Giorni orsono Paolo Mieli, il noto giornalista e storico, al telegiornale RAI delle ore 20 ha ricordato che 170 anni fa Carlo Marx pubblicava (con la collaborazione di Federico Engels) quel Manifesto del partito comunista che, per il Socialismo, segna il passaggio dall’utopia alla fase della realizzazione storica. E in effetti, come notava lo stesso Mieli, ancora oggi quasi un miliardo e mezzo di persone (quelle della Cina, ovviamente) si rifà almeno nominalmente al Marxismo. Ricordo che è proprio il “Manifesto” di Marx che come frase conclusiva lanciava il notissimo slogan: Proletari di tutto il mondo unitevi!
Sarebbe passato qualche decennio e uno studioso italiano (uno studioso e dal 2012 un beato) gli avrebbe risposto con uno slogan leggermente…diverso: Proletari di tutto il mondo unitevi in Cristo! . Ciò a significare che, mentre per il Socialismo marxista la giustizia sociale si poteva perseguire a livello globale solo attraverso la lotta, la medesima ed anzi più profonda giustizia poteva ottenersi con l’unità degli uomini in Cristo. Questo studioso si chiamava Giuseppe Toniolo.
Quest’anno in campo cattolico si parlerà maggiormente del Toniolo, un personaggio tanto grande quanto relativamente poco conosciuto, perché il 7 ottobre ricorrerà il centenario del suo ritorno al Padre.
Ho già parlato di Giuseppe Toniolo su questo sito. Basteranno allora pochi cenni per rinfrescarne la memoria. Il Toniolo era un grande come cristiano, come “attore” sociale e come studioso. Sposato e padre di sette figli, innamorato dell’Eucaristia (di cui si nutriva ogni giorno e su cui scrisse cose sublimi, anche come “fattore di incivilimento” dell’Umanità), insegnò per quasi un quarantennio Statistica, Sociologia e soprattutto Economia Politica nell’Università di Pisa. A lui si deve anche l’idea, poi realizzata da altri, di una università cattolica in Italia: quella del Sacro Cuore, naturalmente.
Consideriamolo un attimo come studioso di economia. Il suo originale contributo consiste nell’aver sostenuto, già dalla tesi di laurea e in contrasto con le dominanti (anche a livello universitario) idee liberali dell’epoca, che nell’attività economica, oltre al “movente” (certo lecito) dell’interesse e del profitto, è necessariamente presente anche il fattore etico in quanto connaturato all’uomo. E’ appena il caso di rilevare che una tale posizione avrebbe poi trovato, nella sostanza, conferma in documenti ufficiali della Chiesa (penso ad esempio alle encicliche Veritatis splendor (vedi il n.54) di Giovanni Paolo II e Caritas in veritate (vedi il n.36) di Benedetto XVI) e nell’opera degli attuali studiosi di economia civile (quali sono, ad esempio, Stefano Zamagni e Luigino Bruni).
Ora però, dopo la splendida e importante visita di Papa Francesco, dopo il suo discorso, mi è venuta l’idea di dire qualcosa su ciò che Giuseppe Toniolo avrebbe scritto di…Loppiano!
Come sopra accennato il Toniolo affermava, dimostrandolo con profondi studi di carattere storico e sociologico, che l’Eucaristia e più in generale il Cristianesimo conducono la comunità degli uomini attraverso un progressivo incivilimento a quell’ordine sociale cristiano che è sinonimo di civiltà. Per completezza di idee aggiungo che, in un contesto di questo genere, regna anche secondo il Toniolo un regime di democrazia sociale (che è quell’ordinamento civile nel quale tutte le espressioni della società cooperano al bene comune).
Il Papa ha definito Loppiano un bozzetto di città nuova, che è “agli inizi” ed è quindi in cammino verso ulteriori positivi sviluppi. L’ha anche chiamata “una realtà profetica che si propone di realizzare una nuova civiltà, attuando il Vangelo come forma di vita buona e bella”.
Sulla base di quanto sopra esposto ed “in linea” con Papa Francesco Giuseppe Toniolo sociologicamente parlando avrebbe dunque qualificato Loppiano come una piccola città caratterizzata dall’ordine sociale cristiano e a regime di democrazia sociale.
Mi piace concludere riportando – anche se già fatto in precedenza – quanto scritto alla morte del Toniolo dal suo vescovo, il Cardinale Pietro Maffi:
“Grande nella scienza, visse altamente di fede. Indagando le giustizie sociali, tra le cifre delle statistiche s’alzò alle più sublimi idealità, a tutti lasciando in eredità, esempio e richiamo, una vita di bontà, di pietà, di fatiche che, sfiorando la terra, anelava al Cielo, aspirando fervidamente e continuamente a Dio”.
Il Toniolo è uno scienziato sociale ma è anche un beato. Possiamo dunque pregare anche lui perché Loppiano diventi una comunità pienamente realizzata nel disegno di Dio, ad esempio e per il bene dell’Umanità intera!
Paolo Venzano