COME SONO BELLI I TUOI OCCHI, MARIA!

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La festa dell’Assunzione di Maria che ci accompagna in questo agosto afoso è, com’è noto, il più recente dogma di fede solennemente dichiarato da papa Pio XII con la costituzione apostolica Munificentissimus Deus il primo novembre 1950. Non che precedentemente non fosse ampiamente festeggiato e riconosciuto dalla fede della Chiesa, ma solo in quella data ha visto la dichiarazione solenne da parte di un papa. Maria è stata assunta in corpo e anima in cielo al termine del suo viaggio della vita terrena, ecco cosa proclama il dogma. Al di là dei tanti aspetti dottrinali e teologici implicati, vorrei riflettere su uno degli aspetti che più affascinano della donna Maria: i suoi occhi, il suo sguardo. È negli occhi di Maria che vediamo ciò che il nostro cuore da sempre desidera, l’amore più grande che esista. Ma cos’è questo amore che così ardentemente cerchiamo? Cosa vedono i suoi occhi? In cosa consiste la loro bellezza?

I filosofi e teologi, medievali ma non solo, hanno riflettuto a lungo sull’importanza del vedere. Secondo una lunga tradizione del pensiero, la conoscenza sensibile è una attività in cui il soggetto che percepisce viene, in qualche modo, trasformato in ciò che viene percepito. Tra i diversi sensi, la vista è sicuramente il senso che più ci avvicina all’altro, che quasi ci permette di essere con l’altro. Così la similitudine vedere-conoscere-essere insieme è una delle più presenti in tutta la storia del pensiero. Per questo motivo secondo i mistici della tradizione cristiana vedere Dio significa essere in Lui, diventare, per dono della Grazia, come Lui. Non solo, ma in questo senso ciò che io vedo ha molto a che fare con ciò che sono. Molti, infatti, equiparano l’essere al vedere. Perdonerete, quindi, la parentesi storico-filosofico, perché ci introduce alla nostra festa. Riflettere sullo sguardo di Maria, sui suoi occhi, significa far sì che il nostro cuore gusti un po’ del suo mistero che, come in tutti i santi, ci trascina dentro al mistero stesso di Dio. Chiedersi cosa ci dice la fede degli occhi di Maria, del suo sguardo, è chiedersi chi è Maria; e questo è un buon esercizio, anche per un giorno di festa estivo. Proviamo a chiederlo direttamente a lei.

Cosa hanno visto i tuoi occhi Maria? Come mai l’angelo ti ha detto di rallegrarti, ti ha salutata come la più benedetta tra tutte le donne? Cosa custodisce di così bello quel tuo sguardo così silenziosamente luminoso? Di certo i tuoi sono occhi belli, di una bellezza da lasciare senza parole, di quella bellezza, rara nel mondo, che non lascia trattenere lo sguardo su di sé, ma che, attirando a sé, lascia intravedere oltre sé, quella luce che ti rende così bella. La tua è la vera bellezza, quella che porta alla fonte di essa, che non tradisce fingendosi essa stessa il suo da-dove. Che fortuna fare esperienza di questa bellezza! Come impoveriamo il mondo se non lasciamo vivere quella bellezza che non luccica per trattenere su di sé, ma che rimanda oltre.

Nel Vangelo, Maria, dici poche cose. E tutto quello che dici è un canto di affidamento a Dio. I tuoi occhi sono così belli perché vedono Dio; un Dio che è Padre, anche se sa nascondersi ed essere terribilmente oscuro, come hai visto quando serbavi nel tuo cuore quelle parole così strane di un annuncio che ti cantava come piena di Grazia. Ma forse è anche questa la bellezza dei tuoi occhi: tu vedi la luce dentro il buio. Ogni buio, per essere visto e vissuto, ha in sé la luce. Il buio non potrebbe essere visto come tale se non nella luce che lo lascia vedere; ed è proprio per la luce che noi lo vediamo e ne soffriamo. E tu, Maria, che sai vivere la verità del buio vedendolo nella luce, non ti fermi al tuo non comprendere le parole di chi porta il messaggio di Dio, ma lasci entrare nel tuo cuore la Parola, fidandoti e senza volere comprendere subito. No, non è una fede cieca la tua. Non è un buio, quello che vivi nella fede, alla quale dici solo sì, chiamandolo luce. Tu sai interrogare il buio, pur fidandoti della luce in cui lo vedi. Tu sai che il buio si vede nella luce, ma non si confonde con essa. Tu sai che puoi fidarti di Dio perché conosci il Suo Amore, anche se non pretendi di com-prendere subito, di trattenere dall’alto di un controllo im-potente, le strade dove questo ti può portare.

Infatti, Maria, nei tuoi occhi c’è l’amore di Dio, c’è tutto quello che hai visto Egli ha fatto, non tanto per te, ma per il mondo. Lo hai cantato ad Elisabetta, perché lo hai conosciuto tramite la Parola. Ti sei lasciata attrarre dall’azione di Dio, dal granello di senape della storia, da un Regno che cresce potentemente silenzioso, senza lasciarsi vedere se non da chi vuole amarlo e, amandolo, non vuole più nulla solo per sé, ma tutto con gli altri, specialmente con chi più è solo, emarginato, senza speranze. I tuoi occhi sono belli perché sono pieni della Grazia che cammina nella storia degli uomini; quella Grazia che innalza quotidianamente i deboli, anche se i giornali vogliono scrivere di come sono forti coloro che schiacciano; quella Grazia che confonde chi vuole dominare, che disperde chi non fa spazio agli altri. Il tuo sguardo è bello, Maria, perché vede l’amore di Dio in un Figlio, il tuo figlio, che muore. Anzi, che dà la vita. E forse la fede è tutta qui: vedere, e quindi conoscere, e quindi vivere, l’amore, la non-fine, la vita-con-l’altro, in ciò che il mondo percepisce, senza vedere e, quindi, senza conoscere e, quindi, senza vivere, come morte.

Maria, i tuoi occhi sono proprio belli. Perché in essi vive l’amore di Dio, sono la sua trasparenza, il suo lasciarsi vedere al mondo. Chissà quanto hanno pianto nel vedere tuo figlio morire. Un pianto vero, di quelli che hanno la forza e il coraggio di lasciarsi plasmare in canto di gioia; quella morte l’hai serbata nel cuore tutta la vita, lasciando che il Padre la trasformasse, ogni giorno, nella vita con i fratelli e nell’apostolato. Ecco perché sei assunta, Maria. Perché hai lasciato che i tuoi occhi vedessero la vita di Dio nella morte di tuo figlio fatto Figlio. Quanto amore per la verità ci vuole nel lasciarsi condurre per vedere oltre quello che non vede il mondo! Quanto coraggio! Quanta umiltà! Così i tuoi occhi sono diventati sguardo di Madre su tutti noi. Così, nei tuoi occhi, adesso vediamo la vita, l’amore di Dio che si lascia spezzare per farci essere come Lui. Allora capisco che la tua Assunzione, in realtà, è celebrazione della vera Pasqua, quella che sa abitare, fino in fondo, l’oscura tenebra del venerdì, che sa sopportare il reale silenzio del sabato, e che sa stupirsi della gioia della domenica.

Come sono belli i tuoi occhi, Maria!

Davide Penna

Nota: poche ore dopo aver scritto la riflessione, io e tutti i genovesi siamo stati colpiti dalla tragedia straziante del crollo di Ponte Morandi. Maria, signora della Guardia, aiutaci a guardare dai tuoi occhi, lo strazio sconvolgente di quanto successo. Maria, signora di Genova, fa’ che ogni genovese guardi alla tragedia come tu hai guardato al tuo figlio sotto la croce. Maria, regina docile del mondo, prega per noi, perché possiamo avere braccia e gambe per ricostruire, la mente e il cuore per unirci nel dolore e nella ricostruzione.

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Una risposta a “COME SONO BELLI I TUOI OCCHI, MARIA!”

  1. Grazie Davide per la profonda riflessione,
    E per il ricordo della nostra Genova ferita , da ricostruire insieme con forza e fiducia,
    Oscar

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