L’INSEGNAMENTO DELL’ITALIANO AI MIGRANTI: INCONTRO DI RIFLESSIONE CON ERALDO AFFINATI

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17159260_10212546610558864_5956817283229960298_o (1)Eraldo Affinati, insegnante, scrittore e fondatore delle scuole Penny Wirton (1), incontra più di 140 insegnanti volontari sabato 11 marzo a Genova

La sala dei Chierici della Biblioteca Berio è stracolma per un evento nato su iniziativa del Comitato Umanità Nuova che opera nel centro storico di Genova. Maria Teresa Genovesi accoglie i presenti a nome di quanti, ormai dal 1985, operano nel Comitato per sostenere persone che si trovano in situazioni di disagio: economico, di salute, di lingua, di solitudine: “Il pensiero e la vita di Chiara Lubich, con il suo messaggio di fratellanza universale, ispira e informa la nostra azione. Abbiamo desiderato questo incontro per a17155807_10212546611958899_9074275990895669975_nscoltare il professor Affinati che tanto stimiamo e metterci in rete più efficacemente con le scuole della nostra città”.

Eraldo Affinati offre la sua esperienza in un clima di profondo ascolto: “Uno per uno, così si insegna alla Penny Wirton. Se l’insegnante siede di fianco a chi deve imparare, tutto cambia: il tono della voce è normale come quando si parla tra amici; l’attenzione è reciproca e coglie ogni sfumatura; l’equivoco e l’errore si risolvono subito; anche le curiosità possono trovare appagamento. Se insegni il saluto italiano e chiedi come si saluta nell’altra lingua e poi lo ripeti, provochi sorpresa, piacere e consolazione nello studente, che si sente accolto con simpatia e, sentendo la tua pronuncia imperfetta, si consola della sua, che gli correggi continuamente. Anche lui – o lei – può insegnarti e correggerti! Questo è un acceleratore notevole nell’apprendimento. Senza ricorrere (come si farebbe in classe) ad un test di ingresso generale, che avrebbe l’effetto di lusingare qualcuno e mortificare altri, il rapporto diretto permette di esplorare in tutta naturalezza la condizione dell’allievo che si presenta per la prima volta”.

Sono parole che rispecchiano l’esperienza degli insegnanti presenti, come conferma Marisa Bidone, coordinatrice dei 20 insegnanti della scuola del Comitato: “I nostri studenti arrivano in punta di piedi, quasi chiedendo il permesso di imparare, come se non fosse un loro diritto. Imparare la lingua vuol dire avvicinarsi ad un sogno: un lavoro, una casa. In questi ultimi venti anni è completamente cambiata la loro provenienza. Intercettare il loro vissuto, il loro bisogno fin dal primo incontro è fondamentale per accogliere. Quello che succede a scuola è che dopo un po’ che sei lì e parli o ridi insieme a loro scompare l’insegnante e lo studente, l’italiano e lo straniero, rimangono solo Abdel e Anna, Mamoud e Mario. Persone che vogliono stare insieme, che vogliono imparare gli uni dagli altri, che vogliono dare un senso alle proprie vite”.

Luca Burioni e Roberto Marini, che hanno lavorato intensamente per coinvolgere tutte le scuole e le Istituzioni cittadine, si dicono soddisfatti, soprattutto perché è l’inizio dIMG-20170311-WA0000i una rete che vuol dire: intensificare la conoscenza, attuare una fattiva collaborazione per attuare un servizio sempre più efficace per l’integrazione.

Collaborazione che i tre direttori didattici dei Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti (CPIA), Norbert Künkler, Michele Raggi, Maurizio Ambrosini, affermano di voler perseguire in modo più continuativo.

Emanuela Fracassi, assessore del Comune di Genova, valorizza la presenza di questa vivace rete di scuole che arriva a più di mille alunni l’anno come un esempio quanto mai virtuoso di cittadinanza attiva.

Le conclusioni di Luca Borzani aprono un orizzonte oltremodo stimolante: Voi siete costruttori di percorsi di futuro, date un volto alle persone, operate per processi di integrazioni reali. Esattamente l’opposto della cosificazione delle persone che viene spesso attuata dagli imprenditori della paura. Uno degli aspetti della rete che state pensando è quello di avere una voce pubblica, una voce fondamentale per il futuro della nostra comunità”.

a cura di Maria Luisa Anselmo

(1) http://www.eraldoaffinati.it/pennywirton.asp

Vedi video:    http://video.repubblica.it/edizione/genova/eraldo-affinati-a-genova-come-insegnare-l-italiano-agli-immigrati/270172/270625?video&videorepmobile=1

Vedi Galleria fotografica:                                        https://drive.google.com/drive/folders/0B-LYbit7LvLVU1pTaHdZYUlJdGM?usp=sharing

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Una risposta a “L’INSEGNAMENTO DELL’ITALIANO AI MIGRANTI: INCONTRO DI RIFLESSIONE CON ERALDO AFFINATI”

  1. I vostri servizi con le vostre foto rendono partecipi anche chi non ha potuto parteciare. Certo vivere di persona è più bello ma mi sembra che no si perda nulla del messsaggio delle varie iniziative…

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