Certamente, secondo un noto “titolo” di Piero Pasolini (“L’avvenire migliore del passato”). E, si noti, Pasolini faceva riferimento non solo ai progressi della scienza e alla loro ricaduta sulla vita materiale degli uomini…E’ alla luce di tali considerazioni che un’affermazione di Gesù (che si era chiesto se, al suo Ritorno, avrebbe trovato la Fede sulla Terra) appare meno allarmante. Ma lasciamo ai teologi gli approfondimenti e le discussioni in materia. A noi basta credere che Dio è onnipotente, che è Amore ed è Padre.
In questo scritto vorrei dire qualcosa su un argomento, attinente sempre le “cose celesti” e quindi a me caro, ma (se fosse ancora tra noi) caro anche al “nostro Piero” che, fisico di prim’ordine, ogni tanto parlava di tali cose al Centro Mariapoli di Castelgandolfo, scatenando l’entusiasmo dei presenti. Ho la speranza che quanto dirò sia di gradimento per qualcuno, come mi è parso di capire dalle parole rivoltemi in un recente incontro da lettori di questo sito.
L’argomento riguarda le cosidette onde gravitazionali. Le avevo citate tempo addietro, in un articolo dal titolo “Missionari nel cosmo?”. Previste come ipotesi, un secolo fa, nella teoria della Relatività Generale di Einstein, sono state “osservate” per la prima volta nel settembre 2015 e in tre successive occasioni (delle quali l’ultima è del 4 gennaio 2017). Sono date da “increspature” del “tessuto” spazio-tempo, che permea tutto il nostro universo, e sono generate dai più violenti fenomeni che avvengono nel cosmo, come la fusione di stelle
di neutroni, la collisione di buchi neri (e cioè di grandi stelle nella fase finale) o lo stesso Big Bang che ha dato origine all’universo. Le “onde” finalmente osservate (e che hanno giustamente fruttato il Premio Nobel 2017 per la Fisica agli scienziati statunitensi Kip Thorne, Barry Barish e Ray Weiss) sono state tutte prodotte dal processo di fusione di due buchi neri in un unico buco nero ruotante più massiccio. Erano partite dalle anzidette “increspature” da una distanza da noi abissale (si calcola da un miliardo a tre miliardi di anni luce).
La scoperta delle onde gravitazionali (considerata dagli esperti come la scoperta del secolo) ha inaugurato un nuovo modo di studiare l’universo. Ora infatti i grandi impianti di captazione delle onde o “interferometri” (attualmente tre, di cui due negli USA e uno a Càscina, presso Pisa, ovviamente vanto dell’Italia) si affiancano ai telescopi, ai radiotelescopi e agli altri strumenti che cercano di captare i “suoni” e le “luci” che fenomeni astronomici pure lontanissimi da noi emettono nel loro compiersi.
Parlavo sopra dello scritto “Missionari nel cosmo?”. E dicevo in esso che sì, forse un giorno l’uomo potrà davvero volare nel cosmo (ad annunciare la Buona Novella?). Ciò grazie alle “scorciatoie” che potrebbero essere individuate nello spazio-tempo e che accorcerebbero i tempi del percorso che deve affrontare un’astronave che viaggia verso altre stelle della nostra galassia o verso altre galassie. Tali scorciatoie sono ormai conosciute col nome di wormhole, dal nome del buco che il verme fa in una mela, passando da una parte all’altra di essa. Ebbene, il consulente scientifico del film Interstellar, in cui si parla anche di tali “buchi” (sinora solo un’ipotesi scientifica) è proprio Kip Thorne, e cioè uno dei tre grandi fisici ultimamente insigniti del Premio Nobel.
Chiedo scusa per la lunghezza di questo scritto. Ma l’argomento è per me (e, spero, non solo per me…) affascinante. Confesso allora di aver letto con commozione l’Antifona d’ingresso della Messa dell’11 ottobre: “Tu hai fatto tutte le cose, il cielo e la terra, e tutte le meraviglie che vi sono racchiuse. Tu sei il Signore di tutto l’universo”.
Spero che un giorno noi tutti, sfumate le nebbie dell’ignoranza, pieni di stupore e di gioia, in ginocchio e con le braccia alzate Ti loderemo e ringrazieremo per sempre!!!
Paolo Venzano
Grazie Paolo, molto interessante, Oscar