Per scrivere il profilo di Gabri sarebbe bastato raccogliere tutti messaggi arrivati spontaneamente quando l’11 luglio 2024, all’età di 78 anni, è ritornata al Padre, dopo un lungo periodo di una malattia neurologica, che le aveva reso difficile muoversi e ridotto molto la sua autonomia.
Come Gabri desiderava, la messa per lei è stata una “festa” semplice e profonda. “Il lutto è come un appuntamento che il Signore ci ha dato per vivere in cieli nuovi e terre nuove” così aveva scritto qualche tempo fa a una sua nipotina e al funerale si è respirata quest’aria. Durante l’omelia don Fulli, attuale rettore del seminario, ricordava che il nome con cui ora è conosciuto da tutti, era stata un’invenzione di Gabri, quando era un giovane sacerdote della parrocchia: infatti i giovani lo chiamavano Fulli, ma il parroco non ne era contento e Gabri per mettere pace fra tutti aveva proposto: “Perché non lo chiamiamo Don Fulli?” e tutti si erano trovati d’accordo. Essere Parola vissuta, portare il Vangelo essendo Parola vissuta, con semplicità nel quotidiano, come ancora sottolineava don Fulli, ci è sembrato il suo testamento spirituale.
Nata in una famiglia in cui si respirava la fede cristiana, fin da giovane si era impegnata nell’Azione cattolica, sui vent’anni aveva conosciuto da don Fortuna, il suo parroco, il Movimento dei Focolari e vi aveva aderito facendone propria la spiritualità. Con Aurelio Firullo, il suo fidanzato, condivideva l’impegno in parrocchia.
Dopo il matrimonio, arrivano uno dopo l’altro, quattro bambini. Aurelio, ancora giovane, lavora e studia per conseguire il diploma. Quando nasce il quinto figlio, il marito di Gabri lascia la famiglia. Gabri non darà mai un giudizio negativo su suo marito, anzi cercherà in ogni modo che i figli mantengano i rapporti con il padre e sarà sempre disponibile per una festa in famiglia, in occasione ad esempio di un compleanno. Quando, ormai anziani, Aurelio si ammala gravemente, Gabri, per facilitargli le cure mediche, lo accoglie nella sua casa e lo assiste fino al decesso.

Una vita dunque non facile, ma nonostante il lavoro e l’impegno per la famiglia, trova sempre tempo per gioire per la bellezza della natura e per donarsi: catechista in parrocchia fino al sopraggiungere della malattia, impegnata nel servizio ai più poveri con il Comitato di Umanità nuova nel centro storico della città e con gli zingari dei campi del suo quartiere, per molti anni referente di nucleo, sempre presente e attiva ad ogni iniziativa del Movimento.
Alla sua morte, scrive Caterina Lanzarotto, per anni delegata di zona delle volontarie: “Ho conosciuto una giovanissima Gabri poi presto sposa e madre con l’Ideale nel cuore, e quindi coerente al Vangelo vissuto anche nelle situazioni umanamente più difficili. Eppure quando avevo l’occasione di incontrarla, la serenità, la pace, il sorriso che ti rivolgeva aveva la dolcezza di sempre e non potevi non pensare che chi aderisce al disegno di Dio sulla propria vita, non teme nulla, perché ha costruito la casa sulla roccia. E ogni giorno c’era ancora tempo per gli ultimi, per andare a trovare i nomadi nel loro accampamento, raccogliere fondi per loro partecipando ad organizzare mercatini in giro per la città e a tante altre iniziative condivise. Ed infine ci hai mostrato la suprema bellezza e forza di un cuore capace di perdono e di amore. Per tutto questo, Gabri, ti accompagniamo in Paradiso con la preghiera e con il nostro GRAZIE”.
A cura di Tiziana Brunengo
Conoscevo pochissimo Gabri , ma dopo aver letto questo bel Profilo è come se l’avessi conosciuta davvero …ringrazio quindi Tiziana e chi ha contribuito a prepararlo …abbiamo un’altra Sorella che ora ci segue dal Cielo ..una Famiglia Allargata tra Terra e Cielo …grazie e preghiere, OscarSic
Grazie davvero Gabri, la Tua Fede, il Tuo Amore verso Tutti, il Tuo Patire, il Tuo Tutto sono state ricchezze enormi per me e tante tante persone. Grazie Gabri!