4 Risposte a “OPINIONI – La Riforma costituzionale al bivio del referendum”

  1. Caro Luigi,
    rileggo il tuo articolo dopo la pausa agostana. E ancora apprezzo il valore delle tue argomentazioni a favore del “No” e la lucidità dello scritto. Visto però che nessuno ha espresso un commento al riguardo, ecco di seguito il mio. Per la verità, più che un commento a quanto hai scritto la mia è una sommaria esposizione delle ragioni , profonde ma solo implicite nel mio precedente intervento, che mi orientano al “Sì”.
    Si tratta cioè di vedere, in primo luogo, se con le modifiche introdotte sono stati rispettati , almeno nella sostanza, i valori che informano la nostra Costituzione, valori universalmente apprezzati e che la rendono così bella…Sono, come ben sappiamo, i valori di uno Stato personalista e pluralista.

    In secondo luogo, si tratta di valutare se le nuove norme traducono o, come anche suol dirsi, “incarnano” adeguatamente tali valori.
    Oggigiorno e nei prossimi mesi, e anche da chi è esperto e in buona fede, in vista del referendum si ragionerà soprattutto del contenuto e della valenza delle nuove norme costituzionali. Ma a me (e chiaramente non solo a me) pare fondata l’opportunità di valutare le “modifiche” alla luce delle idee e delle proposte del periodo costituzionale, recuperandone auspicabilmente anche la “carica” spirituale che le alimentava.

    E’ infatti indubbio che, proprio perché la Costituzione è soprattutto una Carta di valori, prima ancora che un insieme di norme, l’esame che ci attende è la verifica della concreta “fedeltà” a quei valori. Ma sarebbe altrettanto desiderabile che tornasse viva la tensione all’unità che,nonostante la pluralità di vedute e i differenti percorsi culturali, ha accompagnato il periodo costituente.

    Paolo Venzano

  2. Mi sembra una bella partita di “ping pong”.
    Grazie dei contributi ed in attesa del sereno confronto del 23, un caro saluto a tutti.

  3. Grazie a Luigi Picena e a coloro che hanno redatto i due “PDF” esplicativi sul referendum. Mi sembra arduo che i nostri concittadini chiamati a scegliere al referendum, abbiano la voglia e le competenze per capire il merito della questione.
    Ho notato che nel raffronto fra il vecchio e il nuovo Senato, non viene menzionata l’immunità parlamentare. E’ vero che nella nuova Costituzione verrebbe ripristinata per i senatori l’immunità parlamentare ?
    Mi convinco sempre più che la lettera della norma senza lo “spirito” ossia i valori morali delle singole persone che devono applicarla, è lettera morta.
    Bisogna inculcare nei cittadini almeno i valori civili : l’onestà, la lealtà, il senso del dovere, la trasparenza. Come ?
    Innanzitutto con l’esempio.
    E poi relativizzare l’importanza delle cariche politiche. Non mi rieleggono ? Pazienza. Torno a fare quello che facevo prima.
    L’importante è che, durante il mio mandato, mi metta sinceramente al servizio dei cittadini.
    Poi mi chiedo : quale riforma costituzionale potrebbe impedire un terremoto come quello che ci ha colpito recentemente?
    La vita e’ più grande della politica.
    Cari saluti.
    Salvatore P.

  4. Molto interessanti ed esplicativi sia il precedente articolo di Venzano (orientato al SI) che questo di Picena (per il NO). I ragionamenti di Picena sono molto “fini”, profondi, attenti , ti fanno riflettere, difficile non coglierne tante verità ….personalmente, continuerò a informarmi e riflettere (sino al giorno del voto) su cosa sia meglio fare.

    Al momento, propendo per il SI. Perché tante delle modifiche sono da me condivise. Ma (purtroppo) anche perché se vincesse il NO….per il paese probabilmente sarebbe una “brutta cosa”.

    Probabile crisi di governo, o comunque una frenata di un importante processo riformatore (seppur con tanti tanti difetti). Vittoria di una opposizione che vota NO solo per far cadere Renzi. Vedi Lega e Forza Italia per esempio.
    Vittoria di vecchi personaggi in cerca di rivincite….vittoria di una sinistra sinistra capace di far opposizione anche a sé stessa….di un M5S sempre più deludente che sembra saper governare a parole solo dove non governa.
    E questo tipo di riforme assolutamente necessarie all’ Italia (un bicameralismo perfetto superato per esempio), NON si faranno più per altri 20 anni…
    E poi l’ Europa, gli alleati, gli investitori ce la farebbero pagare: frenerebbe l’ economia, si ridurrebbero gli investimenti e ne risentirebbero principalmente le classi disagiate.

    Certo, se Renzi e soci avessero ascoltato di più, se avessero tenuto conto del parere di altri esperti, associazioni, istituzioni, se non avessere badato più a fare in fretta che a trovare le soluzioni migliori, se se…

    Una riforma ci voleva e sarebbe stato bello avere una bella riforma, maggiormente rappresentativa e condivisa e che facesse crescere la democrazia partecipata…

    Comunque, concludo, nel presente penso che voterei SI, per il cambiamento (e miglioramenti o correttivi saranno possibili strada facendo), perché votando NO tutto rimarrebbe come è adesso, e francamente, NON è un belvedere…
    Oscar Sicbaldi, Genova

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