I PIEDI DEL PAPA….

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Come sono belli sui monti i piedi del messaggero che annuncia la pace…” recita il Salmo al capitolo 52 del profeta Isaia, invitando Gerusalemme perché si svegli, si scuota di dosso polvere e catene e indossi le vesti più belle, perché il Signore è venuto a liberare il suo popolo, e il profeta Isaia ancora una volta ci aiuta ad aprirci alla speranza.

Domenica scorsa (15 marzo 2020) l’invito ad aprirci alla speranza è arrivato da Papa Francesco quando nel pomeriggio, come un pellegrino, ha raggiunto prima la Basilica di Santa Maria Maggiore, per rivolgere una preghiera alla Vergine,Salus populi Romani, la cui icona è lì custodita e venerata, poi da Piazza Venezia percorrendo un tratto di Via del Corso a piedi, ha raggiunto la chiesa di San Marcello, dove si trova il Crocifisso miracoloso che nel 1522 venne portato in processione per i quartieri della città perché finisse la “Grande Peste” a Roma.

Il suo camminare deciso e insicuro sul porfido aveva uno scopo: mostrarci che il sacrificio, la penitenza, la preghiera in certe occasioni possono più della scienza, più della medicina, più di ogni sapere umano. Così ho pensato alla bellezza dei piedi del Vescovo di Roma che nel meriggio di una domenica deserta avanzava tra i palazzi e le vie annunciando agli smarriti che Dio non ha abbandonato il suo popolo che e non si è lasciato sconfiggere dal male, perché è fedele, e la sua grazia è più grande sempre anche del peccato.

Domenica i piedi del messaggero ci hanno portato motivo di speranza: ci hanno detto che, quando tutto sembra finito, quando, di fronte a tante realtà negative, la fede si fa faticosa e viene la tentazione di dire che niente più ha senso, c’è invece la bella notizia portata da quei piedi: Dio forse vuole realizzare qualcosa di nuovo, la paura è vinta perché Dio è tra noi. E con la preghiera, Bergoglio ha invocato la fine della pandemia che colpisce l’Italia e il mondo, implorato la guarigione per i tanti malati, ricordato le tante vittime di questi giorni, e chiesto che i loro familiari e amici trovino consolazione e conforto.

La sua intenzione si è rivolta anche agli operatori sanitari, ai medici, agli infermieri, e a quanti in questi giorni, con il loro lavoro, garantiscono il funzionamento della società. La Madre di Dio, i vari crocifissi, le icone dei tanti santi, e ora anche i cammini. Come quello di Santiago, o sulla via Francigena. Sempre sono belli i piedi del viandante che in ogni epoca hanno compiuto un’esperienza nuova, che lascia dietro di se il superfluo, le vanità delle cose, la precarietà della nostra intelligenza nel capire in profondità la realtà, la vita, il decorso della storia.

In effetti, è bastato un virus, un microorganismo acellulare per mettere a repentaglio tutti i nostri grandi ragionamenti e le nostre sicurezze, i nostri piani economici, le nostre strategie politiche; per scatenare il panico a livello mondiale e mettere in evidenza le miserie della così detta globalizzazione. E si torna ad una riscoperta formidabile: la Rivelazione, la Parola di Dio rivolta all’uomo nelle parole e nell’intelligenza dell’uomo; il pensiero di Dio con parole umane sulle profondità della vita e della storia; una “boccata di senso”. Solo la Parola di Dio ci può dare delle risposte per questo momento che viviamo, perché solo essa custodisce una sapienza eterna che oltrepassa i tempi senza perdere di significato. E, alla luce della Rivelazione, ci accorgiamo di un fatto sconvolgente e paradossale: che stiamo vivendo un tempo di grazia.

Silvano Gianti

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