VIVERLO (IL CARCERE) DALLA PARTE DEI DETENUTI – 2parte

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Ed eccoci a pubblicare la 2parte della toccante testimonianza di Franca Martino Linaro nel suo servizio di volontariato tra i detenuti. QUI PUOI LEGGERE LA 1 PARTE.


..Un coro con i detenuti….

Canto in un coro della nostra comunità locale e l’anno scorso mi viene l’idea di organizzare un coro con i detenuti, per animare la messa di Pasqua, coinvolgendo una mia amica maestra di canto. Chiedo alla Direzione l’autorizzazione per realizzare questo progetto. La Direttrice acconsente e cominciamo le prove; non c’è un gran numero di persone, ma sufficienti per un bel coro. Un giorno mentre proviamo  “Resurrezione”, si avvicina a noi un detenuto. Ama scrivere e cantare il “rap” e vorrebbe inserire in quella canzone un pezzo suo. Senza scomporci, gli diciamo: va bene, leggi il Vangelo di Pasqua e vedi di tirare giù qualcosa che ci stia bene. Lui lo fa e poco dopo ci canta il suo pezzo. Ai  detenuti piace molto e sono tutti contenti, insieme cambiamo qualcosa o aggiungiamo, ma alla fine è proprio un bel risultato.

Mezz’ora prima della messa di Pasqua, però, il detenuto non se la sente più di cantare, è depresso, perché ha saputo che la sua compagna lo ha lasciato. Comincia la messa. Ma ecco che, sul finale, al momento di cantare “Resurrezione” ad un tratto il detenuto si alza, canta con forza il suo pezzo e dopo di lui tutti insieme, con forza, concludiamo il canto. Alla fine, a sorpresa, tutta la sala batte le mani: direttrice, guardie, detenuti… un momento molto bello, davvero di “resurrezione”….

…Tessera per entrare in carcere….senza scadenza…

A fine aprile 2017 dovevo rinnovare la tessera che mi autorizza all’ingresso in carcere (e in tutti i carceri d’Italia). Avevo ancora solo uno spazio, e l’anno successivo avrei dovuto rifare la tessera. Consegno la tessera alla segretaria e ritorno da lei qualche giorno dopo vado a ritirarla.

Mentre mi consegna la tessera ha uno sguardo un po’ perplesso. Prendo la tessera e nello spazio del timbro di rinnovo vedo scritto, di pugno della direttrice, a lettere maiuscole:  “TESSERA SENZA SCADENZA”. Praticamente un “fine pena mai”, quasi un “ergastolo”!… ma ero felice perché qualcosa del mio vivere il Vangelo è passato.

Per me è stato un grandissimo segno di stima e fiducia da parte sua.

….Casa per mamma con bambina all’ ospedale di Torino

Prendere su ogni caso doloroso e, dove è possibile, aiutare a risolverlo…Un giorno un detenuto tunisino mi dice a colloquio che la sua nipotina di 6 anni, figlia di una sua sorella che abita a Genova, improvvisamente l’hanno  ricoverata d’urgenza al Gaslini e le hanno subito detto che c’è un problema al cuore: occorre un trapianto. La trasportano d’urgenza con elicotttero all’ ospedale Regina Margherita di Torino… Sento dentro che devo fare qualcosa, che Gesù in lei ha bisogno di aiuto concreto, oltre che di preghiere. “L’hai fatto a me” dice nel Vangelo…e con il detenuto chiediamo allo stesso Dio di aiutare sua sorella, di confortarla…

La mamma ha altre due bambine, che ha lasciato a casa, e tutti i giorni fa Genova/Torino e ritorno, quindi avrebbe bisogno anche di un appartamento vicino all’Ospedale… Mi metto d’accordo con Gesù: per Te… Mi ricordo che ho delle amiche, le focolarine di Torino. Le chiamo e chiedo di segnalarmi qualcuno che lavori al Regina Margherita, per affidare una famiglia con un caso molto delicato. Trovo Paola, che è proprio assistente sociale nel reparto di Pediatria del Regina Margherita!

Paola si fa subito carico del problema: è proprio il mio lavoro – mi dice semplicemente.

Nel giro di una settimana Paola trova  l’appartamento (che un’associazione di Torino mette a disposizione dell’Ospedale per le famiglie dei bambini degenti), poi istruisce la pratica di invalidità per la bambina, e per il papà prepara le pratiche per le agevolazioni della legge 104. Era fine giugno 2017, la scuola finiva e tutta la famiglia si è riunita a Torino nell’appartamento vicino all’Ospedale, vivendo insieme per tutta l’estate. Il papà è poi potuto tornare al lavoro a Genova. Qualche mese fa a Denise (così si chiama la bimba) è stato trapiantato un cuore ed è tornata a casa, con grande gioia di tutti!

 …..Sportello bancario in carcere…

Spesso non basta fare i colloqui con il detenuto, ma occorre farsi anche carico, se vogliamo, dei suoi problemi pratici, burocratici, familiari. Come quel giorno che un detenuto, a cui era morta la mamma due mesi prima, mi chiede come fare a incassare i pochi soldi che la mamma aveva sul suo conto in banca. E’ figlio unico di madre divorziata. Mi faccio carico del suo problema e chiamo un amico che è direttore a Rapallo di una filiale della stessa banca. Mi dà le istruzioni, preparo tutte le pratiche, mi metto in contatto con la filiale di Sestri Ponente, risolvo tutto, spediscono l’assegno in carcere, ma non posso incassarlo io per lui, perché  l’assegno è circolare: il detenuto deve riscuoterlo personalmente, ma non può uscire. Sia la Banca che la Ragioneria del carcere non sanno dare soluzioni…Allora penso ad una soluzione molto semplice: se il detenuto non può andare in banca, il direttore della banca può entrare in carcere  con i soldi dell’assegno circolare in tasca e così anche raccogliere la firma del detenuto. La direzione è stupita di questa semplice soluzione e l’accetta. Parlo con la banca, e anche loro sono d’accordo. Così tutto è risolto e il detenuto può incassare l’assegno.

Un giorno devo andare a ritirare una somma sul  libretto postale di un detenuto. Una mia amica, dipendente delle Poste, mi dice che non si può fare, perché è stato attivato in un’altra città, e aggiunge: se venissi da me io non te lo farei. Le rispondo:  allora dirò ancora a Gesù: è per te, in quel detenuto, quindi aiutami…Così ho fatto. Dopo un lungo consulto (data la novità per loro) fra la direttrice e l’impiegato, alla fine ho potuto ritirare la somma. La mia amica non ci poteva credere!

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