MARIA GRAZIA BANCHIERI: appassionata per l’umanità

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31 gennaio 1930 – 08 agosto 2024

Maria Grazia Boccardo Banchieri  è nata a Genova il 31 gennaio 1930 da una famiglia di farmacisti; lei stessa farmacista ha svolto per molto tempo la professione.

Conosciuto il Movimento dei Focolari negli anni sessanta a Genova ha aderito subito con slancio all’Ideale di Chiara, mettendosi al servizio dell’Opera con generosità e rispondendo alla chiamata come volontaria di Dio.

La sua parola di vita era “Si diede per me” ed ha vissuto con fedeltà i punti della spiritualità incarnandoli nella vita di tutti i giorni. Grande era la sua sensibilità per l’umanità, in particolare per i più fragili. Donna dotata di tanti talenti intellettuali e professionali non si è risparmiata nel metterli a frutto con fine sensibilità per il bene delle persone.

Quando fu proposto anni fa a lei e a suo marito di prendere in affidamento un giovane, loro scelsero quello più problematico e lo trattarono sempre come un figlio.

Come volontaria Maria Grazia ha testimoniato con radicalità e fedeltà fino all’ultimo l’Ideale di Chiara: quando non poteva più muoversi e la maculopatia le aveva portato via la vista, usava il telefono per raggiungere volontarie e non, soprattutto anziane e malate, per ascoltarle e sostenerle.

Negli anni ’80 aveva dato vita nel centro storico (un tessuto all’epoca fortemente degradato) all’associazione Comitato Umanità Nuova con il desiderio di essere al servizio della sua città operando nel campo sociale, educativo, culturale e ambientale, interessandosi all’uomo in tutta la sua realtà (salute, lavoro, casa, istruzione, …).

In collaborazione con le Istituzioni locali, Provveditorato agli studi e Provincia, erano stati organizzati concorsi e mostre di pittura per le scuole: la vendita degli elaborati aveva permesso di restaurare alcune Edicole Votive ed un portale della Basilica delle Vigne.

Con Maria Grazia si erano avviati la prima scuola di alfabetizzazione per stranieri, una scuola e un laboratorio di cucito ed alcune azioni nei quartieri periferici.

In occasione del trasferimento di una famiglia nel quartiere di Begato, Maria Grazia e tutta l’associazione – in collaborazione con la scuola, la Parrocchia e le Istituzioni locali – avevano contribuito concretamente a migliorare la situazione ambientale e tutta una rete di rapporti umani.

Particolare sensibilità nutriva poi per la Comunità Rom, per la quale si era spesa per la loro integrazione, coinvolgendo la popolazione di un quartiere di Genova con positivi risultati.

L’attenzione che Maria Grazia aveva per ogni persona e per ogni situazione difficile era emersa anche nelle azioni concrete attuate durante la guerra in Bosnia: si era prodigata per raccogliere fondi, per far operare in Italia bambini gravemente feriti, per tante necessità delle persone bosniache.

L’attività scaturita dal pensiero di Maria Grazia aveva poi fatto sì che il Comune di Genova conferisse nel 2001 la Cittadinanza Onoraria a Chiara Lubich.

Fu Chiara stessa a dare al Comitato Umanità Nuova il nome di “Maria madre della speranza”. Mentre Emmaus, dopo aver letto il libro scritto da Maria Grazia “Su e giù per i vicoli di Genova”, in cui sono raccolte tante esperienze, aveva scritto: “Il libro è una forte testimonianza di quanto opera il Vangelo vissuto. E’ edificante ripercorrere la storia iniziata da un piccolo seme e che ha coinvolto anche le Istituzioni”. (Vedi articolo di Silvano Gianti sul suo Libro-Qui)

E’ stato scritto di lei: “Vogliamo ricordarla per la sua passione e l’impegno per gli ultimi, per il coraggio di affrontare situazioni difficili e per le soluzioni ritenute improbabili, ma efficaci e realizzate.”

In uno scritto al nucleo, Maria Grazia diceva come avesse scoperto il tesoro nascosto in quel suo ultimo spicchio di vita: si sentiva libera e spinta ad offrire ogni sua sofferenza stando attenta a riconoscere l’Amore in cui ogni gesto si può celare.

Grazie Gesù, non riesco… non vedo… non sento… non posso… Che ricchezza! E tutto può arrivare attraverso la Tua misericordia ai miei fratelli.” E ancora: “Carissime tutte, amiamoci così da avere Gesù in mezzo che consolerà Gesù Abbandonato”.

A cura di Anna Zoratti


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