Giovanni Quaglia – Volontario di Dio

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Giovanni Quaglia (1926 – 2018)

Per tracciare un profilo del carissimo Giovanni, sarebbe necessario parlare a lungo: ci limitiamo ad accennare qualcosa della sua lunga vita.

Giovanni nasce il 22 marzo del 1926 ad Imperia, la città che resterà sempre nel suo cuore e dove, quando gli è possibile, torna volentieri.

La spiaggia del mare imperiese è il luogo dell’incontro con Rosalba, la donna che nel 1954 sposerà, che gli regalerà due figli e che resterà al suo fianco per tutta la vita con grande amore  (per più di 60 anni!).

Laureato in ingegneria navale, trova il suo primo impiego all’estremo opposto della Liguria, esattamente ai cantieri del Muggiano di La Spezia: prima come operaio poi come impiegato .

Un paio di anni più tardi viene trasferito a Genova, dove svolge la sua attività ai Cantieri Navali di Sestri Ponente, prima come capo ufficio del settore produzione e poi come dirigente addetto alla gestione dei lavori di bordo.

Chi ha lavorato nel suo ambiente, lo ricorda come uomo dal carattere piuttosto deciso, esigente verso se stesso e verso le maestranze, avendo talora da rapportarsi anche con i rappresentanti sindacali dell’azienda: questo però non gli impedisce di essere comprensivo quando si trova di fronte a seri problemi personali dei lavoratori.

Più di una volta l’esigenza di giustizia e la sua coscienza lo inducono ad opporsi  a certa corruzione latente, anche in contrapposizione ai poteri forti aziendali .

Conosce il Movimento dei Focolari negli anni ’70 e subito ne sposa la spiritualità, affiancato dalla moglie Rosalba. Lo stile di vita che fa proprio, lo aiuta ad ammorbidire il suo carattere, rendendolo via via più mite e sempre più disponibile verso il prossimo.

Nell’ambiente di lavoro condivide con un gruppetto di dipendenti che rappresentano le varie categorie del lavoro – operai, impiegati di produzione e amministrativi, quadri e sindacalisti – questo nuovo modo di approcciare i problemi del lavoro, sviscerandoli con loro periodicamente per trovare una soluzione comune: il tutto nel modo più semplice e sincero, senza alcuna prevaricazione dovuta al “grado” o alla funzione.

Quando si prospetta la chiusura dello stabilimento con la perdita di quasi 2.000 posti di lavoro, tutti insieme ed ognuno nel proprio ruolo, si adoperano per la salvaguardia dell’attività’ produttiva; in più di un’occasione Giovanni si “scontra” con le disposizioni dell’alta direzione aziendale.

Nell’ambito del Movimento accetta volentieri incarichi di responsabilità, a livello personale, come perno di Nucleo e, ancor prima, come responsabile di “casa“ durante le Mariapoli, essendo di esempio e di “traino” per tante persone che avvicina e che in diversi modi hanno modo di rapportarsi con lui.

Per molti anni, assieme a Rosalba, partecipa all’attività’ del Serra Club che sostiene i preti diocesani.

Nei lunghi anni della sua vita si adopera, con dolcezza ma anche con determinazione, a mantenere unita la famiglia di origine, mitigandone le controversie e i dissapori che nascono sovente nelle famiglie numerose .

La Santa Messa, l’Eucarestia, l’amore scambievole con i suoi e l’amore a Gesù Crocifisso e Abbandonato, sono per Giovanni l’essenza della vita.

Quando a casa sua viene festeggiato il suo 90° compleanno da un bel gruppo di amici e con la celebrazione della Santa Messa, la sua salute è già in declino e continuerà pian piano ad affievolirsi.

Consapevole delle sue condizioni, Giovanni accetta con serenità e tanta umiltà i limiti del suo fisico, riuscendo a dar loro un senso cristiano, “soffrendo e offrendo”.

La salute sempre più precaria e una certa rigidità del corpo che limita i suoi movimenti, rendono necessario un “badante” che lo aiuti ad alzarsi, a muoversi per la casa ed in tutte le altre necessità quotidiane: sovente, anche più volte al giorno, Giovanni rivolge il suo “grazie” a questa persona che lo accudisce.

In un colloquio intimo con il figlio Adolfo che gli chiede perdono per averlo fatto arrabbiare spesso, … risponde con un sorriso, “Ti ho sempre voluto bene lo stesso, ma ora ti faccio una raccomandazione: insegna ai tuoi bimbi ad amare la Madonna!”

Al gruppetto di amici che vanno settimanalmente a trovarlo e con i quali condivide l’Ideale del Movimento dei Focolari, sentendo che il “fine corsa” si sta avvicinando, dice: “Aspetto….ma non sollecito!”.

Anche le frequenti visite di un sacerdote amico che gli racconta le sue esperienze missionarie e gli porta Gesù Eucarestia, lo sostengono molto e gli procurano un po’ di serenità e di conforto.

Sentendo che le forze diminuiscono sempre più e anche la vista si affievolisce, confida ai suoi amici: “Mi sento inutile e di peso per chi mi sta vicino, ma posso comunque offrire e pregare per gli altri”.

Amorevolmente assistito dai Familiari, Giovanni si addormenta all’alba di martedì 20 novembre 2018

(a cura dei volontari del suo nucleo)

Genova 28 novembre 2018

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