Sabato 24 novembre scorso, all’Università Cattolica di Milano, un importante e articolato convegno dal titolo “Economia e società per il bene comune” ha fornito l’occasione per parlare compiutamente di Giuseppe Toniolo, mettendone (finalmente!) in luce l’eccezionale grandezza umana, scientifica e spirituale a cento anni dalla sua morte.
Come qualcuno ricorderà, su questo Sito io ho già parlato del Toniolo. Ma, per la mia “particolare” conoscenza del personaggio, spero sarò “capito” se ritorno su di lui anche con notazioni di carattere personale.
Mi ero da poco avvicinato al Cristianesimo e dovevo preparare la tesi di laurea in Scienze Politiche. Per caso incrocio a Genova un giovane sacerdote, un intellettuale, che porgendomi la mano nel saluto mi dice: “E perché non la fai su Giuseppe Toniolo?”. Non ebbi il tempo di chiedergli chi era…Giuseppe Toniolo: e chi era costui? Mi precipito alla biblioteca universitaria, leggo qualcosa su di lui, decido per il sì, consulto e convinco a fatica il futuro relatore della tesi, che nella specie è il titolare della cattedra di Storia delle dottrine politiche…Concordo di parlare delle idee politiche di Giuseppe Toniolo nel quadro del pensiero socio-politico dell’epoca e cioè della seconda metà dell’Ottocento.
Ma alla biblioteca universitaria hanno l’Opera omnia del Toniolo, e cioè le decine dei suoi volumi suddivisi per materia e adeguatamente rilegati. Nei giorni successivi comincio dalla vita …e sono “fritto”! Perché, per un giovane aspirante cristiano, l’esistenza del Toniolo è fulminante. Come per me sarebbe stata in seguito la vita di Chiara, la vita di Foco…In biblioteca da un argomento passo a un altro, anche non attinente la tesi…Volevo sapere tutto, tutto mi attirava…Indispettisco il commesso che ritira la richiesta e distribuisce i libri: scusa, sai, ma non potevi chiedere subito tutti i libri di tuo interesse? No, non potevo! E così, nelle decine e decine di “visite” alla biblioteca conosco il piccolo Bepi, che era nato a Treviso nel 1845, lo seguo al liceo classico di Venezia e infine alla facoltà di Giurisprudenza di Padova. Toniolo da subito rivela il possesso di un’intelligenza straordinaria. Ma anche la sua vita è un capolavoro (già l’assistente spirituale del liceo scriverà alla mamma che “Giuseppe è un angelo”). All’università i professori (di cui alcuni economisti di fama) lo notano. E, dopo incarichi di insegnamento di minore importanza, ne ottiene un primo all’università. Ma qui siamo alla scienza, di cui dirò.
Col senno di poi posso affermare che l’attrattiva esercitata dal Toniolo derivava (e deriva) dal fatto che siamo di fronte a una persona realmente realizzata sia sotto l’aspetto umano che cristiano: una persona realizzata come sposo unitissimo alla sua Maria, come padre equilibrato e affettuoso, come docente universitario (di economia e sociologia) che invitava a casa sua gli studenti per integrarne la preparazione…Quello che non si vedeva era il suo lavoro notturno e la costante, profonda unione a Gesù.
Nella scienza economica, il Toniolo è stato un vero innovatore. Lo dice già il titolo e il contenuto della “prolusione” al suo primo corso di insegnamento universitario a Pisa: l’elemento etico quale fattore intrinseco delle leggi economiche. E qui è il caso di soffermarci un momento. In quel periodo, la maggioranza degli economisti aderiva alla economia classica, secondo cui (cosidetta teoria della mano invisibile dello scozzese Adamo Smith) il comportamento egoistico individuale conduce al risultato collettivo più desiderabile. In altri termini, secondo gli “economisti classici” l’elemento etico (in poche parole: la morale) può eventualmente rientrare nell’agire, ma mai nelle leggi economiche come invece sosteneva il Toniolo. Aggiungo solo, per rilevare la lungimiranza del Toniolo, che oggigiorno sostengono la validità economica e sociale delle sue teorie economisti di notevole spessore e di nostra comune conoscenza quali Stefano Zamagni, Luigino Bruni, Vittorio Pelligra, Leonardo Becchetti, Benedetto Gui, Alessandra Smerilli ed altri.
E che dire delle encicliche Caritas in Veritate (di Papa Benedetto XVI) e Laudato sì (di Papa Francesco) che anche implicitamente sposano appieno lo stesso assunto? Dice, ad esempio, la Caritas in Veritate che “nei rapporti mercantili il principio di gratuità e la logica del dono come espressione della fraternità possono e devono trovare posto entro la normale attività economica. Ciò è un’esigenza dell’uomo nel momento attuale, ma anche un’esigenza della stessa ragione economica” (n. 36).
Ma Giuseppe Toniolo (che io familiarmente e affettuosamente chiamo “Bepi”) fu anche il fondatore nel 1907 delle Settimane sociali dei cattolici italiani, fu promotore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, fu fautore dell’unità politica dei cattolici e persino europeista ante litteram…
Ho accennato alla politica. In questo campo il Toniolo, per una serie di ragioni che ne sconsigliarono l’impegno diretto (pur avendone a mio avviso una grande attitudine: era ad esempio un oratore brillante e convincente, oltre che ovviamente preparato), con i suoi studi e la sua variegata azione sociale fu solo un efficace “preparatore”. Ed anche la sua celebre definizione della democrazia attiene all’organizzazione sociale e non a quella politica: “La democrazia nel suo concetto essenziale può definirsi: quell’ordinamento civile nel quale tutte le forze sociali, giuridiche ed economiche…cooperano proporzionalmente al bene comune, rifluendo nell’ultimo risultato a prevalente vantaggio delle classi inferiori”.
E’ per il surriportato insieme di ragioni che, ancora in vita, il Toniolo veniva giustamente ritenuto e chiamato il maestro dei cattolici italiani.
A questo punto una considerazione e un auspicio. Il Toniolo è morto nel 1918 (è “beato” dal 2012 e speriamo sia presto “santo”). Sembra però che lo si “scopra” solo adesso. Siccome esiste la responsabilità di noi uomini, è un vero peccato che sia passato un secolo prima di scoprirne il valore e l’insegnamento. L’auspicio è che non succeda così anche per Igino Giordani, il nostro “Foco”. Io approfitto di questo scritto per invitare caldamente a “leggere Giordani”, a leggere tutto di lui. Foco non è solo quello del “Paradiso del ‘49”. Eppure molti, troppi cattolici sanno poco o niente di lui! Quanto ha scritto il Segretario di Stato vaticano, card. Pietro Parolin, a nome del Papa in occasione del convegno sul Toniolo ricordato all’inizio è certamente valido anche per Igino Giordani. Ecco il Messaggio:
“Il Santo Padre auspica che i cattolici italiani imparino da questo loro insuperato “maestro” a interrogarsi sull’urgenza di una nuova stagione del loro impegno sociale e politico che, senza annullare le legittime differenze, si inalvei in percorsi unitari di orientamenti e propositi, sottraendo la presenza cattolica nella società alla tentazione dell’indifferenza e al rischio dell’irrilevanza”.
Paolo Venzano
Grazie, Paolo, per questo tuffo nella politica ideale!
Ho ritrovato un volume di Città Nuova del 1977, dal titolo: ketteler e Toniolo: tipologie sociali del movimento cattolico in Europa ed ho riletto le pagine di sintesi delle pubblicazioni che riflettono il pensiero di Toniolo. E’ veramente un antesignano del Movimento Politico per l’Unità!!!
Roberto Zanovello
Proprio così, Roberto. Ce l’ho anch’io il libro di cui parli tu. E, a proposito di “politica ideale”, “Avvenire” di sabato scorso ricordava che Papa Francesco, parlando all’Azione Cattolica il 30 aprile 2017, affermava: “Mettetevi in politica, ma per favore nella grande politica, nella Politica con la maiuscola!” (un’indicazione importante, che assume un particolare significato in un momento come quello odierno in cui il tema del contributo dei cattolici alla vita del Paese è al centro del dibattito). Grazie! Paolo