Risale al 787 dopo Cristo, quando venne celebrato il Concilio di Nicea, l’ultimo incontro delle chiese ortodosse. Era il 2014, a 12 secoli di distanza, i capi di tredici chiese ortodosse avevano deciso che il 2016 sarebbe stato l’anno del Santo e Grande Concilio pan-ortodosso, la riunione dei Patriarchi e degli arcivescovi di tutte le chiese che compongono la vasta e complessa galassia ortodossa. Un avvenimento storico.
La notizia fu accolta con grande clamore ed entusiasmo e avevano deciso che il Concilio si sarebbe tenuto a Istanbul, presso la cattedrale di Hagia Irene. Ora però Volokolamsk Hilarion, metropolita della Chiesa ortodossa russa, mette in dubbio data e luogo.
E’ ancora troppo presto per dire che il Concilio pan-ortodosso si terrà a Pentecoste e cioè a partire dal 19 giugno: “La data sarà stabilita in funzione del grado di preparazione dei documenti necessari”. Dal 2014 al 2015 si sono svolte una serie di “Sinaxis” ed incontri preparatori.
Il prossimo incontro dei Primati delle Chiese ortodosse si sarebbe dovuto tenere a fine gennaio a Istanbul ma il precipitare delle relazioni diplomatiche tra Turchia e Mosca a causa della Siria ha messo in discussione la scelta di Istanbul come sede dell’incontro che probabilmente verrà spostato in Svizzera dove il Patriarcato ecumenico ha un centro.
La decisione finale sulla data e il luogo dovrà essere presa “all’unanimità dai primati di tutte le Chiese ortodosse”.
Ma i problemi non sono solo relativi alla Russia. Anche le relazioni tra il Patriarcato di Costantinopoli e la Chiesa di Grecia è tesa. Secondo l’agenzia russa Ria Novosti e prima ancora l’a
genzia greca Romfea, l’arcivescovo Ieronymos II di Atene avrebbe declinato l’invito a partecipare all’incontro di gennaio. Tra gli impedimenti vi è anche la rottura della comunione eucaristica tra le Chiese ortodosse locali di Antiochia e Gerusalemme.
Un cammino tutto in salita che però il Patriarca Bartolomeo ha tutte le intenzioni di percorrerlo fino alla fine. “Si tratta infatti di un evento storico nella vita della nostra Chiesa” ha detto Bartolomeo. Ha chiesto ai giovani di pregare “affinché – scrive – testimoniando la vitalità della chiesa ortodossa e l’unità dei suoi membri, si possa anche agire per l’avvicinamento dei cristiani e alla loro unità ritrovata”.
“L’evento è storico – ha dichiarato all’Agenzia Sir monsignor Piero Coda, membro della Commissione Teologica Internazionale e della Commissione mista internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa Cattolica e la Chiesa Ortodossa – innanzi tutto perché è la prima volta nella storia che, dopo la rottura della piena comunione tra la Chiesa di Roma e quella di Costantinopoli nel 1054, si celebra un Concilio che vede radunati i Patriarchi e i rappresentanti di tutte le Chiese ortodosse”. Il teologo cattolico spiega che “le sfide sono soprattutto due: quella, da un lato, di promuovere il consenso tra le Chiese sorelle dell’ortodossia che si riconoscono in comunione nella stessa fede, ma che al tempo stesso godono ciascuna di autonomia e sono fortemente radicate in specifici contesti nazionali, culturali e sociali; e quella, d’altro lato, di trovare la convergenza su alcune questioni canoniche e pastorali di fondo, nel rispetto di queste peculiarità storiche e delle non piccole questioni politiche che investono le regioni del mondo (dal Medio Oriente all’ex Unione Sovietica e all’Europa dell’Est) in cui queste Chiese vivono”.
Riunire attorno ad uno stesso “tavolo” i rappresentanti di tutte le Chiese ortodosse potrebbe avere anche delle conseguenze dal punto di vista ecumenico, nel dialogo in particolare con la Chiesa cattolica di Roma. “E’ della massima rilevanza il fatto – conferma Coda – che le Chiese dell’ortodossia possano riaffermare e promuovere la comunione tra loro come premessa e trampolino di lancio per un’accelerazione a ragion veduta del cammino di unità con la Chiesa cattolica”. Il teologo Coda aggiunge: “Il favore e la simpatia con cui, in genere nel mondo ortodosso, si guarda a Papa Francesco e, in particolare, al suo pressante invito a un cammino sinodale della Chiesa a tutti i livelli, così come il lavoro – non facile, ma perseverante – della Commissione teologica mista cattolico-ortodossa sul tema del rapporto tra primato e sinodalità, alimentano con vigore la speranza”.
Silvano Gianti
Grazie di questo bel contributo alla conoscenza delle altre chiese.