GIANLUIGI E LA FONDAZIONE ANTIUSURA A GENOVA

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Nel 1997 un caro amico, ex collega, mi invitò a partecipare ad una  nuova iniziativa sorta in Curia Diocesana di Genova per aiutare famiglie o persone in difficoltà finanziarie e non  solo e cioè la:

FONDAZIONE  ANTIUSURA SANTA MARIA DEL SOCCORSO  GENOVA  – ONLUS (FAU).

L’attività era nata da poco tempo su convinta proposta del Cardinal Dionigi Tettamanzi che dotò la fondazione del primo capitale necessario cui seguì successivamente un altro forte contributo della Fondazione Carige in Genova.

Per una altra attività minore, ma strettamente collegata, le Parrocchie genovesi contribuirono con somme raccolte in una giornata specifica a far decollare l’attività della Commissione Emergenze Famiglia (CEF) , organismo diocesano a tutti gli effetti condotto dagli stessi volontari.

Non si poteva certamente immaginare l’esito di tali “iniziative” ma le cifre esposte in calce indicano la visione lungimirante del nostro Cardinale di allora e, ritengo, il tutto accompagnato sempre dall’Alto: i volontari costituenti  allora erano 5 ed oggi superano le 60 unità e siamo presenti in Genova, Savona, Chiavari e La Spezia.

Anche lo Stato dopo un paio di anni dotò la FAU con Fondi pubblici per costituire un Fondo di Garanzia dei prestiti concessi alle famiglie in difficoltà da banche con noi convenzionate ed a tassi di interesse molto contenuti.

L’entusiasmo dei primi tempi non è mai venuto meno anzi: a bisogni specifici o d’emergenza si è risposto con progetti ad hoc utilizzando anche risorse nostre: per emergenze casa, per le  famiglie, per l’alluvione del 2014, per la caduta del Ponte Morandi  ed attualmente per le necessità derivate dalla pandemia Covid 19.

E’ una esperienza totalizzante, intensa e coinvolgente e spesso convulsa per le accresciute difficoltà finanziarie da risolvere spesso con urgenza e talvolta è sufficiente anche una consulenza per impostare un più corretto tenore di vita per il proprio bilancio familiare.  Ci si porta il “lavoro” a casa con il carico emotivo conseguente per risolvere situazioni complicate, e questo ben prima dell’attuale smart working necessario per il Covid e spesso così si riesce così a ridurre la lista di attesa degli assistiti.

L’incontro col Prossimo non deve essere mai di routine, l’Ascolto deve essere empatico e anche approfondito, risultato di una reciproca fiducia che è da costruire anche in più momenti e completo   per utilizzare bene i fondi dello stato cui dobbiamo dare relazione globale annualmente.

Tra noi operatori sono venuti meno i diversi livelli professionali raggiunti e le abitudini lavorative conseguenti. Prevale lo spirito di gruppo e si è volontari in senso vero e pertanto tutto concorre a realizzare al meglio lo scopo di aiutare le famiglie in  grave e complessa difficoltà.

E’ una “esperienza nuova” che si riscontra: non vi sono più ambizioni personali pregresse ma si concorre tutti “insieme” al buon andamento dell’iniziativa con rapporti paritari.

Come detto, la realtà di fondo è confessionale, vi è sempre la presenza discreta di mons. Granara, Rettore del Santuario della “Guardia”, per assistere e completare la nostra relazione di aiuto verso i fratelli nelle varie forme di difficoltà. Tuttavia diversi amici, convintamente laici, aderiscono senza difficoltà alla linea generale di comportamento e questo è un grosso risultato interno: il volontariato sociale non ha colorazioni diverse.

Esiste ovviamente una organizzazione, un Presidente ed un Consiglio Direttivo e le delibere di aiuto vengono assunte in piena libertà individuale di coscienza specialmente in casi difficili non solo tecnicamente ma per la loro  valutazione di meritevolezza.

Venendo ad oggi, la realtà economica a causa della pandemia è pesante, ben nota e suscettibile di prossimo peggioramento e anche l’operare da casa, quasi totalmente, non aiuta di certo.

Vi è un un reale aumento di povertà, di richieste da persone sotto usura, famiglie sotto sfratto per affitti in grave ritardo ed altro;  abbiamo destinato somme in nostra disponibilità per erogazioni a fondo perso su richiesta diretta o tramite i Centri di Ascolto della Diocesi.

Certamente è il momento di “ripensare a nuovi stili di vita” come ci invita Papa Francesco (enciclica Fratelli Tutti) perché nei prossimi mesi ci saranno ulteriori necessità primarie .

Un rischio personale che sento è quello di farmi prendere dal “fare” per tutte le urgenze che emergono anziché dal “amare, facendo” ; ma cerco di aver sempre presente l’ Ideale (la mia scelta cristiana) e lo scopo per cui si è volontari ma ancor più “Volontari di Dio”.

Non tutto è “rosa” ovviamente, le difficoltà  sono tante  ma il rapporto con Lui è la risposta ad ogni difficoltà o stanchezza che può sorgere.

Se siete a conoscenza di situazioni di difficoltà potete telefonare al 0102543236 per un primo colloquio informativo e prendere contatto con la Fondazione.

Genova 2 gennaio 2021, Gianluigi Baraldi.

Titolo alternativo:

“Una alternativa, da pensionati, ad osservare i lavori stradali o  partecipare ai tornei di burraco….”

Alcuni dati del FAU (fondo antiusura): 

Dati anno 2019    n.225 casi  per un importo di € 1.134.000 ; Ascolti n. 874

Dati anni 1996/2019   n. 3871 casi  per € 23.262.121

Alcuni dati del CEF (commissione emergenze famiglia):

Dati anno 2019  n.123 casi per €  82.924

Dati anni 1996/2019  n.3077 casi per  € 2.665.157

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3 Risposte a “GIANLUIGI E LA FONDAZIONE ANTIUSURA A GENOVA”

  1. Caro Gian, hai reso bene la realtà che descrivi: viene spontaneo un plauso ai tanti che, come te, danno il proprio contributo, credo anche a livello di competenze professionali, per andare incontro alle sempre più frequenti povertà.
    Un grande grazie per questa tua attività che stai portando avanti con perseveranza da ben ventiquattro anni!
    Agostino

  2. Molto interessante come iniziativa e che aiuta concretamente le famiglie in estrema necessità…..condivido con altri gruppi di volontariato.Grazie

  3. Sottoscrivo pienamente quanto descritto da Agostino.
    Grazie Gian per quanto fai. Avanti così.
    Giuseppe

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