Nell’articolo intitolato “Un nuovo partito cattolico?”, pubblicato su questo Sito, mi ripromettevo di riferire in modo più compiuto sul cd. Manifesto “Per la costruzione di un soggetto politico nuovo d’ispirazione cristiana e popolare”, pubblicato a Roma alla fine dello scorso mese di ottobre e firmato tra gli altri dagli economisti Leonardo Becchetti e Stefano Zamagni. Ne espongo di seguito una sintesi, con l’auspicio che non ne alteri la sostanza.
Il Documento premette che trattasi di un “manifesto” (e cioè di uno scritto in cui si espongono alcuni principi e indirizzi, in questo caso in materia socio-politica ed economica) e “non ancora” di un vero “programma”. Elenca poi alcuni fenomeni “di portata epocale”, quali:
- la nuova globalizzazione
- la quarta rivoluzione industriale
- l’aumento sistemico delle diseguaglianze sociali
- gli straordinari flussi migratori
- le questioni ambientali e climatiche
- la caduta dei valori etici, sia nel privato che nel pubblico.
Per tali condizioni straordinarie, dice il Documento, appare inadeguato l’attuale sistema politico-istituzionale ed occorrono interventi nuovi e straordinari, che tengano anche conto degli Obiettivi di sviluppo contenuti nell’ Agenda 2030 dell’ONU.
Lo stesso Documento sottintende che dall’ultimo dei fenomeni elencati, ossia dalla caduta dei valori etici, discende in gran parte quel “pensiero debole” (e “liquido”) che caratterizza la società contemporanea, con tutto quanto ne deriva anche nel campo politico. Gli interventi politici proposti saranno invece espressione di quel “pensiero forte” che ha per fondamenti la Costituzione repubblicana, la Dottrina sociale della Chiesa e le varie dichiarazioni sui diritti dell’uomo.
“Riteniamo che, continua il Manifesto, oggi vi siano le condizioni per dar vita ad una nuova forza popolare aperta a credenti e a non credenti attorno ad un progetto politico di rinascita del Paese e dell’Europa”. Un progetto che, precisa il Manifesto, dovrà emergere ed essere precisato tramite il confronto democratico ed il dialogo tra tutte le persone e le forze che si ispirano ai medesimi principi.
Il Manifesto aggiunge che il nuovo soggetto politico dovrà essere tra l’altro atto a contrastare quelle forme della politica (populista e sovranista) che umiliano i corpi intermedi della società (notoriamente “fattori” di democrazia). Lo stesso “soggetto” dovrà sollecitare la transizione economica verso un’economia civile di mercato (disegnata dagli artt. 41, 42 e 46 della nostra Costituzione) e avviare l’imprescindibile ed urgente transizione ecologica. Si tratta in proposito di attuare politiche che tutelino in modo congiunto la persona, la società, la natura , come proclama con vigore l’enciclica “Laudato Si“.
Il documento indica pure alcuni interventi necessari in materia di tutela della persona umana (anche a fronte di avveniristiche prospettive al riguardo), di rigenerazione del comparto Scuola, di effettivo contrasto della corruzione e dei gruppi di pressione, di evasione ed elusione fiscale, di crescita culturale e intellettuale di impronta umanistica , di politica europea e internazionale.
A questo punto possiamo chiederci se il Manifesto, pubblicato tre mesi fa, sia stato o meno recepito – quanto meno sostanzialmente – da un partito politico già esistente in Italia. Chi segue questa vicenda è già al corrente della situazione e cioè della risposta negativa a tale quesito. In un incontro tenutosi a Milano sabato 25 gennaio i redattori del Manifesto (e cioè, lo ricordo, le Associazioni nazionali Politica Insieme, Rete Bianca e Costruire Insieme, oltre a singole personalità) hanno quindi stabilito di procedere quanto prima alla definizione del Documento politico-programmatico di quella formazione politica che al momento, convenzionalmente, è chiamata “Parte Bianca”. Entro l’anno 2020 sarà costituito il partito.
Prima di concludere, una duplice considerazione.
La prima è questa. C’è chi si è chiesto se il costituendo partito è destinato a succedere alla Democrazia Cristiana, notoriamente costituita nell’ immediato secondo dopoguerra e venuta meno nei primi anni ’90 del secolo scorso. I proponenti lo escludono decisamente (anche perché, se pur lo volessero, non ne esisterebbero attualmente le condizioni culturali e storico-politiche). Di parere opposto (seconda considerazione) sono invece coloro che il 18 gennaio scorso, e in continuità appunto col pensiero democratico-cristiano, hanno dato vita a Roma a quello che è stato chiamato “Partito del Popolo Italiano”, un partito che intende “collocarsi al centro per seguire la Dottrina sociale della Chiesa, senza spezzettarla”. Ed allora? Becchetti e Zamagni “bruciati sul tempo”? Non credo! Una cosa comunque sembra certa: che l’unità non è il valore primario dei cristiani…
Per concludere sarebbe a mio parere interessante ed utile se i lettori di questo scritto si pronunciassero sin d’ora sull’ opportunità o meno di costituire il nuovo partito, di ispirazione cristiana ma aperto anche ai non credenti, patrocinato anche da Leonardo Becchetti e da Stefano Zamagni, con le caratteristiche e le modalità (sostanzialmente democratiche) indicate nelle righe precedenti.
C’è da pensarci e, per chi ci crede, da pregare per ottenere quel “discernimento” sicuro perché viene dall’Alto.
Paolo Venzano
Gli altri articoli di Paolo Venzano sul’ argomento:
Una federazione al governo ( e i cattolici stanno a guardare…)
Cattolici e attualità politica
Cattolici e politica: urge Ri-costituente