DOPO FIRENZE: UNA SFIDA PER LA CHIESA IN ITALIA

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Pronto l’opuscolo per attuare concretamente quanto emerso dal Convegno Ecclesiale

Uno strumento per rilanciare tutto quello che di bello è successo e non chiuderci nella sindrome dell’accerchiamento. E’ questa la definizione data dal segretario della Cei Mons. Galantino del sussidio che contiene quanto è emerso dal Convegno ecclesiale di Firenze dell’autunno scorso.

“Sognate anche voi questa Chiesa” aveva augurato papa Francesco nel suo discorso ai delegati tenuto nella cattedrale di Santa Maria del Fiore. Ora questo slogan è il titolo del volumetto: “Non si tratta della raccolta degli Atti, ma –ha spiegato Galantino – di un libro dei sogni, ma un sogno di Chiesa”.

Nella presentazione dell’opuscolo Mons. Galantino ha riGalantinomarcato con decisione: Non sono gli Atti, ma uno strumento per rilanciare tutto quello che di bello è successo”. L’intenzione è quella di “non chiuderci nella sindrome dell’accerchiamento”, la direzione è quella della “Chiesa in uscita” di Bergoglio, il punto di partenza è la rilettura della “Evangelii gaudium”.

L’unico testo integrale del sussidio elaborato dalla segreteria generale della Cei – “non un libro dei sogni, ma un sogno di Chiesa”, nelle parole del segretario generale – è il discorso del Papa del 10 novembre scorso. L’impianto centrale è una cronaca ragionata delle cinque giornate: una sorta di diario di bordo che dà conto della declinazione delle “cinque vie” attorno alle quali si sono articolati i lavori dei gruppi. Mentre la parte finale prende in considerazione i percorsi concreti di “stile” e “pratica” della sinodalità, sulla scia del Convegno ecclesiale, e “in uscita” verso il futuro, a 50 anni dal Concilio.

Quando nel maggio scorso il papa era intervenuto all’Assemblea della Cei aveva dato indicazioni precise perché a Firenze non si entrasse nel concreto dei imagesproblemi della chiesa italiana. E soprattutto non si preparassero testi destinati a restare nelle librerie e mai consultati. E poi nel discorso ai delegati in cattedrale a Firenze si era augurato: “Dio protegga la Chiesa italiana da ogni surrogato di potere, d’immagine, di denaro. I giovani costruiscano un’Italia migliore. La Nazione non è un museo. Dialogate, non negoziate, con tutti: la teologia non diventi ideologia”.

Questo auspicio è stato raccolto. E il sussidio è un invito a proseguire il cammino insieme alle persone, a contatto con la storia e nel riferimento costante alla persona e all’esempio di Cristo. Uscire è l’invito ai credenti, uscire, non solo verso ogni periferia, ma dalla retorica, dai luoghi comuni e dal politicamente corretto; annunciare le cinque vieche l’uomo non è solo, ma è oggetto di un disegno di grazia; abitare questo mondo, assumendone le sfide; educare i fratelli a vivere secondo la logica del Vangelo; trasfigurare le relazioni mediante la pratica della misericordia, che sola – ci insegna quest’Anno Santo – dà senso e pienezza alla vita umana”.

Sono riportate poi le tre parole-chiave affidate da papa Francesco: umiltà, disinteresse, beatitudine. Mentre “preparazione, ascolto e progettazione” sono le fasi successive suggerite, in un percorso ecclesiale rivolto al futuro in cui trovano spazio virtù come l’umiltà, la puntualità e l’attenzione all’altro. “L’intenzione di queste pagine è di dar forma non a un libro dei sogni, ma a un sogno di Chiesa per realizzare il quale c’è bisogno del contributo di ciascuno”, sono le parole finali dell’introduzione di monsignor Galantino, che fanno eco a quelle del Papa da Santa Maria del Fiore: “Mi piace una Chiesa italiana inquieta, sempre più vicina agli abbandonati, ai dimenticati, agli imperfetti. Desidero una Chiesa lieta con il volto di mamma, che comprende, accompagna, accarezza. Sognate anche voi questa Chiesa, credete in essa, innovate con libertà”.

          Silvano Gianti

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