8° anniversario di Chiara Lubich, donna di dialogo
Genova, Palazzo Ducale, 12 marzo 2016
Sole, temperatura primaverile, colori e aria frizzante percorrono veloci i carruggi di questo lembo di Genova storica. Il palazzo Ducale è crocevia di mostre, dibattiti, proposte, a riaffermare la caratteristica di questa città poliedrica e inesauribile.
La sala del Minor Consiglio si riempie in fretta. La comunità del movimento dei Focolari ha esteso l’invito alla città per ricordare insieme l’8° anniversario della morte di Chiara Lubich.
Di fronte al proliferare di un’informazione sensazionalista che favorisce il diffondersi di atteggiamenti di paura e diffidenza oggi si è scelto di dare spazio al dialogo, di parlare di pace e di tutela dell’ambiente con esponenti di varie religioni, per rendere attuale e viva la proposta di fraternità universale che sta al centro del messaggio di Chiara.
A portare il loro contributo sono invitati: Roberto Catalano, del Centro per il dialogo interreligioso del Movimento dei Focolari; Husein Salah, Presidente della Comunità islamica di Genova; Giuseppe Momigliano, Rabbino Capo di Genova; Gnanathilaka Mahauswewe, Monaco buddista; Savitri Devi, Unione Induista Italiana e Andrea Ponta, ingegnere ambientale.
Roberto Catalano apre la serata tratteggiando la figura di Chiara instancabile costruttrice di dialogo fra religioni e culture. Si susseguono i vari interventi. Sono apporti di millenaria sapienza al dibattito attuale sulla questione ambientale, perle tratte dai libri sacri di ogni tradizione: l’ascolto è profondo e dice stima, comprensione. A mò di intermezzo Fabrizio Giacomazzi legge, con il suggestivo accompagnamento di Guido Licastro alla tastiera, un’interessante lettera di Chiara Lubich che già nel 1990 dialogava sui temi dell’ambiente con il suo grande amico Nikkyio Niwano.
All’ingegner Ponta il compito di concludere con delle interessanti considerazioni riguardo la salvaguardia e la tutela dell’ambiente. Citando la recente Lettera Enciclica di papa Francesco – Laudato Sì – che afferma: “La crisi ecologica è fondamentalmente un appello ad una profonda conversione interiore che si deve tradurre in una conversione ecologica”, Ponta ricorda che possiamo cominciare dalla vita quotidiana, cercando di modificare il nostro comportamento, il nostro tenore di spreco, recuperando un rapporto con l’ambiente che ci circonda. E suggerisce un interessante esame di coscienza ecologico quotidiano che si riassume in 11 punti di concreto impegno. Conclude il suo intervento affermando che la crisi ecologica che stiamo vivendo è anzitutto una crisi di relazione. “Attingendo ai valori comuni sta a noi – dice – al contributo di ciascuno, riconoscere le relazioni tra le cose, gli animali, le persone e non stancarci mai di costruire e ricostruire questi legami di reciprocità responsabile tra uomini e natura”.
Silvano Gianti
Intervento di Roberto Catalano
Intervento dell’Imam Ing. Husein Salah
Intervento del Rabbino Giuseppe Momigliano
Intervento del Monaco buddista Gnanathilaka Mahauswewe
Intervento della signora induista Savitri Devi
Intervento dell’Ingegner Andrea Ponta
Lettera di Chiara Lubich a Nikkyo Niwano
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Da Saida Rachef, musulmana di origine algerina, abbiamo ricevuto questo contributo:
Sura VI
Al-An’âm
(Il Bestiame)
Il nome della sura deriva dal brano compreso tra i versetti 136 e 144.
In nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso.
versetto 38:
“Non c’è essere che si muova sulla terra o uccello che voli con le sue ali, che non appartenga ad una comunità. Non abbiamo dimenticato nulla nel Libro. Poi tutti saranno ricondotti verso il loro Signore.”(1)
Comento: Tutti le creature sulla terra per come gli uccelli sono considerati popoli e comunità simile al quella degli esseri umani. Non è stato trascurato nulla e nessuna cosa nel libro.
La creazione stessa, in tutta la sua miriade diversità e complessità, può essere pensato come un vasto universo di “segni” del potere, la saggezza, la beneficenza, e la maestà di Dio.(2)
Sura XXXIII
Al-Ahzâb
(I Coalizzati)
Post-Eg. n°90. . Di 73 versetti.
Il nome della sura deriva dai versetti 20 e 22.
La coalizione che viene evocata dal nome di questa sura è quella che si formò nel V anno dall’Egira e che vedeva alleati i politeisti coreisciti, gli ebrei e gli ipocriti medinesi. Li fronteggiarono non più di tremila combattenti musulmani con la strategia suggerita da un liberto di origine persiana, Salmân Pak detto “al Farsi” (“il persiano” appunto) il quale propose lo scavo di un ampio e profondo fossato capace di fermare le cariche della cavalleria beduina. Il progetto ebbe successo: dopo qualche giorno di inutili tentativi “i coalizzati”, stanchi e snervati, travolti da un’improvvisa furiosa bufera, si ritirarono in disordine]
In nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso.
Versetto 72:
“In verità proponemmo ai cieli, alla terra e alle montagne la responsabilità [della fede] ma rifiutarono e ne ebbero paura, mentre l’uomo se ne fece carico. In verità egli è ingiusto e ignorante.” (1)
Comento: la verità è stata offerta ai cieli, alla terra e alle montagne la responsabilità ma rifiutarono per timore. L’uomo ha preso il carico di portare la verità ma si rivelato ingiusto e ignorante.
La gestione del genere umano della Terra, è un privilegio che comporta una profonda responsabilità. (2)
Fonte delle informazioni:
Il Sacro Corano
In nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso
1) Traduzione interpretativa in italiano a cura di Hamza Piccardo, revisione e controllo dottrinale- Unione delle Comunità ed Organizzazioni Islamiche in Italia (UCOII)
2) Islam and Ecology: A Bestowed Trust Inviting Balanced Stewardship. Frederick M. Denny, University of Colorado.