In Italia capitano le cose più strane. Nel pieno di un’estate bollente, o forse proprio per questo, per i conseguenti effetti a livello…cerebrale, c’è stato chi – e con i botta e risposta sono intervenuti diversi – ha riproposto il discorso dei cattolici in politica, sul come dovrebbero comportarsi. Io ho avuto la fortuna (?!) di seguire abbastanza il confronto, anche perché costretto a lungo in casa da un malessere fisico. E un giorno che ero uscito per una ricorrenza alla quale non potevo mancare, a metà luglio, sono stato puntualmente “beccato” sull’argomento da una gentile signora. Anzi, a dire il vero, ho subito da lei una specie di aggressione (che, secondo mia moglie, mi ero meritato perché, alla sua provocatoria domanda su cosa fanno i cattolici in politica, avevo risposto che “fanno quello che possono”. Apriti, o Cielo!).
Ma, venendo al confronto di questa estate, pure con firme autorevoli, a me pare non siano emerse novità o proposte di particolare utilità per gli “impegnati”, e sia nel campo delle idee che in quello dei programmi politici. Con linguaggio aggiornato, anche da chi scriveva è emersa la tradizionale “anima” dei cattolici liberali o dei cattolici democratici o di chi…si colloca nel mezzo. Naturalmente, la Dottrina sociale della Chiesa è stata ripetutamente “scomodata”. E in modo generalmente pertinente. Non mi sembra invece che, dall’insieme degli scritti, sia chiaramente emerso – e quindi sottolineato – che la Dottrina sociale cristiana, applicando le Scritture, pone al centro del suo interesse la persona umana nella sua integralità (e non la sua libertà, la sua socialità, ecc.). In coerenza a un presupposto del genere, i cattolici impegnati nelle diverse formazioni politiche troverebbero più facilmente una convergenza. Se l’attività politica avesse sempre come obiettivo il bene della persona, questioni come quelle del lavoro, della famiglia, degli immigrati…approderebbero con minori difficoltà a soluzioni condivise. I cattolici operanti nei partiti e nelle istituzioni dovrebbero impegnarsi per questo. Un argomento che – se non erro – non è stato affrontato nel confronto di cui si parla è anche quello del “bene comune”. Ad esempio: come affrontare il problema dei migranti nell’ambito del bene comune di un determinato territorio?
In definitiva, occorre un approfondimento del pensiero sociale cristiano per chi intende impegnarsi in politica. E per questo la Conferenza Episcopale Italiana ha recentemente favorito lo svolgimento di un corso nazionale per giovani, realizzato da una grande organizzazione cattolica.Il Compendio della Dottrina sociale della Chiesa rileva, più in generale, che il mondo contemporaneo è segnato da una profonda frattura tra Vangelo e cultura, una frattura che esige una nuova “inculturazione della fede”. E che, per questo, la “nuova evangelizzazione” comprende ora anche l’annuncio di tale Dottrina. A noi resta solo da studiarla!
Paolo Venzano