A seguito dell’articolo di Luigi Picena “Una riflessione sull’Italicum” pubblicato l’11/2/15 su questo sito, diamo spazio ad una riflessione di diverso taglio: augurandoci che i due articoli, nella loro diversità, stimolino i lettori a ricercare e maturare una propria opinione consapevole.
A mio parere la maggioranza dei cittadini non è contraria alla legge, come invece è la tesi dell’articolo di Picena, perchè è stufa della ingovernabilità del Paese ed avversa la volontà – inconfessata ma evidente di molti politici – di ritardarne l’approvazione, perchè essa potrebbe mettere a rischio le loro poltrone, tutte nate non già da voti di preferenza ma da quelle nomine delle segreterie dei partiti che adesso tutti sembrano aborrire.
La politica è l’arte del possibile e tutti sappiamo che Matteo Renzi avrebbe preferito una legge elettorale diversa e molto vicina alle tesi della minoranza del PD esposte nell’articolo; il fatto incontestabile è che Renzi dopo più di dieci anni ha trovato una formulazione approvata dalla maggioranza del suo partito, che è riuscita a superare le “forche caudine” di un Senato in cui i soli voti del PD non sarebbero stati sufficienti ad approvarla.
Modificare adesso ancora la legge alla Camera, significherebbe dover poi tornare al Senato dove, essendosi modificati gli equilibri politici, molto probabilmente essa sarebbe bocciata, facendo cadere il governo e portandoci a nuove elezioni con una legge elettorale proporzionale ereditata dalla Corte Costituzionale, i cui risultati sarebbero certo più rappresentativi delle volontà di tutti gli italiani che voteranno, ma che restituirebbe al più piccolo partito la possibilità di condizionare la governabilità, con i tristi risultati del passato sperimentati nei governi Prodi.
Ricordiamoci che oggi non solo un quarto dei deputati è designato dalle segreterie dei partiti, ma il cento per cento!
Il fatto che, con la nomina del capolista, nei partiti minori questi finiscano per essere gli unici eletti, non è una novità, capitava anche quando vigevano le preferenze: non mi pare poi corretto, quando si fanno considerazioni sulla rappresentanza che decide per tutti, considerare come non rappresentati coloro che non votano: in democrazia, chi non vota è evidente che delega a chi vota la sua volontà, quindi è rappresentato da chi vota.
Il fatto che la minoranza del PD oggi avversi questa legge, che pur ha recepito molte delle sue istanze, sta a mio parere nel fatto che essa non accetta che la maggioranza degli elettori del suo partito desideri un partito diverso, capace di avere il consenso della maggioranza del Paese e quindi di governarlo per modernizzare la pubblica amministrazione sottraendola al controllo dei partiti e creare lavoro per i giovani.
Un partito diverso da quello che si è abituati da decenni a gestire come se fosse di proprietà di un gruppo di persone (e famiglie) abituate a suddividere tra loro, sia pure con le migliori intenzioni di servizio per i cittadini, tutti i posti di potere della amministrazione pubblica.
Alberto Ferrucci
Leggi anche: Una riflessione sulla legge elettorale/1 di Luigi Picena
Grazie, mi sono chiarite un pò le idee
condivido e sottoscrivo quanto esposto con chiarezza da alberto ferrucci sulla legge elettorale di prossima (speriamo) approvazione.Comprese le considerazioni finali sulle motivazioni che spingono, ancora una volta, una parte del PD a remare contro il proprio leader. Aggiungo- per i critici in perfetta buona fede- di considerare che “il meglio è nemico del bene” e che -essendo la politica, come sottolineato ” l’arte del possibile” e non può e non deve, pena l’immobilismo che purtroppo abbiamo sperimentato, inseguire l’unanimità dei consensi.