Mario Campogrande (1938 – 2018)
Mario nasce in una famiglia di tradizione cattolica, ma poco praticante; anche lui, dopo la Prima Comunione e la Cresima, smette di frequentare la Chiesa.
Appassionato di calcio, fin da ragazzo è attratto dal mondo del pallone, animato dal classico entusiasmo giovanile; per questo non si applica molto nello studio, ma si diploma ugualmente ragioniere. L’accesso al mondo del lavoro gli riesce facilmente ed in breve tempo trova un impiego in banca.
A ventitre anni si sposa con Graziella e dopo cinque anni di matrimonio arriva, tanto attesa e desiderata, una bella bimba, a cui mettono il nome di Monica.
Intanto, soprattutto per far contenta Graziella, Mario riprende a frequentare la Chiesa, anche se il suo rapporto con Dio rimane per lo più formale.
In famiglia non ci sono particolari problemi: né di salute, né di tipo economico e la vita procede normalmente, tanto che a Mario viene spontaneo rivolgere, ogni tanto, un pensiero di gratitudine a Dio.
Poco prima della nascita di Monica, lui e Graziella avevano conosciuto il Movimento dei Focolari e successivamente si inseriscono in Famiglie nuove. La disponibilità, che è una delle caratteristiche di Mario, si affina sempre di più, diventando autentico spirito di servizio verso chiunque. Essendo un uomo molto pratico e con buone capacità, riesce a soddisfare le richieste che gli giungono da più parti, facendo contente tante persone.
All’età di quarant’anni improvvisamente viene colpito da un’emorragia cerebrale.
In questa dolorosa circostanza gli è di grande aiuto la fede e l’unione con Gesù; lo sostengono il forte rapporto con la famiglia, la consolidata decisione di abbracciare la Volontà di Dio anche nella sofferenza, la vicinanza fattiva e la preghiera di tante persone del Movimento.
Bello il suo rapporto con i malati che si succedono nella camera dell’ospedale: dapprima non facili, ma poi, grazie alla sua cordiale apertura, amichevoli e addirittura quasi familiari. Poi, grazie a Dio, il miglioramento e il graduale ritorno alla vita normale, con la ripresa dell’attività lavorativa.
E’ in questo periodo che Mario scopre la vocazione del volontario e vi aderisce con semplicità.
Alcuni anni dopo, la scoperta della malattia di Graziella, accompagnata da senso di impotenza di fronte alla gravità della situazione; l’aiuto di Dio e la serenità di lei incoraggiano Mario ad accettare e ad affrontare questa nuova difficile circostanza.
Trascorrono così circa tre anni, con alti e bassi, ricadute e riprese, timori e speranze: un lungo periodo in cui Mario è ogni giorno accanto alla moglie, lasciando anche il lavoro per poterle stare sempre vicino.
Mario scrive: “Uscendo dall’ospedale passavo in chiesa…, mi ritrovavo ad offrirmi al posto di Graziella perché avvenisse il miracolo. Da lì prendevo anche la forza per mantenermi sereno e affrontare il peso di ogni giorno… Col peggiorare delle sue condizioni, sentivo che solo assicurandole la presenza di Gesù fra noi potevo veramente aiutarla. Poi la sua partenza e in me la pace di chi è certo che tutto è compiuto”.
Gli anni che seguono alla morte di Graziella, sono segnati da una decisa crescita spirituale che scaturisce da un intenso rapporto con Dio e da una continua ricerca della Sua Volontà.
Nel maggio del ‘90 Mario viene chiamato a far parte della segreteria di U.N. a cui per 4 anni darà il suo contributo con lo spirito di servizio che lo contraddistingue.
Nel ‘94 il matrimonio con Tiziana, dono di Dio lungamente chiesto e impegno condiviso a fare della loro famiglia un focolare. Insieme sono chiamati a seguire il dialogo ecumenico e fanno parte del gruppo diocesano per l’ecumenismo. Alla notizia del suo ritorno al Padre così scrive il Centro Uno: “…ora abbiamo un altro forte protettore e promotore per tutto quello che facciamo per l’unità dei cristiani: Mario si è speso con così tanto amore, dedizione, umiltà a questo scopo dell’Opera che gli chiediamo di aiutarci dal Cielo, passandoci il suo stesso zelo e passione”….
A settembre del 2016, le prime avvisaglie della malattia e la necessità di un intervento invalidante, che lo portano in fin di vita. Non si lamenta mai, ma accoglie con il suo solito sorriso, che poi tutti ricorderanno, i tanti che gli sono vicini. Ritornato a casa, riprende con normalità la vita di ogni giorno, sempre disponibile e sereno, anche quando, per la ripresa della malattia, deve affrontare la chemio.
Il 26 novembre torna alla casa del Padre. Per il suo funerale la chiesa è gremita ed è una testimonianza di fede. Scrive una collega di Tiziana: ”Ho visto tanto amore intorno a te e a Mario, tanti amici, una bella famiglia e tanta straordinaria gioiosa fede. Avete donato amore e amore vi è ritornato”.
Alcuni flash dei tanti messaggi arrivati:
Un sorriso dolcissimo e una grande luce sul volto: armonia e semplicità dei puri di cuore.
La sua mitezza e umiltà mi hanno sempre colpito.
Nel ricordo di Mario, della sua dolcezza, della dedizione al suo impegno.
Assiduo a tutti gli incontri ecumenici: sempre gentile, disponibile, discreto.
Mario certamente era ben preparato all’Incontro.
Fratello maggiore che mi suggerisce la “Strada”.
Ringrazio il Signore per avermelo fatto conoscere e apprezzare.
Coi i suoi occhi buoni e il sorriso, a volte stanco, con gli occhi che si illuminavano quando mi dava il segno della pace.
Per ringraziarlo di tutto l’amore che ha avuto.