5 Risposte a “PER UNA VITA DIGITALE ECOLOGICA AI TEMPI DEL CORONAVIRUS – di Daniela Baudino”

  1. Molto interessante l’ articolo, invito a leggerlo bene.
    Purtroppo non possiamo non stare nei Social, ma certo le tue osservazioni e indicazioni sono importanti .

    Su whatsap che tutti hanno, i Gruppi che nascono per uno Scopo o Finalità, poi finiscono per diventare un Grilletto Facile e continuo di CONDIVIDI CONDIVIDI CONDIVIDI….e a tutte le ore…
    Io nel mio Profilo ho scritto: PRIMA DELLE 8 E DOPO LE 22.30 SOLO COSE URGENTI…ma ..

    Su Facebook, ormai troppo usato dai Politici , se leggi i Commenti di un Post ti senti male: insulti , polemiche, minacce …..
    Sempre su Facebook, dove per fortuna ho disattivato le Notifiche, entro solo quando mi viene bene o devo mettere qualcosa : ma poi sto tremendo Algoritmo ti fà arrivare di tutto, un Bombardamento: ai tradizionali Post e Foto , ora Storie, Video di tutte le specie: dovresti non avere niente da fare per starci…

    Ma guarda , per ora mi fermo qui: Grazie Daniela, un grande saluto, Oscar

  2. Grazie Daniela, mi è piaciuto molto il tuo articolo.
    Una cosa che mi ha colpito molto in questi giorni di isolamento è che a un certo punto della giornata sento forte il bisogno di ‘silenzio’, è un po’ assurdo per me che vivo sola, però sento il bisogno di spegnere cellulare, televisione …
    A proposito di facebook con il quale ho sempre avuto più odio che amore mi sono un po’ riconciliata. Il nostro parroco utilizza questo mezzo per la messa domenicale , un modo per non perdere i contatti con i parrocchiani
    Insieme, avanti nella Divina Avventura
    Angela Roncallo

  3. Come Angela anch’io sento bisogno di silenzio: rispondo ai messaggi su watsup perchè capisco che è un modo di vincere la solitudine. Io telefono alle persone anziane e sole, ai miei parenti con cui scambio gli auguri Natale e Pasqua, ad amici persi da tempo. Come passo il tempo tra una telefonata e l’altra? Metto in ordine i documenti e con grande commozione ho ritrovato le lettere dei miei genitori che mi scrivevano quando ero in collegio a Genova e all’Università a Roma. So o gli anni ’60-70, quando c’era il telefono fisso e basta. La loro calligrafia, quella carta ingiallita quelle frasi che traboccano di amore, di tenerezza non possono essere sostituiti da nessun social, nessun computer.. Non demonizzo il progresso, anzi, ne faccio uso, ho gioito quando con il semplice telefono tutto il nucleo si è ritrovato a scambiare notizie, sensazioni, ognuno nella propria casa. Ma la fatica di cercare la carta, la penna, la busta, comprare il francobollo, uscire per andare ad imbucare ha un’altra valenza. Mi sono imposta di chiamare al telefono le persone e mandare messaggi il meno possibile, se non per girare cose importanti o divertenti. Voglio recuperare quel rapporto umano, di carne. Purtroppo solo vocale in questo periodo ma voglio perseguirlo anche dopo “il liberi tutti”

    1. Che bella questa cosa, Maria Vincenza!
      Credo che il verbo che descriva bene questo periodo possa essere “SCOPRIRE” … perché davvero possiamo scoprire tante cose belle magari un po’ “sepolte”. Come quei rapporti che possiamo rimettere in moto o le fotografie dentro ad un cassetto 🙂
      E concorso su questa cosa del riscoprire il desiderio del rapporto con l’altro .. io ad esempio nel mio piccolo sto riscoprendo, non avendo altri contatti, il piacere di sentire la voce delle persone, attraverso una telefonata o anche solo in un messaggio vocale 🙂

  4. Grazie Angela della tua condivisione … faccio la stessa esperienza, che pur essendo da sola ad un certo punto devo proprio chiudere tutto.
    Credo – e spero – che questa esperienza potrà lasciarci in eredità tante buone pratiche, per la nostra vita “digitale” 🙂

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