Come promesso nella serata del 29 marzo sull’Unione Europea, pubblichiamo l’approfondimento di un altro dei temi richiesti dai partecipanti.
L’ “unità politica” è stato il terzo tema più votato alla sera del 29 marzo 2019.
Unità politica può assumere un duplice significato, come la parola politica:
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il fatto di dar vita ad un insieme politico (in inglese, polity) unico, con una propria identità ed un elevato livello di coesione;
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il fatto di adottare politiche uniformi, comuni.
1. L’unità politica intesa come unione politica
L’unione politica si esprime, in modo più compiuto, in seno ad un singolo Stato.
L’Unione Europea (Ue) non è uno Stato e probabilmente non lo sarà mai: è un’unione di popoli e di Stati, non un super-stato.
Tuttavia, tra le organizzazioni internazionali, l’Ue ha alcune caratteristiche uniche, che ne fanno l’insieme di Stati con il grado più elevato di unione politica.
Nelle materie in cui gli Stati membri hanno deciso di agire insieme, l’Ue adotta leggi che sono vincolanti per gli Stati membri. Se uno Stato membro non vuole ottemperare, esiste una Corte di giustizia che può obbligarlo a farlo, con sanzioni pecuniarie in caso ciò non avvenga. Nulla di simile esiste in seno ad altre organizzazioni internazionali. Se uno Stato decide di non adeguarsi ad una risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’ONU, non c’è modo di obbligarlo.
Il diritto dell’Ue si applica non solo agli Stati, ma anche direttamente alle imprese ed ai cittadini dell’Ue. I privati possono rivolgersi alla Corte di giustizia dell’Ue per far valere, nei confronti delle istituzioni Ue, i diritti che le leggi dell’Ue conferiscono loro.
Nel processo decisionale, non vige la legge del più forte [ha più voti chi paga di più (FMI); i paesi più grandi o più forti hanno diritto di veto (Consiglio di sicurezza dell’ONU) ]: nelle istanze decisionali dell’Ue, i paesi più piccoli hanno, proporzionalmente, più seggi al Parlamento europeo e più voti in Consiglio. Le materie in cui si decide all’unanimità sono rare (politica fiscale, politica estera, …) e, in tali materie, tutti hanno diritto di veto, non solo gli Stati membri più grandi.
Esiste, unico al mondo, un Parlamento sovranazionale eletto direttamente dai cittadini degli Stati membri dell’Ue.
La cittadinanza europea conferisce alcuni diritti (per esempio, la protezione diplomatica dei cittadini Ue in Paesi terzi, anche da parte di ambasciate o consolati di Stati membri dell’Ue diversi dal proprio Stato).
2. L’unità politica intesa come politiche comuni
All’interno di uno Stato, gli organi centrali (governo e parlamento) adottano le politiche nei campi riservati alla competenza statuale (per esempio la difesa). In altre materie, la competenza è attribuita ad altri livelli, come le regioni e gli stati federati (per esempio la sanità e l’educazione).
In alcuni campi, gli Stati membri hanno deciso di attribuire la competenza di determinare le politiche da perseguirsi, non a un livello inferiore di quello statuale (regioni, comuni, ecc.), ma ad un livello superiore, l’Ue. Questa decisione è stata in genere presa da tutti gli Stati membri, e tali materie sono definite nel Trattato sull’Ue e nel Trattato sul funzionamento dell’Ue. In alcune materie (per esempio l’euro, l’area Schengen), questa decisione è stata presa solo da alcuni Stati membri.
In alcune di queste materie, l’Ue ha una competenza esclusiva: gli Stati membri hanno deciso che è opportuno decidere unicamente insieme, e si sono preclusi la possibilità di legiferare a livello statuale. È il caso, per esempio, delle regole di concorrenza nell’ambito del mercato interno e, per i paesi dell’area euro, della politica monetaria. In questo caso l’Ue adotta politiche uniformi.
In altre materie, la competenza è suddivisa tra Stati membri, da un lato, e Ue, dall’altro. In genere, le politiche comuni in tali materie non danno vita ad una legislazione uniforme a livello Ue. Ad esempio, nell’ambito della cooperazione giudiziaria in materia civile e penale (parte dello spazio di libertà, sicurezza e giustizia dell’Ue), ogni giudice nazionale decide nelle cause che gli sono sottoposte, e le rispettive sentenze sono riconosciute anche dagli altri Stati membri. Questo avviene grazie alla fiducia reciproca tra gli Stati membri, che l’Ue rende possibile attraverso la definizione di standard comuni (per esempio, il rispetto, da parte del sistema giurisdizionale nazionale, dello stato di diritto) e il ravvicinamento (non l’uniformizzazione) delle legislazioni nazionali.
In altre materie ancora, l’Ue svolge un ruolo di supporto alle politiche nazionali. È il caso delle politiche economiche e fiscali degli Stati membri dell’area euro, di cui l’Ue garantisce un certo coordinamento, ma non la completa armonizzazione, né l’uniformizzazione.
Paolo Giusta
p.s.: essendo il tema un po’ tecnico, l’autore è disponibile a rispondere ad eventuali domande che possono essere espresse nello spazio sotto dei “commenti”.
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