L’ECONOMIA DI FRANCESCO

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Non c’è dubbio che se Giovanni Paolo II scelse Assisi come icona di una cultura di pace, la città ha pure titolo per ritenersi culla di un’economia nuova, un’economia per l’uomo. E’ infatti dalla radicale scelta del Poverello che scaturisce una visione dell’economia che, per dirla con Papa Francesco, resta attualissima e può dare speranza al nostro domani, a vantaggio non solo dei più poveri ma dell’intera umanità. Per tali ragioni il 24 gennaio scorso si è già tenuto ad Assisi un importante convegno finalizzato ad illustrare le motivazioni scientifiche per cui un’economia a misura d’uomo sia anche il più efficace rimedio contro la crisi climatica. Eloquente al riguardo è il cd. Manifesto di Assisi.

Ma dal 19 al 21 Novembre prossimi la città umbra sarà anche al centro dell’attenzione per un incontro internazionale di giovani economisti e imprenditori sul tema “The economy of Francesco” (titolo in inglese, ovviamente, per il carattere internazionale dell’incontro).

Vi scrivo – dice la relativa lettera del Papa – per invitarvi a un’iniziativa che ho tanto desiderato: un evento che mi permetta di incontrare chi oggi si sta formando e sta iniziando a studiare e praticare un’economia diversa, quella che fa vivere e non uccide, include e non esclude, umanizza e non disumanizza, si prende cura del creato e non lo depreda”.

All’appello del Papa hanno risposto migliaia di giovani di oltre 120 Paesi. Stanchi di un sistema in cui non si riconoscono, sono portatori di una cultura coraggiosa, capace di realizzare altri modi di intendere l’economia e il progresso, per un processo di cambiamento globale.

Un po’ di storia

Quando il carisma francescano ha fatto irruzione nella storia, con esso ha fatto la sua comparsa anche una nuova concezione della ricchezza e della povertà. Essa ha operato una vera rivoluzione culturale che avrebbe portato alla nascita dell’economia moderna: infatti, come ricorda la storia dell’economia, non solo furono francescani alcuni tra i più importanti teorici dell’economia medioevale, ma dai francescani della cd. Osservanza nel XV secolo nacquero i Monti di Pietà e cioè i primi istituti di microfinanza nati senza scopo di lucro per curare la povertà e l’usura nelle città del centro Italia. Dalla povertà scelta liberamente dai francescani sorsero dunque istituzioni per liberare dalla povertà chi non l’aveva scelta, ma subita. “Finché c’è un povero -dicevano i francescani- la città non può essere fraterna”. E’ quindi un’eco di tale motto quanto leggiamo nella citata lettera ai giovani di Papa Francesco: “Finché il nostro sistema economico-sociale produrrà ancora una vittima e ci sarà una sola persona scartata non ci potrà essere la festa della fraternità universale”.

L’incontro in sintesi

A Novembre “L’economia di Francesco” sarà un incontro con un grande protagonismo del pensiero e delle prassi dei giovani di tutto il mondo. E di giovani è composto anche il gruppo di economisti, imprenditori, artisti ed esperti della comunicazione che sta lavorando per la preparazione dell’evento, insieme ad un comitato scientifico coordinato dall’economista Luigino Bruni.

I giovani saranno dunque i veri protagonisti dell’incontro. Ma ad esso darà lustro e notorietà la partecipazione di imprenditori, scienziati ed economisti di fama internazionale che li accompagneranno anche attraverso sessioni interattive e colloqui personali. Tra essi Muhammad Yunus, economista, ideatore e realizzatore del microcredito moderno e Nobel per la pace, Amartya Sen (Nobel per l’economia), Vandana Shiva (la ben nota ambientalista indiana ) e Stefano Zamagni (docente universitario di economia e presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali).

L’”Economia di Francesco” non sarà un convegno tradizionale, ma come accennato l’avvio di un processo che consenta di pensare e domandarsi, sulle orme e nei luoghi di Francesco d’Assisi, cosa significa oggi introdurre un’economia nuova che non emargini nessuno. Sarà soprattutto il momento in cui i giovani stringeranno un patto solenne con Papa Francesco, assicurando il proprio impegno. “Per questo desidero incontrarvi ad Assisi, scrive al riguardo il Papa, per promuovere insieme, attraverso un patto comune, un processo di cambiamento globale che veda in comunione di intenti non solo quanti hanno il dono della fede, ma tutti gli uomini di buona volontà uniti da un ideale di fraternità attento soprattutto ai poveri e agli esclusi”.

La scena da aggiungere

Sappiamo che, visitando ad Assisi il meraviglioso ciclo di Giotto sulla vita del Santo, non troviamo la scena del bacio al lebbroso a Rivotorto. Ciò presumibilmente perché i borghesi della città, finanziatori della Basilica, non volevano che il mondo ricordasse la presenza dei lebbrosi nella loro città.

Ma noi sappiamo che la prima povertà è l’invisibilità, il fatto di non essere mai visti e raccontati da nessuno (come, ad esempio, è avvenuto sino ad oggi per i popoli dell’Amazzonia). Ebbene, io sono convinto che “The economy of Francesco” ci aiuterà a restituire al mondo la ventinovesima scena, quella mancante, e cioè le fragilità e le povertà di oggi osservate e chiamate per nome, con l’attenzione e le risposte che meritano. Non è più accettabile che l’intera ricchezza del mondo sia concentrata nelle mani dell’1% della popolazione, mentre il 99% dipende da quell’ 1%!

Per le ragioni anzidette io invito chi leggerà quanto scritto a seguire con il massimo interesse, con la mente e col cuore, il convegno di Assisi. Per la gloria di Dio e per la storia dell’uomo!

Paolo Venzano

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