Di Alberto Ferrucci
Al referendum del quattro dicembre voterò SI perché mi pare importante sostenere ogni azione pur perfettibile volta a sanare la piaga italiana del non saper più offrire a tutti i giovani una valida prospettiva di futuro verso cui indirizzare le loro energie. E’ una piaga che mi viene da definire di decubito, originata dalla immobilità della nostra società per decenni, durante i quali si è avuta una visione del bene comune confinata al presente ed in cui si sono consolidate garanzie per il futuro di chi già era adulto, i cosiddetti diritti acquisiti, senza curarsi degli enormi debiti lasciati in eredità.
Questa situazione ha creato la rabbia degli esclusi, soprattutto giovani, verso le aggregazioni politiche che ne erano responsabili, inducendo le grandi adesioni al movimento Cinque Stelle ed anche portando alla guida del partito Democratico, grazie alla apertura delle sue elezioni primarie oltre che agli iscritti anche agli elettori, il gruppo della Leopolda guidato da Renzi. Alla guida da tre anni di un governo dalla maggioranza composita figlia delle diverse leggi elettorali di Camera e Senato, Renzi sta riscuotendo un rilevante consenso internazionale, culminato nel passaggio di testimone di Obama quale rappresentante della nuova generazione di politici illuminati.
In questi tre anni Renzi si è fortemente impegnato a realizzare la riforma della Costituzione, con il sostegno di Giorgio Napolitano, che malgrado l’età aveva accettato la proroga di presidente della repubblica proprio in vista di una riforma capace di demolire gli ostacoli al cambiamento: un compito arduo, visto che fra quanti avevano il compito di approvarla non mancavano coloro che stavano godendo dei benefici della situazione precedente.
Purtroppo alla fine Renzi ha danneggiato il lavoro fatto attribuendolo troppo al suo gruppo, sicché per tanti il si o il no al referendum si è trasformato in un voto pro o contro la sua permanenza al governo: ma sarebbe un grosso sbaglio cedere a questa semplificazione, vanificando un lavoro di due anni del parlamento con un voto dettato dalla poca simpatia per lui: Renzi come tutti passa, la Costituzione resta.
Si è così giunti al referendum, a cui voterò SI non tanto per i risparmi che la riforma potrebbe indurre riducendo il Senato, abolendo CNEL e province, quanto perché essa renderebbe più semplice la attività legislativa, oggi rallentata dai rimbalzi delle leggi tra le due camere, che interessi di categoria spesso arrivano a stravolgere, con emendamenti dell’ultimo istante: e questo senza bisogno di sveltire la procedura ricorrendo alla fiducia, che obbliga ad accettare il testo così come lo presenta il governo.
Per dare prospettive ai giovani l’Italia ha bisogno di nuove leggi per sveltire il sistema giudiziario civile e penale, per agevolare l’accesso alle libere professioni, per ammodernare la pubblica amministrazione, per incentivare le energie rinnovabili, per ridurre la spesa pubblica, per incoraggiare le famiglie giovani, per incentivare turismo, cultura e ricerca.
Leggi in grado di convincere chi saprebbe creare attività produttive e posti di lavoro a farlo nel nostro paese: non solo e non tanto investitori stranieri, ma italiani, a cui non manca certo la fantasia e la spinta all’innovazione e neppure le risorse, oggi impiegate nella finanza, che tra l’altro offre sempre meno profitti, grazie alla politica espansiva di Draghi.
Lo stato italiano ha un alto debito pubblico, anche perché vi sono italiani che nei decenni invece di versare le imposte hanno aumentato i loro risparmi, oggi in media giunti al tredicesimo posto a livello mondiale.
Della riforma considero particolarmente importante la modifica dell’Articolo V, che riporterebbe allo stato le decisioni riguardanti i settori strategici oggi in parte lasciati alle regioni, per i quali è nata una messe di leggi regionali tra loro discordanti e un grande numero di contenziosi: si sono lasciati ad apprendisti stregoni poteri che per il moltiplicarsi del numero di coloro che andavano interpellati per ogni approvazione si sono trasformati in ostacoli, aumentando gli appetiti di chi col diniego poteva bloccare una iniziativa.
Naturalmente quanti oggi prosperano sulla situazione attuale si dichiarano inorriditi per le modifiche alla costituzione: tra questi penso vi siano anche coloro che nelle notti convulse dell’ultima formulazione delle modifiche vi hanno inserito una bomba da far scoppiare in occasione del referendum: mi riferisco al lunghissimo testo dell’articolo 70 che elenca le leggi di prerogativa del Senato: è di difficile lettura, perché rimanda ripetutamente a vari commi di altri articoli tra cui decisamente ci si perde: a mio inesperto parere sarebbe bastato affermare in esso che le leggi di competenza del Senato erano quelle espressamente elencate nei diversi articoli della Costituzione.
Malgrado questo, voto SI perché non voglio cadere nella trappola del burocrate che quella notte ha formulato quell’articolo in modo da far affossare il tutto: lo approvo brutto come è, con l’intento di semplificarlo nella futura legislatura, che dovrebbe disporre di una maggioranza meno interessata ai privilegi del passato, approfittando anche per eliminare quelli che nella nuova formulazione purtroppo ancora resistono.
Apprendo dal rapporto Openpolis che la manovra “salvaitalia” di Monti/Fornero ha impiegato 16 giorni 16 per essere approvata; per contro la legge anti-corruzione ce ne ha messi 1400 e passa.
Evidentemente i tempi di approvazione non dipendono solo da elementi tecnici, quali i passaggi obbligati alle due Camere, ma anche e soprattutto dagli interessi in campo. E quelli le riforme non li cambiano, meno che meno questa.
E poi con tutta la buona volontà poi non capisco come si possa accettare che un governo di non eletti modifichi il documento più importante per la vita civille di una Nazione….
Invito infine a riflettere su questo dettaglio: all’epoca la Costituente era composta da elementi di spicco della mondo culturale e politico post bellico (diciamo di altro spessore rispetto a Renzi e Boschi, ma vabbè….), siccome come tutti i grandi questi personaggi erano anche molto umili, chiesero al più grande linguista italiano (di cui mi sfugge il nome) di correggere il testo perchè volevano essere sicuri che la Costituzione fosse immediatamente compresibile anche ai bimbi di sei anni. Un esempio di questa pulizia linguistica si ha nell’articolo 70, che attualmente consta di questa 9 parole: “La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere”. con la riforma come sottolineato da Alberto diverrebbe incomprensibile. Un chiaro esempio di come la politica si stia sempe più allontanando dai cittadini, rimanendo autoreferenziale anche quando si ratta di documenti che riguardano tutti noi.
non bisogna fermare un lavoro atteso da anni ,intanto cominciamo, poi si potrà migliorare, se sarà necessario .
Sono in pieno accordo con quanto scritto da Alberto Ferrucci che, con la chiarezza che lo ha sempre contraddistinto, ha esplicitato i motivi che lo conducono a votare SI: Che sono anche i miei e penso quelli di tanti altri.
Vorrei veramente invitare a riflettere bene sui contenuti della richiesta del referendum; pensare che ci sono voluti tre anni di mediazioni per formulare questa importante modifica costituzionale che ha subito, prima di essere approvata , ben 121 passaggi parlamentari! E sottolineo che molti tra quelli che oggi sono per il no hanno votato per questa riforma.
Faccio un appello perchè si guardi al contenuto, fuori dalle faziosità, che con prepotenza emergono da tutti i dibattiti. Concordo con Napolitano che – intervistato – ha detto: vogliamo buttare via tre anni di lavoro ? La riforma è comunque un passo avanti verso uno snellimento procedurale e una chiarezza maggiore nei confronti della attività legislativa concorrente tra Stato e Regioni oltre ad altri punti che non è il caso di ricordare.
Pensiamo che le leggi -anche costituzionali – sono perfettibili , mentre non lo è il nulla. E poi mi chiedo ? ma se tre anni fa avessero chiesto a tanti italiani se volevano eliminare una bella fetta di parlamentari con relativi uffici, portaborse e clientele cosa avrebbero risposto? Grillo, Salvini, Meloni, Bersani,sinistra italiana ecc. Basterebbe leggere i giornali di allora!!
Quello che sta avvenendo oggi sotto i nostri occhi è un furioso “assalto alla diligenza” ; non importa quanti “morti” rimarranno sul terreno, importa solo prendere la diligenza a qualunque prezzo per sedersi a cassetta e condurla.. Ma dove ? Mi scuseranno quelli che per motivi più nobili voteranno no; ci sono e li rispetto. Ma non sono quelli che urlano dicendo ogni sorta di calunnie …..
Maria Teresa
UN SI PER IL BENE DEL PAESE
Dopo un primo periodo con qualche incertezza, ora sono convinto che al referendum sia bene votare SI.
Leggendo le osservazioni di alcuni esperti per il NO, mi pare che effettivamente ci siano degli articoli che non risultano essere ben formulati (articolo 70 per esempio) , e quindi si poteva fare meglio.
Tutta una serie di argomentazioni per il NO sono talmente banali e di disinformazione che non perdo tempo a confutarle tanto non servirebbe (che non si risparmia, che i senatori sono nominati, che nasce un regime autoritario, che danno l’ immunità, che anche adesso se si vuole le leggi si fanno velocemente, che il governo non è legittimo…etc…).
A parte gli esperti (lo ammetto sono tanti) e le persone sincere che votano no, quello che fa più impressioni è lo schieramento POLITICO (non sul merito) per il NO. Non mi piace fare nomi, ma per spiegarmi non posso evitarlo.
Berlusconi, Monti, Schifani, Dalema, Bersani, De Mita….avevano votato SI inizialmente, quindi ora hanno cambiato idea evidentemente per opportunità e rivalsa politica.
Poi Salvini e Grillo. Dò atto che sono coerenti. Ma a loro credo interessi poco la Costituzione. D’ altronde lo dicono apertamente. Vogliono far cadere Renzi e il governo. Punto !
Con diversi di questi signori Renzi non si è comportato bene, bisogna ammetterlo. Mi auguro che Matteo impari a essere più corretto con compagni ed avversari…
Molti i vantaggi con la nuova riforma. Ma ne cito per me i due principali:
ABOLIZIONE DEL BICAMERALISMO. Siamo un caso quasi unico al mondo. Motivo principale per cui le leggi che servono per dare lavoro, per eliminare la burocrazia, per ridurre le tasse ….(cose che servono alla gente!!) si palleggiano per centinaia di settimane tra le due camere prima di essere approvate.
RAPPORTO STATO-REGIONI. Sulle questioni di rilevanza nazionale tornerà ad essere lo stato a prevalere .
Su questioni come Turismo, Energia, Infrastrutture (autostrade o ferrovie per esempio) è oramai evidente che occorra decidere come Nazione (per il bene del Paese) senza essere bloccati per i veti di singole regioni come è stato in questi anni.
Questi due cambiamenti sono quelli che alla lunga produrranno i maggiori benefici e risparmi. Poi potrei continuare ma è bene fermarsi…
Aggiungo solo una mia valutazione per il dopo referendum.
Se vince il SI, il paese subirà un grande ammodernamento . I Mercati reagiranno positivamente (e sarà un bene per i nostri risparmi). La UE non potrà negarci ulteriore fiducia e flessibilità. Inoltre il governo potrà continuare il suo percorso sino a primavera 2018 e poi si voterà ordinatamente. E lì ognuno farà le sue scelte. Ed eventuali difetti della riforma potranno essere corretti negli anni a seguire.
E se vince il NO ??? Ricordo che vincerebbero Salvini, Grillo, Berlusconi, Monti, Dalema, Bersani. Quindi il governo, sconfitto, dovrà dimettersi. Avremo diverse settimane o mesi di incertezza e instabilità. La vedo difficile che si riesca a riformare la legge elettorale. Molto difficile un nuovo governo o addirittura un governo tecnico.
Saremmo aggrediti per un bel po’ dalla speculazione dei mercati ( anche i risparmi potrebbero rischiare). La UE diventerebbe esigente e inflessibile sul rigore nei nostri confronti.
Insomma, penserete che sto esagerando, e lo spero anch’ io. Ma è per questo che il mio sarà:
UN SI PER IL BENE DEL PAESE.
Oscar