Mentre continua la pandemia sanitaria, emerge e nel prossimo autunno emergerà in modo purtroppo dirompente e a livello planetario quella che con linguaggio efficace è ormai definita una vera pandemia economico-sociale. Come a dire un qualcosa di ben più serio, e tra l’altro del tutto inedito, rispetto alla crisi economica globale del 2008. Verrà quindi il momento in cui esperti di tutto il mondo saranno chiamati al massimo impegno per salvare e risollevare le sorti dell’Umanità. E siccome la pandemia ha confermato che nessuno può fare da solo, l’auspicio è che si trovi finalmente il modo di collaborare e di sommare i contributi, senza eccessive dispersioni.
Per quanto attiene l’Italia servirà l’impegno congiunto del governo, delle imprese, del sindacato e delle forze politiche e socio-culturali affinchè – anche con l’ausilio della commissione tecnica costituita recentemente – possa aprirsi una stagione di riforme concertate che miri a innovare gli strumenti di tutela di chi è nel bisogno e a promuovere i diritti della persona che lavora o che cerca lavoro. Il tutto verso un nuovo “patto sociale” condiviso.
Ma se quanto sopra è vero non occorre occuparsi di sociologia e neppure di filosofia per comprendere che prima di tutto occorre oggi rifare dalle fondamenta il mondo dell’uomo e cioè della sua interiorità troppo spesso priva di valori umani e cristiani. E tutto questo anche perché, “tornata in piedi”, la persona umana possa poi impegnarsi per una comunità “nuova”, in grado di essere segno e strumento di un mondo più unito e fraterno.
E’ forse sulla base di premesse del genere che, in un importante discorso nella Basilica di Santa Cecilia a Roma il cardinale Bassetti, alla presenza dei principali movimenti ecclesiali, ha ultimamente affermato che oggi è senza dubbio il tempo dei profeti, ossia di coloro che sanno mettersi in ascolto ogni giorno della Parola di Dio e sono in grado di leggere in profondità il mondo che li circonda per poi agire di conseguenza. Lo stesso presidente della CEI, pur rivolgendosi a tutti è poi tornato su un tema che gli sta molto a cuore, qual è quello dell’ impegno dei cattolici nella società e nella politica.
“Stella polare” dei praticanti e in particolare dei politici cristiani, ha detto Bassetti, dovrebbero essere le Beatitudini evangeliche, “parole ancora oggi rivoluzionarie che rappresentano il cuore pulsante del Vangelo”. Papa Francesco, ha ricordato, tempo addietro ha consigliato di impararle a memoria perché sono “la carta d’identità del cristiano”.
Leggendo le bellissime e forti parole di Bassetti io le ho mentalmente accostate a quelle pronunciate molti anni addietro da Chiara Lubich, in un convegno rivolto a chi a vario titolo si occupava appunto dei problemi sociali e politici. Allora Chiara aveva affermato che la legge fondamentale del politico cristiano, inteso in senso molto lato, doveva essere il Cantico mariano del Magnificat: ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili, ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote…Forse queste previsioni di Maria non si attueranno nel tempo, ma il cristiano ha il dovere di perseguirle.
Tornando alle Beatitudini, poste all’inizio del Discorso della Montagna nel Vangelo di Matteo, si tratta come accennato della sintesi più incisiva della Buona Novella, dell’annuncio del Regno di Dio. Ricordate? Beati gli afflitti, perché saranno consolati; beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia; beati i pacifici, perché saranno chiamati figli di Dio,; beati quelli che hanno fame e sete di giustizia, perché saranno saziati…In altri termini le Beatitudini rivelano la figura stessa di Gesù, i suoi lineamenti spirituali, le sue virtù, la sua vita.
E’ allora evidente che se vivranno il Magnificat di Maria e se vivranno le Beatitudini di Gesù i cristiani saranno davvero i nuovi profeti e opereranno per “rifare dalle fondamenta il mondo dell’uomo d’oggi”, la sua così povera interiorità. La soluzione dei problemi economici e sociali verrà dopo, di conseguenza.
Ma c’è un’ultima riflessione che vorrei fare, una riflessione che riguarda ciascuno di noi. Ed è che chi vive le Beatitudini è già…beato su questa Terra. Sentite: fra le altre “beatitudini” che non si trovano nel Discorso della Montagna ve n’è una che dice: “Beati coloro che ascoltano la Parola di Dio e la mettono in pratica” (Lc. 11,28). Pronunciata da Gesù per sua madre, non solo ci spiega la grandezza e la santità di Maria, ma indica anche a noi la strada per conquistare sulla terra la più vera e la più perfetta gioia, quella che nessuno potrà mai toglierci!
Paolo Venzano
Carissimo Paolo, le tue riflessioni sono fonte d’acqua preziosa nel nostro mondo disidratato.
Condivido in pieno quanto tu ci comunichi a proposito di quelle beatitudini. Io ho sempre pensato che se noi viviamo quei precetti che Gesù ci ha annunciato sul Monte delle Beatitudini, siamo già Beati. In parole povere, siamo qui in terra già Beati come Chiara e Chiara Luce e congiungiamo in modo naturale, soprattutto noi volontari, la terra con il Paradiso .
Grazie, Paolo per quello che sei e rappresenti per l’Opera!!!!
Roberto