Anche chi non segue da vicino le vicende politiche italiane avrà saputo, perché ne hanno parlato giornali e riviste, che recentemente è stato costituito a Roma un nuovo partito politico d’ispirazione cristiana. La denominazione prescelta è quella, eloquente, di INSIEME e il suo programma ricalca strettamente il Documento o MANIFESTO diffuso alla fine di ottobre del 2019 col titolo: “Per la costruzione di un soggetto politico nuovo d’ispirazione cristiana e popolare”.
Gli autori di tale documento, e di fatto promotori del partito, sono soprattutto i Professori Stefano Zamagni e Leonardo Becchetti, come a dire i più noti esponenti (assieme a Luigino Bruni) della Scuola di economia civile o SEC, che ha sede a Loppiano.
All’iniziativa hanno aderito, oltre che “Politica Insieme”, l’Associazione di carattere nazionale cui appartengono i predetti docenti, le altrettanto diffuse e conosciute Associazioni “Rete Bianca” (di cui è portavoce Dante Monda) e “Costruire Insieme” (di cui, fra gli altri, fa parte l’ex senatore dell’UDC Ivo Tarolli). Ma all’iniziativa hanno aderito e stanno dando il loro contributo quantitativo e qualitativo altri numerosi gruppi e associazioni di tutta Italia. E ciò senza considerare le migliaia di cittadini (tra cui noti esponenti della cultura) che a titolo personale hanno espresso plauso ed entusiastica adesione.
Diciamo allora qualcosa sul predetto Manifesto e sull’organizzazione che ne intende tradurre in prassi politica i contenuti e le finalità.
Il Manifesto fa proprie la Costituzione italiana, la Dottrina sociale della Chiesa e le principali Dichiarazioni internazionali sui diritti dell’uomo.
Ne scaturisce un sistema politico-sociale che vede al centro la persona umana (da tutelarsi dal concepimento sino al suo termine naturale), la famiglia e la libertà di educazione previste dalla Costituzione, una nuova economia, quella civile di mercato (di cui agli articoli 41, 42 e 46 sempre della Costituzione) e un nuovo welfare.
Più in generale, afferma il Manifesto, la politica deve tornare a svolgere un ruolo fondamentale per la rigenerazione della vita pubblica, avanzando un nuovo modello di sviluppo inclusivo e solidale che sia in grado di sconfiggere la povertà e risolvere la complessa equazione che tiene insieme impresa, produzione, lavoro, consumi.
Mentre invito i lettori interessati a consultare direttamente il Manifesto per ogni altro aspetto, anche importante, aggiungo ancora che esso sottolinea la necessità di riformare alcuni trattati dell’Unione Europea (nello spirito dei Padri Fondatori) e di perseguire l’attuazione della cosiddetta Agenda 2030 dell’ONU.
In definitiva, il Manifesto ritiene che “oggi vi siano le condizioni per dare vita ad una nuova forza popolare aperta a credenti e a non credenti attorno ad un progetto politico di rinascita del Paese e dell’Europa”.
Affermavo all’inizio che la stampa italiana si è occupata del Manifesto e di Insieme. E ha subito osservato che non sarebbe oggigiorno riproponibile un partito come la Democrazia Cristiana, nato tra l’altro in un momento in cui l’Italia era da ricostruire dalle fondamenta e in una congiuntura storico-politica (il “pericolo comunista”, la Russia…) che, ormai, è Storia. Ma ad essere ben coscienti di tutto ciò sono anzitutto i promotori di Insieme, che lo hanno affermato in numerose interviste.
Con riferimento al panorama politico italiano, i Promotori affermano che la nuova formazione partitica occuperà una posizione mediana fra la Destra e la Sinistra. Ciò non significa ovviamente che, a fronte dei problemi politici, il partito cercherà sempre l’equidistanza. Tutt’altro. Su certe questioni (la tutela della vita, i migranti, ecc.) ci sarà la necessità di occupare uno spazio proprio. Basta leggere i documenti fondativi per comprenderlo…
Gli obiettivi di Insieme sono umanamente e cristianamente avanzati. In linea con l’enciclica Fratelli tutti, che sostanzialmente prospetta una via non moderata, ma alternativa rispetto alle due oggi presenti sul campo, la neoliberale e la populista.
Ma quali sono le chances di un partito come quello sommariamente descritto? Non sarà che Zamagni e Becchetti, illustri economisti, si illudano bellamente intervenendo in politica? E che il 20% dei consensi previsto da Zamagni debba scriversi senza…lo zero finale?
Io ricordo che i voti cattolici, calcolati dal sondaggista Nando Pagnoncelli dopo le elezioni europee del maggio 2019, erano andati per il 33% alla Lega di Salvini, per il 27% al Partito Democratico, per il 14% al Movimento 5 Stelle, per il 10% a Forza Italia… E che per queste ragioni – anche ammettendo che parte di tali voti sia stata data a chi si riteneva il meno peggiore – la maggioranza dei commentatori politici ritiene che Insieme non avrà una sorte migliore di quella dei vari partitini sorti dall’inizio degli anni ’90 sulle ceneri della Democrazia Cristiana.
Staremo a vedere. E i tempi di attesa non dovrebbero essere lunghi se il partito si presenterà già alle elezioni amministrative del 2021 come ipotizza, sempre, il Professor Zamagni.
Comunque sia, io ritengo che effettivamente sussista oggi, in Italia, lo spazio politico per un nuovo partito e che quello sommariamente illustrato risulti degno della più grande considerazione. Anche per questo condivido appieno le parole conclusive del Manifesto: “Vogliamo, INSIEME, portare una voce nuova nella politica italiana ed europea, ricercando il massimo della convergenza e della condivisione intorno a progetti realmente in grado di rispondere alle necessità ed alle attese del mondo di oggi”.
Paolo Venzano