Il titolo di questo scritto si spiega col fatto che, stando almeno ai miei “contatti”, molte persone non si recheranno alle urne il 26 maggio prossimo, quando saremo chiamati ad esprimerci sul rinnovo del Parlamento europeo. In tal modo contribuiranno a confermare la bassa percentuale europea dei votanti (del 42,61 % nel 2014) e magari ad abbassare quella italiana (del 57,22%). Ma soprattutto rinunceranno ad esercitare quel diritto che costituisce la principale forma di partecipazione dei popoli alla vita dell’Unione Europea. E pensare che è proprio dall’incremento quantitativo e qualitativo (nel senso di più informato e responsabile) del voto dei cittadini che si potranno fronteggiare i problemi che presumibilmente costituiscono le ragioni dell’astensione…Sì, come è stato autorevolmente scritto su Civiltà Cattolica di questo mese di aprile, “l’Europa è un’unione di popoli e non soltanto di istituzioni. E sono i cittadini che devono poter essere messi nelle condizioni di prendere parte alle decisioni e di sentirsi protagonisti, soprattutto del miglioramento del processo europeo in atto”. Ben vengano dunque gli incontri in cui ci si informa (e forma) maggiormente sull’ Unione Europea, come quello bellissimo e certamente fruttuoso che si è svolto al Tempietto di Sampierdarena venerdì 29 marzo scorso.
Per esaminare concretamente il da farsi (come mi è stato da più persone richiesto), ricordo brevemente che il Parlamento europeo è composto di 751 membri, che scenderanno a 705 con l’uscita del Regno Unito. I parlamentari sono suddivisi in 8 Gruppi, di un minimo di 25 membri, con un limitato residuo di non iscritti.
Attualmente, la maggioranza politica nel Parlamento deriva dall’accordo fra il Gruppo dei democratico-cristiani di centro-destra (il PPE o, in sigla inglese, l’EPP), quello dei socialdemocratici dell’ S&D e infine quello dei liberali dell’ALDE (o Alleanza del Liberali e Democratici). Ed è chiaro che da tale maggioranza discende anche l’orientamento del Consiglio europeo (l’organo politico), della Commissione europea (l’organo esecutivo) e del presidente di quest’ultima (ora Jean-Claude Junker, come tutti sappiamo).
Tale maggioranza opera applicando la vigente legislazione europea, con una sottolineatura per gli aspetti economici.
Esistono poi tre Gruppi (di cui vi risparmio le sigle…) che intenderebbero modificare profondamente l’Unione, che cioè vorrebbero un’altra Europa (per cui qualcuno li chiama “Gruppi alter-europei”). E ciò in senso regionalistico, ambientalistico e di maggiore ascolto delle istanze popolari. Sono i Verdi e, con altri, i cosiddetti eco-socialisti ed eco-comunisti.
Ma i due Gruppi che suscitano maggiore interesse (per gli Italiani e non solo…) sono indubbiamente quello dell’ “Europa della Libertà e della Democrazia Diretta” o EFDD e quello dell’ “Europa delle Nazioni e delle Libertà” o ENF. A tali Gruppi aderiscono infatti, rispettivamente, i partiti M5s e Lega. Nelle previsioni dell’oggi questi ultimi Gruppi (e specialmente l’ ENF di Le Pen e Salvini) sono dati in aumento, anche se non in modo tale da sovvertire l’attuale maggioranza del Parlamento europeo, che dovrebbe pertanto essere riproposta.
A questo punto alcune riflessioni personali (di cui non pretendo ovviamente l’esclusiva…).
Considerato che nell’ ENF (al quale, ripeto, aderiscono i partiti di Marine Le Pen e di Matteo Salvini) si rivendicano forme di nazionalismo (e cioè: prima dell’Europa, la Nazione) e di sovranismo (e cioè: recuperiamo sovranità e competenze già delegate all’Unione), questo Gruppo è giustamente qualificato come “euroscettico”, ossia come un Gruppo che rema contro l’Europa attuale e tanto più se ulteriormente integrata. Scusate, ma io penso che di fronte a queste prospettive i famosi Padri fondatori dell’Europa (come a dire i vari Monet, Schuman, Spinelli, De Gasperi e Adenauer…) si rivoltino letteralmente nella tomba!
Io credo profondamente nell’Europa, e non certo da oggi, e sono convinto che bloccare l’Europa o, comunque, ridimensionarla significhi semplicemente avviarla al tramonto (il tramonto di un bel Sogno…). Disse un giorno Jacques Delors, il noto presidente della Commissione europea degli anni ’90, che: “l’Europa è come una bicicletta: se si ferma, cade!”
Consegue da quanto sopra una prima pista di orientamento per chi vuole conservare in vita l’Unione Europea. Ma conservarla in vita non basta più. Occorre completarne i compiti, migliorarne il funzionamento, avere più riguardo alla giustizia (anche distributiva) e alla solidarietà fra gli Stati. E soprattutto favorire una più efficace partecipazione popolare (ad esempio, con l’attribuzione del potere di “iniziativa legislativa” al Parlamento, che come detto è diretta espressione del popolo). Per tutto questo (ed altro) io condivido l’opinione di chi – a partire dall’ amico Pasquale Ferrara, diplomatico che dell’Europa ha esperienza acquisita “sul campo”- vorrebbe riproporre la presentazione di una legge fondamentale europea (sul tipo di quel Trattato costituzionale purtroppo respinto nel 2005 dai referendum popolari della Francia e dell’Olanda) che, analogamente alla Costituzione italiana, stabilisca in primo luogo che la sovranità europea appartiene al popolo europeo, che la esercita attraverso le istituzioni rappresentative dell’Unione (e in tal modo, si noti, non verrebbero affatto “cancellate” le nazioni europee).
Per concludere, in vista delle elezioni europee è a mio avviso richiesta una duplice operazione, non semplice ma necessaria:
- quella di individuare un candidato serio, preparato e disposto ad operare nel senso sopra descritto;
- quella di stabilire con lui un patto, il famoso “patto eletto-elettori”. Al riguardo dovrà ovviamente costituirsi un gruppo anche piccolo di persone interessate.
Paolo Venzano
BUON GIORNO TUTTI E A CIASCUN MEMBRO DI QUESTA FAMIGLIA “DI POPOLI” DEFINITA “EUROPA”. LA RINASCITA DI QUESTA “NUOVA” STRUTTURA NON PUO’ PRESCINDERE DAI VALORI CHE HANNO ISPIRATO COLORO CHE, ANIMATI DA SPIRITO DI FRATELLANZA E CONDIVISIONE DI VALORI RADICATI NEL VANGELO, SENTIVANO IL BISOGNO DI RENDERE PIU’ SALDI QUESTI VALORI. LO DIMOSTRA IL FATTO CHE L’EMBLEMA DI QUESTA NASCENTE ISTITUZIONE FOSSE UNA CORONA DI “DODICI STELLE” CHE TUTT’ORA CINGE IL CAPO DELLA MADRE DI DIO REGINA DEL CIELO E DELLA TERRA E CHE NESSUNO HA MAI PENSATO DI SOSTITUIRE. DODICI (12) INFATTI ERANO LE NAZIONI CHE HANNO DATO “VITA” AL PRIMO GRUPPO DI PERSONE/POPOLI DI QUESTA “FAMIGLIOLA”, GUIDATA DA ALCIDE DE GASPERI E KONRAD ADENAUER , CHE VIDE LA LUCE SOTTO LA PROTEZIONE DELLA BEATA VERGINE IMMACOLATA LE CUI RADICI PROFONDAMENTE IRROBUSTITE RESISTONO AGLI ATTACCHI DI COLORO CHE NON HANNO CAPITO IL VALORE INTRINSECO E I BENEFICI EFFETTI CHE PUO’ PORTARE QUESTA UNIONE PER CIASCUNA NAZIONE E CIASCUN CITTADINO. COSA FARE ALLORA? PREMESSO CHE LE OPERE NATE SU ISPIRAZIONI PROFONDE SUGGERITE DALLO SPIRITO NON POSSONO FALLIRE, OGNI SINGOLO CITTADINO EUROPEO CHE CREDE NELLA GIUSTIZIA, NELL’UNIONE, NEL BENE COMUNE RISCOPRA LE ORIGINI E LE FINALITA’ CERTI COME SIAMO CHE ” U-NI-TI ” SI PUO’ ABBATTERE OGNI EGOISTICO INTERESSE ALLARGANDO LO SGUARDO OLTRE I CONFINI DEL PROPRIO ORTICELLO, TUTTI SIAMO IN RAPPORTO GLI UNI CON GLI ALTRI ED E’ QUINDI IMPENSABILE E IMPOSSIBILE NEGARE QUESTO LEGAME CHE CI RENDE PARTECIPI DI UNA “COMUNITA'” IN CUI TUTTO SI CONDIVIDE E QUESTA CONDIVISIONE CHE E’ NELL’ORDINE NATURALE DI CUI ENTRIAMO A PARTE FIN DAL PRIMO ISTANTE IN CUI VENIAMO A FAR PARTE DEL CONSORZIO UMANO. E’ CONTENUTO NELLO ZAINETTO CHE CIASCUNO DI NOI RICEVE IN DOTAZIONE E CONTENENTE I VALORI CHE IMPAREREMO A CONOSCERE LUNGO IL PELLEGRINAGGIO DELLA VITA CHE CI E’ STATA DONATA PER ESSERE AL SERVIZIO GLI UNI DEGLI ALTRI.