“Mancano figure capaci di dettare o suggerire ideali e passioni degne per cui spendersi”, ha scritto un insegnante su “Avvenire” (lettere al Direttore) del 27 ottobre 2017.
Gli ha risposto…il beato Giuseppe Toniolo (come a dire colui che ha introdotto in Italia le Settimane sociali dei cattolici italiani, proprio come quella appena conclusasi a Cagliari), nato nel 1845 e di cui ricorrerà il centenario della morte nel 2018: “Noi credenti sentiamo, nel fondo dell’anima, che chi recherà a salvamento la società presente non sarà un diplomatico, un dotto, un eroe, bensì un santo, anzi una società di santi!”. In effetti, il Toniolo aveva speso tutta la sua vita e la sua opera, sia di studioso che di docente universitario e di laico instancabilmente impegnato, proprio per la costruzione di una “società di santi”. Conoscendo bene Giuseppe Toniolo (perché sul suo pensiero sociale e politico ho scritto la mia tesi di laurea in Scienze Politiche), io credo che si parlerà sempre di più di questo personaggio, quanto meno in Italia e nel mondo cattolico (e specie nel 2018), anche per il fascino che trasmettevano appunto i suoi “ideali”, le sue “passioni” e l’intera sua vita, oltre che per l’oggettivo valore delle sue ricerche e acquisizioni nel campo delle scienze sociali.
Ma veniamo all’attualità e all’argomento che mi sono proposto di trattare, anche se in modo necessariamente sommario e incompleto. Di Toniolo tornerò a parlare in seguito (se questo Sito vorrà ancora ospitarmi…).
Necessità di impegnarsi. Anche oggi (non meno di ieri…) i cattolici italiani si trovano ad affrontare la medesima sfida: dimostrare con i fatti che è possibile trarre dall’ispirazione cristiana luce e forza per guidare il cambiamento, per riformare laddove necessario le istituzioni e per rinnovare la politica, senza integrismi e nel pieno rispetto della laicità e del pluralismo. Certo, per raggiungere il traguardo di una democrazia adulta occorre lo sforzo concorde di tutti i cittadini di buona volontà. Tuttavia – come già avvenne quando si dovette ricostruire l’Italia distrutta dalla guerra e dal fascismo – i cattolici hanno un contributo specifico da recare, un contributo che non possono delegare: quello di essere cristiani veri, coerenti, che mettono l’amore anche nell’attività politica, con tutto quello che ne consegue.
Un partito di ispirazione cristiana? Su “Avvenire” del 9 settembre 2017 il vescovo emerito di Prato, Gastone Simoni, nel presupposto che “qualcosa di (positivamente) nuovo” è possibile nell’attuale situazione italiana, auspica la costituzione di un partito democratico di vera ispirazione cristiana. Un partito unico, dice, anche se – aggiunge – qualcuno preferirebbe la presenza di due analoghe formazioni politiche, di cui una operante di più sul centrosinistra e una di più sul centrodestra. Una presenza di quest’ultimo genere, ricordo, era anche l’auspicio che Alcide De Gasperi aveva espresso nel primo dopoguerra. Per la cronaca, mutuando da Oltremanica De Gasperi parlava di una possibile futura collaborazione fra “cattolici conservatori” e “cattolici laburisti”.
Rispondendo al vescovo, il direttore di “Avvenire” Marco Tarquinio afferma di ritenere improbabile, nel quadro attuale, la nascita di un soggetto politico unitario di ispirazione cristiana e di essere sempre più convinto che “qualcosa di nuovo” potrà essere possibile “solo con il passo indietro o almeno di lato di quanti, pur dichiarandosi “cristiani”, sono stati sinora e ancora stanno sulla scena politica con piglio e attese “poltroniste” da feudatari o da satrapi”.
Dato l’indubbio interesse dell’argomento, Carlo Cefaloni riporta l’accennato dialogo nel numero di ottobre della rivista “Città Nuova”, aggiungendo le sue personali considerazioni, di sostanziale scetticismo rispetto a quelle del vescovo.
A questo punto, un eventuale lettore potrebbe chiedermi: e tu che ne pensi? Ebbene, io penso che, nonostante le giuste e pesanti argomentazioni di Tarquinio e Cefaloni, un tentativo nel senso auspicato da Mons. Simoni potrebbe e dovrebbe essere fatto. Ma, ciò, previa una sorta di Costituente del mondo cattolico attinente, in particolare, al programma politico (una Settimana sociale “ad hoc”?).
Nel momento presente, con la velocità di trasmissione delle notizie e con la sensibilità che sappiamo, se i cittadini italiani venissero a conoscere nomi e propositi di un partito del genere (un partito democratico e pulito, che laicamente si ispira alla Dottrina sociale della Chiesa e all’insegnamento ed esempio di Papa Francesco) potrebbero anche premiarlo col voto. E premiarlo al di là di ogni aspettativa. Macron in Francia e Kurz in Austria non insegnano nulla?
Paolo Venzano
la proposta é interessante. I cattolici, anche per le delusioni delle aspettative politiche del passato, non sanno più “fare squadra” nel senso di impegnarsi insieme e spendersi personalmente per il bene comune. Se la teoria che: “toccato il fondo poi si risale” effettivamente oggi vedo spazzi utili per costruire più che un partito un movimento d’opinione laico e principalmente cattolico con un gruppo dirigenziale che ridipinge le regole dell’impegno politico e indicano all’elettorato persone politiche in lista (anche di partiti diversi) che sottoscrivano le regole del movimento. Questa é la mia opinione.