LETTERE – Famiglia, seme di comunione e “Il Gioco delle parole”

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Riceviamo e pubblichiamo da Riccardo Poggi

Il 18 marzo, all’incontro sulla famiglia, abbiamo giocato “il gioco delle parole”. Ogni gruppo riceveva quattro parole e la proposta di creare – a partire dalle parole, come comprese dal gruppo – un “elaborato” da presentare in sala: poesia, mimo, canzone, indovinello.

So di qualcuno che si è “tirato fuori”, non considerando forse il “gioco” adatto alla propria età, o alla propria… sapienza.

Quello che aveva la forma del gioco20170318 14993 (con i cartelloni degli animali, i cartoncini delle lettere, la canzone o il mimo da fare), del “vero gioco” aveva la sostanza. Il vero gioco è relazione, creazione, espressione, apprendimento. E significato.

I ragazzi che hanno proposto il gioco avevano prima lavorato sul testo di Chiara e da lì estratte le parole, quelle che – per loro – avevano un peso maggiore, un senso, un legame col discorso della famiglia. Avevano esercitato un’arte quasi abbandonata, quella della ricerca e dell’attenzione.

Riflettere, ma anche dialogare, significa “seguire una traccia”. Una parola in un testo può gettare luce su di un nostro pensiero. Può estendere quel pensiero in modo imprevisto.
Lo stesso vale per un accenno nel discorso di colei o colui con cui stiamo parlando: un’esitazione, una battuta, un ricordo, un silenzio.
La traccia è un dettaglio, ciò che appare e subito sparisce, la traccia è un varco nello sbarramento della consuetudine e della parola vuota. In un terreno sconosciuto, la traccia è la possibilità di vita rispetto al deserto.

Per tutti, il gioco partiva dal dare fiducia20170319_125535-p1 ai ragazzi (sulla proposta, e sulla scelta delle parole) e continuava col cercare in se stessi (e nel discorso degli altri) un’eco, un’idea, una connessione, una “traccia”, appunto, che guidasse a un pensiero. E trovare, insieme, il modo più diretto o divertente per comunicarlo.

Se un po’ lo abbiamo fatto, il “gioco” ha raggiunto il suo scopo.

Tre citazioni sulla parola:

“…fatta astrazione dalla sua espressione in parole, il nostro pensiero non è che una massa amorfa e indistinta” (F. De Saussure)

“La parola ci fa uguali” (Don Lorenzo Milani)

“…la Parola di Dio ci raggiunge soltanto attraverso la parola umana, attraverso le parole umane, … Dio parla a noi solo attraverso gli uomini, mediante le loro parole e la loro storia” (Benedetto XVI)

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Una risposta a “LETTERE – Famiglia, seme di comunione e “Il Gioco delle parole””

  1. Ricevuto il bigliettino con la scritta “cane”, scherzando con un vicino ho detto che, come razza, mi sentivo un po’ un “bastardino”…, ma comunque ho seguito il mio gruppetto e, pur avendo contributo poco come idee, ho cercato di fare unità a chi invece le ha avute e le ha messe in comune. Sono stato volentieri al gioco, con la significativa sorpresa finale di trovarci insieme “cani e gatti”.
    Grazie a Ric per la sua profonda analisi.
    Agostino

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