“AMORIS LAETITIA”
l’ Esortazione apostolica postsinodale sull’amore nella famiglia.
Sabato 9 aprile ero in Piazza S. Pietro, papa Francesco svolge la tradizionale udienza giubilare: ci sono anch’io, col gruppo dei giornalisti della Fisc, la federazione italiana dei settimanali cattolici arrivati da tutta Italia per il Giubileo, oltre ad una infinità di persone.
Tra questi un gruppo di 50 donne e transessuali, provenienti da dieci Paesi, che hanno conosciuto l’esperienza della prostituzione e della tratta. Finita l’udienza si è diretto con forza verso di loro salutando ognuno con un «significativo abbraccio» per incoraggiarli nell’impegno a «ritrovare una vita libera». Venivano da Reggio Emilia ed erano guidati dall’associazione Rabbuni (Maestro), diretta da don Daniele Simonazzi. Mercoledì, invece sempre a San Pietro, il papa aveva incontrato 85 divorziati risposati appartenenti all’associazione di Fossano «L’anello perduto».
In questi giorni è stata presentata l’Esortazione apostolica postsinodale sull’amore nella famiglia. La “Amoris Laetitia”. Una magna charta per l’incontro della Chiesa con ogni esperienza di amore: sia quello felice sia quello tribolato e irregolare. Un testo che come dice il papa stesso si ispira alla «logica della misericordia pastorale, che vuole «integrare tutti» nella vita della Chiesa. 
Amoris Laetitia è la sintesi dei lavori dei due Sinodi sulla famiglia quello straordinario del 2014 e quello ordinario di questo autunno. E lo scopo di questo testo che ripercorre tutte, davvero tutte le problematiche riguardanti il matrimonio e la vita di coppia non è cambiare la dottrina ma ricontestualizzarla al servizio della missione pastorale della Chiesa.
Parole molte belle e toccanti il papa le rivolge ai battezzati che vivono in una seconda unione: «Devono essere integrati e non esclusi». Ma tutte le situazioni familiari non “regolari” vengono percorse e “comprese” da questa lettera che in pratica dice l’amore personale di Dio per ciascuno.
Solo l’amore di Dio e l’amore tra gli uomini può spiegare il mistero della famiglia e aiutare a risolvere i problemi che l’attraversano. Quindi è un incoraggiamento a ciascuno a dare fiducia, credere alla buona volontà dei singoli, dare assoluta centralità al rispetto delle «coscienze dei fedeli, che tante volte rispondono quanto meglio possibile al Vangelo in mezzo ai loro limiti e possono portare avanti il loro personale discernimento davanti a situazioni in cui si rompono tutti gli schemi. Siamo chiamati a formare le coscienze, non a pretendere di sostenerle».
di Silvano Gianti