2 Risposte a “VIA CRUCIS DIOCESANA A GENOVA – Venerdì 10 marzo h. 21:00”

  1. Non avevo mai partecipato a una Via Crucis diocesana, nonostante gli inviti del mio parroco.
    Mi ero fatto l’idea di un evento faticoso, poco partecipato e forse poco coinvolgente.
    Quest’anno l’invito di Pino Serpico mi ha dato lo spunto, e nella tiepida serata di anticipata primavera sono andato in Piazza della Vittoria. La Via Crucis si svolgeva sulle gradinate delle Caravelle, su su, quasi fino in cima. A ogni stazione, uno o più brani del Vangelo, un commento (a mio avviso ben scritto, in modo chiaro e non “clericale”) e la preghiera. Un po’ più di un’ora è passata rapidamente, non in modo pesante, conclusa dal saluto del Cardinale.

    Perché sono andato? Credo che in questo momento storico anche la presenza sia testimonianza, e che di testimonianza ci sia bisogno. Non dimenticando che occorre, prima, essere testimoni a se stessi (come dice nella lettera pastorale Il Card. Bagnasco: “Ma perché io sono domanda a me stesso?”
    http://www.chiesadigenova.it/home_page/arcivescovo/00367117_Chi_e_l_uomo_perche_te_ne_curi.html ). E anche il solo partecipare rappresenta (di nuovo, prima di tutto a noi stessi) il nostro desiderio di vicinanza a Cristo.

    Non ho, tuttavia, visto molta partecipazione del Movimento, salvo le figure “istituzionali”: Pino e Milena, alcuni focolarini, i sacerdoti. Del resto, anche io, fino a quest’anno, non c’ero.

  2. Abbiamo letto con piacere il tuo scritto Riccardo. Ci dicevamo meno male che c’è chi apprezza lo sforzo che la Diocesi fa per aiutarci a vivere il nostro cristianesimo a corpo al di la delle etichette. Sono i cristiani della diocesi che si raccolgono intorno al proprio pastore, successore, nel territorio, degli apostoli. Ubi Petru ibi is ecclesia (Sant’Ambrogio), ci ricorda spesso il Cardinale. E poi un focolarino ci diceva che quest’anno i testi erano veramente molto belli. Per lui è stata la più bella via crucis degli ultimi anni.
    Dobbiamo dire che nel passato anche noi non eravamo certo attenti alla vita diocesana. E forse è un passo che pian piano tutti faremo.
    Pino e Milena Serpico

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