VERSO IL SINODO DEI GIOVANI – INTERVISTA AD EMANUELE PILI

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Fra un anno, ad ottobre 2018, si terrà la XV Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi sotto il titolo “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”. Già si stanno organizzando seminari e incontri preparatori. I giovani “rappresentano una delle ‘vie’ privilegiate della Chiesa, soprattutto in un’epoca di grandi cambiamenti qual è quella che viviamo”, ha detto ancora il segretario generale del Sinodo dei Vescovi Mons. Baldisseri. Anche diversi dicasteri Vaticani lavorano alla preparazione di questo appuntamento.

Abbiamo incontrato Emanuele Pili, 28 anni, dottorando in filosofia presso l’Università di Genova, che è stato chiamato a far parte della commissione costituita della Congregazione per l’Educazione Cattolica.

State lavorando alla preparazione di questo sinodo che si terrà fra un anno. In concreto qual è attualmente il vostro lavoro?

«I dicasteri più direttamente impegnati nella realtà giovanile portano, in vario modo, un contributo alla preparazione e allo svolgimento del Sinodo. In questo senso, la Congregazione per l’Educazione, sotto la guida di Mons. Zani, ha riunito un gruppo di persone – giovani e meno giovani, laici e consacrati – per pensare a quella grossa fetta di realtà giovanile impegnata nello studio, sia quello scolastico di secondo grado, sia quello universitario. In concreto, a partire da una serie di studi già esistenti e dall’Instrumentum laboris, abbiamo elaborato un questionario da sottoporre, in maniera controllata, agli studenti di scuole e università (soprattutto cattoliche, ma non solo), costruendo le domande in modo da poter ottenere un quadro orientativo e significativo, a livello mondiale (capite bene la difficoltà!), dei desideri profondi che animano la vita dei giovani, dei loro riferimenti valoriali e relazionali, del loro coinvolgimento nella dimensione religiosa, civile e sociale. Proprio in questi mesi, il questionario raggiungerà le scuole e le università dei vari continenti. Crediamo che la notevole complessità dell’elaborazione, dovuta – come si può immaginare – al dover tener conto della diversità culturale, linguistica, sociale, di età…, abbia trovato una valida sintesi, che consentirà, nel secondo step del lavoro di questa commissione, di interpretare con una buona approssimazione la condizione dei giovani studenti del mondo. Il documento conclusivo e i risultati del questionario saranno a disposizione del Sinodo».

Cosa si aspetta un giovane dal Sinodo sui giovani?

«Personalmente, mi aspetto che le parole di Papa Francesco diventino “fatti”. Quindi, mi aspetto che i giovani siano veramente i protagonisti, con le loro fragilità e con le loro forze. La Chiesa è molto esigente con i giovani, e forse oggi lo è più ieri, perché nel mondo globalizzato, spesso confuso e tendenzialmente sempre più secolarizzato, specie in Occidente, intraprendere scelte radicali non è un fatto comune. Ma la Chiesa fa bene ad essere esigente, perché la vita è una cosa troppo seria, e sul serio va presa. Il Sinodo sarà l’occasione per mettere bene a fuoco i contesti dove il desiderio del giovane può fiorire, con tutta la sua carica innovativa. Certo, questo desiderio non fiorirà mai fino a che non vedrà qualcuno che perde forze, tempo e sangue per lui. Senza qualcuno disposto a morire per lui. Senza qualcuno, insomma, che gli replichi la vita di Gesù. La Chiesa, nel suo percorso sinodale, è forse chiamata a pensare una prassi rinnovata, un modo rinnovato di essere per i giovani: una prassi e un modo che, sempre di più, le permettano di essere la replica fedele della vita e dello stile di Gesù».

Come vorresti la chiesa?

«Mi piace pensare alla Chiesa come ad un “luogo di luoghi”, cioè come ad una grande Anima nella quale ognuno può liberamente convergere e sentirsi a casa per quello che è, anche se si dice non-cristiano. Nella consapevolezza, però, di proseguire il percorso della propria vita insieme ad altri compagni di viaggio. Mi piace l’idea di questa Chiesa larga, che fa spazio a tutti, incondizionatamente: una Chiesa che non si appropria di Gesù Cristo come di una verità esclusiva, perché Egli è una verità più grande di lei, nella quale essa – con tutti gli altri – è contenuta. Come diceva Benedetto XVI, nessuno ha la verità, ma è la verità che ci possiede. E tutti siamo in cammino verso di lei».

Silvano Gianti

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Una risposta a “VERSO IL SINODO DEI GIOVANI – INTERVISTA AD EMANUELE PILI”

  1. Un bell’ articolo, e delle risposte importanti e profonde.
    Grazie Emanuele e Grazie Silvano.
    Siamo in cammino, possiamo farlo insieme giovani e …meno giovani…oscar

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