“IL TAEDIUM TRA RELAZIONE E NON-SENSO. CRISTO CROCIFISSO IN TOMMASO D’AQUINO”
Lo scorso venerdì 27 marzo, in occasione della Quaresima ed in preparazione della Settimana Santa, il Collegio Emiliani e la Parrocchia S.M. Assunta di Nervi hanno voluto proporre, presso lo stesso Teatro degli Emiliani, la presentazione del volume di Emanuele Pili, giovane dottorando in filosofia: “Il taedium tra relazione e non-senso. Cristo crocifisso in Tommaso D’Aquino” (Città Nuova, 2014).
Insieme all’Autore, e moderati dal Dott. Michel Croce, ne hanno discusso Mons. Marco Doldi, Vicario generale della nostra arcidiocesi, e la Prof.ssa Simona Langella, docente di Storia della filosofia presso l’Università di Genova.
Il libro proposto apre una riflessione filosofica e teologica, negli studi dell’Aquinate, sull’evento della crocifissione di Gesù, nel suo immediato riferimento alla relazione trinitaria e nelle sue evidenti ricadute sulla condizione umana in quanto tale (in particolare sull’esperienza del dolore). Il tema, nonostante l’evidente complessità, ha visto un positivo riscontro nella cittadinanza, intervenuta numerosa. L’interesse dei docenti presenti, poi, si è declinato sotto due curvature: quella storico-filosofica e quella teologica.
Da una parte, si sono messi in evidenza la riscoperta e la complessità della riflessione di S. Tommaso su Cristo crocifisso e sulla sua realtà emozionale-affettiva, guardata soprattutto attraverso l’analisi della passione del taedium. Il guadagno di tale prospettiva rappresenta una vera e propria apertura che permette di entrare in profondità nel vissuto di quel momento, sia nella condizione umano-divina di Gesù, sia nella relazione tra il Padre e il Figlio (analizzando anche il versante antropologico della visio e della fruitio Dei). Scrive Piero Coda nella postfazione: “l’esegesi sin qui dominante di questo tema… ha pressoché passato sotto silenzio l’uso di questo lemma, taedium, nella sua pregnante ricchezza di significato… Con ciò lasciandosi sfuggire un fatto capitale… il taedium… è vocabolo che allude a quella vertigine dell’assenza di senso che afferra l’anima quando smarrisce il sentimento percepito del riferimento di sé a ciò/a chi ultimamente, appunto, offre senso a quanto essa fa e vive”.
D’altra parte, da questa monografia viene studiata quella specifica condizione umana che è l’assenza di senso; quella condizione che assai frequentemente attanaglia l’uomo di oggi. Il volume di Pili, dunque, suggerisce una lettura cristologica capace di riflettere considerevoli conseguenze anche sulla condizione della società contemporanea. Scrive l’autore: “la propria identità, la propria realizzazione e la personale conoscenza di sé non possono essere definite in assenza del Tu di un Altro. Per questo motivo anche i giusti, in mancanza di questa fondamentale relazione, sono condannati al taedium”.
L’intervento della professoressa Langella ripercorre le tematiche e le argomentazioni con le quali l’autore del libro interpreta Tommaso. Poi, procedendo verso la conclusione, propone una ulteriore e interessante pista di ricerca a partire dal legame dell’esperienza del taedium in Gesù a quella dei mistici, con particolare riferimento a Giovanni della Croce. Come risposta e conferma, Mons. Doldi ricorda che Gesù non muore da disperato, nonostante abbia percepito la non-relazione col Padre. Questo, egli afferma, viene messo in adeguato rilievo nella lettura tommasiana di Pili, il quale garantisce tale interpretazione nella misura in cui mostra, efficacemente, come il Figlio perseveri nell’amore del Padre e – per Lui – dei fratelli anche nel momento del più completo non-senso: proprio per questo Padre e Figlio permangono nella piena comunione.
In conclusione, quella di venerdì sera più che una presentazione è stata una riflessione che ha aiutato ad aprire una porta su una parte del pensiero di san Tommaso rimasta un po’ sopita: anche grazie a questa nuova monografia, essa viene riportata nella luce che merita.
Lucia Isolan