Sì, urge UNA ri-costituente…ma, considerata l’ ininterrotta e pressante sollecitazione del card. Bassetti, urge anche UN ricostituente, se è vero che i cattolici italiani stentano a muoversi nel senso auspicato dalla Chiesa. Ancora ultimamente il presidente dei vescovi ha affermato che “occorre guarire l’Italia e l’Europa, costruire una stagione alta e nobile del Cattolicesimo politico che metta al centro l’incrollabile dignità dell’uomo nella lotta contro la povertà e ogni rigurgito razzista”.
Oggi sappiamo che buona parte dei cattolici si riconosce nelle forze politiche al governo. E che lo fa senza particolari difficoltà. Con aspettative diverse, naturalmente, in relazione alle “promesse” ricevute in campagna elettorale e anche dopo.
Ma quando penso che ancora l’11 febbraio scorso un barcone con più di cento di migranti alla deriva nel Mediterraneo, dopo aver chiesto aiuto ad Alarm Phone (il telefono d’emergenza gestito da un gruppo di volontari) e attraverso questo alla Guardia costiera italiana, è stato alla fine riportato in Libia (come a dire all’inferno…) dalla cosiddetta Guardia costiera libica, ebbene mi convinco che, come credenti, abbiamo ancora “qualcosa” da fare…
Faccio allora seguito al mio ultimo articolo sulla politica, concernente l’opzione fra un partito unico e la presenza dei cattolici in formazioni diverse, e parto dalla proposta di realizzare al più presto uno spazio di confronto fra cattolici, o forum civico, avanzata mesi addietro (e poi più volte ribadita) dallo stesso dal card. Gualtiero Bassetti.
Intervenendo su “Avvenire” e con riferimento alla proposta in argomento il presidente dell’Azione Cattolica Matteo Truffelli ha parlato di “un contenitore a cui occorrerà dare forma, dichiarandone esplicitamente lo scopo”. Convengo con lui ed espongo il mio pensiero al riguardo.
A mio avviso, la forma del “contenitore” potrebbe sostanzialmente essere quella di una nuova Costituente, una ri-costituente appunto (se mi si passa l’espressione per una cosa così seria…). Lo scopo dovrebbe essere quello di verificare l’adesione delle formazioni politiche a un documento, chiaro e inequivocabile, consistente nell’elenco di una serie di punti programmatici. Organizzatore e “regista” del tutto potrebbe essere – ipotizzo – un “Comitato scientifico” sul tipo di quello delle Settimane sociali dei cattolici italiani o lo stesso Comitato (penso ad esempio a quello costituito in occasione della 48^ Settimana, svoltasi a Cagliari nell’ottobre 2017).
Circa gli anzidetti “punti programmatici” riporto, sempre per fornire uno spunto, quanto scriveva il direttore di “Avvenire”, Marco Tarquinio, lo scorso 10 febbraio (e che io, con qualche integrazione, totalmente condivido): “Da tempo sostengo e faccio argomentare da chi ne sa più di me – ha scritto Tarquinio – che una politica seria dovrebbe fare della riduzione del debito pubblico una “priorità di futuro”. Primo capitolo di un’azione imperniata poi su una seria politica per la famiglia e di contrasto alla denatalità, a una lungimirante regolazione dei flussi migratori e a una politica industriale all’insegna di una piena, civile sostenibilità. Forse non è una lista che fa sognare, ma può e deve diventare un saggio programma di governo. Prima che sia troppo tardi”.
Quasi superfluo rilevare che il citato “Comitato scientifico” dovrebbe, opportunamente, autoconvocarsi (al più presto!).
Devo aggiungere che parecchie persone anche qualificate riterrebbero sufficiente, anziché operare nel senso sopraindicato, “interrogare” i partiti “cattolici” e quelli “laici con presenza cattolica” sul contenuto del cosiddetto Codice di Camaldoli, elaborato nell’omonimo monastero nel luglio del 1943 da un gruppo di intellettuali, tra cui Moro e La Pira.
Ma tale Documento, per quanto organico e completo, e per quanto bellissimo e a tratti quasi commovente, sarebbe nel complesso da aggiornare perché risente inevitabilmente di un ben diverso clima storico e politico. Era comunque servito (provvidenzialmente) a scrivere più di una norma della Costituzione repubblicana, oltre che lo Statuto della Democrazia Cristiana. Sorprende anche per l’attualità di certe parti. Sentite queste: “Lo Stato deve accordare agli stranieri emigranti nel suo territorio rispetto e tutela”. E inoltre “favorire l’assistenza spirituale agli immigrati a mezzo delle speciali istituzioni a questo fine promosse dalla carità cristiana, e provvedendoli di scuole nazionali”.
Va da sé che il “programma di Tarquinio” sopra riportato fa riferimento alla consultazione nazionale. E che per le Regioni (dopo l’Abruzzo, quest’anno la Sardegna e altre quattro Regioni) e per il Parlamento europeo (26 maggio) dovranno compilarsi programmi specifici. Compito che, con i necessari adeguamenti nella sua composizione, potrebbe sempre essere svolto dal “Comitato scientifico”. Il che ovviamente suppone che esso (sotto questa od altra denominazione) venga costituito. E costituito al più presto!!!
Paolo Venzano
Chiarisco, su richiesta di qualcuno, che il compito del suddetto Comitato scientifico dovrebbe essere quello di elencare i punti programmatici essenziali per un partito umanamente e cristianamente valido. All’elettore spetterebbe il compito di confrontare con tali punti programmatici il programma del partito da lui prescelto. In modo più compiuto, il Comitato scientifico potrebbe anche elaborare un modello di “partito ideale”, anche in base ai programmi di tutti i partiti politici italiani. In questo senso verrebbe a costituire una vera, nuova Costituente, che offrirebbe al Paese tale “modello” come la storica Assemblea Costituente offrì all’Italia la Costituzione repubblicana. Paolo V.