiara e di Dio Amore . Lascia una immensa scia di amore dietro di se’.

  3. Ho conosciuto Vito quando è tornato come parroco nella chiesa N.S. di Lourdes dove rimasto 10 anni. Per Maria Teresa è stata una gioia, le aveva dato la prima comunione. Io stavo attraversando un periodo particolare ero critico e non condividevo alcune cose della chiesa e mi stavo allontanando. A poco a poco si è avvicinato a me mi ascoltava in un modo mai sperimentato capivo che in quel momento l’unica cosa che importava a lui ero io, mi guardava fisso negli occhi che sprizzavano amore. In poco tempo mi ha conquistato e addirittura coinvolto nelle opere parrocchiali…..sono stati 10 anni di vita vissuta intensamente sperimentando l’amore reciproco. Quando ci incontravamo per qualche occasione era solito dirmi:” Mamma mia Lau quante avventure… fratellone mio”.
    Appena saputo del suo malore in montagna, siamo andato a trovarlo subito al convitto e come sempre ci ha lasciato con un ricordo pieno d’Amore ci a recitato a memoria uno scritto di Chiara. In questi ultimi giorni anch’io avevo qualche problema di salute ed offrivo tutto per lui anche qui un sottile filo conduttore ci univa. Grazie Vito Fratellone mio.
    Laureano

  4. Anche io ho conosciuto don Vito da giovanissimo. Ancor prima di conoscere l’Ideale. Lui era curato (quando ancora c’erano i curati nelle parrocchie) nella chiesa N.S. di Lourdes alla Canova di Prato. Il parroco era don BRUNO Cattani. Mi ricordo il fuoco con cui ci parlava di Gesù Eucarestia. Allora c’erano gli Aspiranti dell’A.C. e seguivamo quella linea. Mi ricordo quando lo accompagnavo a piedi a Serino da sua sorella.
    Che meraviglia che è stato don Vito !

  5. Sono certa che le porte del Paradiso si sono spalancate per il suo arrivo caro Don Vito Mi manca e mi mancherà terribilmente Vegli su di noi in modo che questo sia solo un arrivederci Grazie di tutto

  6. Ringrazio Dio di aver incontrato don Vito: il suo sorriso splendente era il segno del suo Amore grande…

  7. Carissimo d. Vito, quanti ricordi mi legano a te! Le nostre vacanze di Lignod in Val d’Aosta…le ricordo come momenti di luce e vera ricreazione.
    Tu, con le tue profonde conoscenze botaniche e floreali in particolare, ti divertivi nei momenti di sosta nelle nostre escursioni, a dare a ciascuno di noi con molta arguzia il nome di un fiore…”Ranuncolo”, “Anfissa”, “Altea”, “Agrifoglio”, “Ardisia”…e che abbinavi a ciascuno a seconda del nostro mondo interiore che tu con profondo intuito riuscivi a cogliere …
    E quella volta che mi chiamasti, dopo la celebrazione domenicale della Messa con tanta gente…”…Adolfo, vorresti anche tu dire “una parola”? Mi cogliesti di sorpresa. Lì per lì ero molto a disagio…ma il tuo disarmante sorriso mi mise a proprio agio e…parlai. Alla fine ero davvero felice di avere collaborato con te e fare felice tanti…
    Grazie d. Vito e…spero, arrivederci in Paradiso!

    Quante testimonianze dell’amore “mariano” di don Vito “Maria” ci sarebbero da mettere in risalto a lode di Dio che ce lo ha donato!
    Voglio ricordare una delle tante caratteristiche del suo amore. Quando qualcuno, specialmente se sacerdote, esprimeva un giudizio o una opinione, ad es. sulla chiesa, a noi veniva da reagire bruscamente. Don Vito prendeva la parola e senza giudicare, rispettando molto la persona, a poco a poco riportava il “fratello” su una posizione positiva. E il fratello, non giudicato, cambiava completamente atteggiamento. Se non c’era invece don Vito, in genere, le posizione si radicalizzavano a discapito della fraternità che per don Vito era il “prima di tutto” della volontà di Dio. Don Bruno

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Una risposta a “DON VITO, L’ ARTE DI CAPIRE E DARE A TUTTI CONSOLAZIONE E SPERANZA”

  1. Quante testimonianze dell’amore “mariano” di don Vito “Maria” ci sarebbero da mettere in risalto a lode di Dio che ce lo ha donato!
    Voglio ricordare una delle tante caratteristiche del suo amore. Quando qualcuno, specialmente se sacerdote, esprimeva un giudizio o una opinione, ad es. sulla chiesa, a noi veniva da reagire bruscamente. Don Vito prendeva la parola e senza giudicare, rispettando molto la persona, a poco a poco riportava il “fratello” su una posizione positiva. E il fratello, non giudicato, cambiava completamente atteggiamento. Se non c’era invece don Vito, in genere, le posizione si radicalizzavano a discapito della fraternità che per don Vito era il “prima di tutto” della volontà di Dio. Don Bruno.

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