Marocco, Sri-Lanka, Senegal, Ecuador, Siria, Egitto, Cina…. questi alcuni dei Paesi rappresentati dalle famiglie presenti alla festa organizzata dal
Comitato Umanità Nuova domenica 27 novembre all’Istituto Padre Assarotti di Genova.
Un momento semplice in cui si è voluto condividere più in profondità l’esperienza che queste persone lontane dalla loro patria stanno vivendo in Italia.
Nel clima di famiglia ciascuno si è sento libero di raccontare i dolori, le difficoltà, ma anche le cose belle incontrate nella nostra città e, tra queste, l’accoglienza ricevuta grazie 
anche all’aver trovato la nostra scuola e il nostro Comitato.
Qualcuno ha raccontato di momenti molto difficili superati grazie all’aiuto, amichevole e costante, dell’associazione. Altri hanno detto di aver trovato qui quell’apertura sul mondo che prima non credevano possibile tra persone di Paesi, culture e religioni diverse. Esemplare, in questo senso, una famiglia dello Sri-Lanka – papà buddista, mamma cattolica – i cui figli sono battezzati e cresimati in pieno accordo con il papà “perché – diceva lui – tutte le religioni portano alla pace”.
“Ma – abbiamo chiesto – quali sono le aspettative disattese nel vostro rapporto con la città di Genova?”
Il lavoro – per tutti – è la prima fondamentale risposta. Alcuni di loro, laureati, sperano di poter mettere presto la loro competenza a servizio della città e nel frattempo si ingegnano come possono.
Dal punto di vista culturale e dell’integrazione potrebbe invece essere gradito un luogo di incontro aperto a cittadini italiani e stranieri dove poter scambiare opinioni, conoscersi, lavorare insieme ad eventuali progetti, sorseggiando magari un tè marocchino o un caffè.
In attesa di realizzare questo sogno, l’incontro si conclude con una ricca merenda per tutti, con specialità cingalesi, marocchine e… italiane.
Ma…. i bambini…?
Già dal mattino le gen4 si erano ritrovate per accogliere e preparare giochi per gli amichetti stranieri. “Siamo stati molto felici” ci dicono gli uni e gli altri “speriamo di avere presto altre occasioni per giocare insieme.”
Marisa Anselmo
Avevo sentito parlare delle attività di integrazione: scuola di italiano, di cucito, ambulatorio medico … che Maria Teresa, Marisa e i volontari del Comitato portavano avanti nel centro storico a servizio di extra comunitari e non .
Ma essere stata presente domenica pomeriggio a “ famiglie in amicizia” mi ha aperto nuovi orizzonti.
C’erano famiglie senegalesi, egiziane , equadoregne , siriane , dello Skrilanca , …
Ognuno ha raccontato di se, della propria esperienza , non di come erano state accolte perche l’accoglienza
ricevuta si esprimeva in serenità , senso di appartenenza a un’unica famiglia dove chi prestava aiuto e chi
veniva aiutato erano uguali, legati da amicizia, fratellanza .
C’era chi sottolineava la bellezza del conoscersi, chi dello stare insieme, chi raccontava di essere fuggito dalla guerra…
Un pomeriggio leggero, ricco, un bozzetto di mondo unito .
Florangela