Il Messaggio dell’ “Associazione islamica italiana degli Imam e delle Guide religiose”, diffuso da Tiziana Brunengo il 12 marzo scorso e su cui tornerò più avanti, mi ha richiamato alla mente lo scritto che, forse, ha incoraggiato la stesura del messaggio stesso. Alludo a quel “Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune” che era stato firmato da Papa Francesco e dal Grande Imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyeb ad Abu Dhabi il 4 febbraio 2019, in occasione della visita che il Papa, primo pontefice nella storia, aveva compiuto negli Emirati Arabi Uniti. La data della visita non era casuale. Infatti in quei giorni ricorrevano esattamente gli otto secoli di un’altra storica visita: quella di San Francesco d’Assisi al Sultano d’Egitto Malik al Kamil nel pieno della V Crociata, tra il 1217 e il 1221.
Può essere interessante ricordare che S. Francesco, a mani nude mentre rimbombavano le armi della Crociata, aveva voluto incontrare il sultano, di religione musulmana sunnita, per portargli la pace di Gesù. E fu un successo perché S. Francesco non solo non fu trattenuto, come tanto temevano, ma gli venne anzi offerto dell’oro per i suoi poveri (oro che egli peraltro non accettò).
Il 4 febbraio 2019 la memoria di quel lontano incontro è stata dunque adeguatamente onorata, perché quello di Abu Dhabi è oggettivamente un documento di importanza eccezionale. Per riportare un solo giudizio, Sharzad Housmand, la nota studiosa dell’Islam e del Cristianesimo, di religione musulmana, l’ha definito “un grande atto di luce” per tutti i popoli. Diciamo allora qualcosa su di esso.
Il Documento è sostanzialmente un invito a tutte le persone “che portano nel cuore la fede in Dio e la fede nella fratellanza umana” a unirsi e a lavorare insieme in tutti i campi (politico, sociale e ovviamente religioso) in vista del bene comune e come “guida” per le nuove generazioni. Ma è anche un appello rivolto a tutti gli uomini, qualsivoglia ne sia il credo di appartenenza. In proposito si ricorderà che durante il viaggio anzidetto, che l’avrebbe portato anche in Giappone, Papa Francesco non aveva mancato di far dono del Documento di Abu Dhabi al patriarca supremo dei buddisti.
In particolare, il Documento rivolge a tutti gli uomini l’invito ad impegnarsi per diffondere la cultura della tolleranza, della convivenza e della pace ponendo fine ai conflitti, al degrado ambientale e al declino culturale e morale e attuando una distribuzione equa delle risorse naturali, delle quali beneficia solo una minoranza di ricchi, a discapito della maggioranza dei popoli della Terra. Ma lo scritto, per limitarci ad alcuni “titoli” degli argomenti trattati, chiede anche a tutti di impegnarsi per:
- la tutela della famiglia e della vita
- non usare mai il nome di Dio per uccidere
- assicurare ad ogni uomo la libertà religiosa
- non discriminare le minoranze
- riconoscere pienamente i diritti della donna
Una caratteristica dello scritto in parola, che riflette lo stile del Papa, è la sua concretezza (per cui a mio avviso sbaglia chi lo assimila all’ennesima “dichiarazione di buona volontà” islamo-cristiana). Ne è un esempio la richiesta al Segretario dell’ONU, formulata nello scorso mese di dicembre, di proporre all’Assemblea generale che il 4 febbraio di ogni anno sia proclamato “Giornata mondiale della fratellanza umana”. E soprattutto ne è un esempio l’originale decisione di realizzare congiuntamente, nei pressi di Abu Dhabi, la Casa della Famiglia di Abramo, un complesso che prevede di costruire, una accanto all’altra, una chiesa, una sinagoga e una moschea. Un apposito “Comitato superiore per l’attuazione del Documento sulla fratellanza umana” vigilerà, come dice il nome, sull’applicazione dell’intesa.
Il Papa e l’Imam hanno infine invitato a studiare il Documento nelle scuole, nelle università e nei circoli politici. Ma anche il giorno dopo il rientro in Vaticano, durante l’Udienza generale del 6 febbraio 2019, Papa Francesco aveva suggerito di leggere e approfondire il Documento perché, disse, “dà tante spinte per andare avanti nel dialogo sulla fratellanza umana”.
E’ nello spirito di quanto sopra, e nell’emergenza sanitaria che l’Italia sta attraversando, che è stato elaborato a Verona il 10 marzo e messo in circolazione anche da Tiziana Brunengo il messaggio di cui parlavo all’inizio. E’ questo uno scritto molto bello, pieno di ammirazione e di gratitudine per il nostro Paese, con il quale – nella premessa che la vita umana è più sacra di qualunque altra cosa – si invoca tra l’altro la collaborazione, l’unione e l’azione responsabile per “fronteggiare al meglio questa difficile situazione”.
Ma già in precedenza, il 30 gennaio, si erano incontrati a Firenze la comunità cristiana (e cioè, tra gli altri, il Movimento dei Focolari e S. Egidio) e la comunità musulmana per “riflettere” sul Documento di Abu Dhabi e per elaborare assieme un messaggio, a firma dell’arcivescovo e dell’imam della città. E’ un messaggio che “fa suo” l’anzidetto Documento e ne recepisce l’invito alla riconciliazione e alla fratellanza. Nell’occasione è stata anche rilanciata la Scuola di alta formazione per il dialogo interreligioso e interculturale, di recente istituzione.
D’altro canto, su iniziativa del ricordato Comitato per l’attuazione del Documento, numerose sono le iniziative e molteplici i progetti già messi in campo per i medesimi scopi. E finalizzato ad estendere il contenuto del Documento medesimo può anche considerarsi l’incontro mondiale fra le religioni, chiamato “Patto educativo globale”, che era stato indetto da Papa Francesco a Roma per il 14 maggio prossimo ed è stato ora rinviato al prossimo mese di ottobre. Sarà utile seguire anche quest’ultimo incontro in quanto – è quasi superfluo rilevarlo – le religioni sono importanti ponti fra i popoli.
Concludendo resta forte l’auspicio, formulato sempre ad Abu Dhabi e rivolto all’Umanità tutta intera, ad assumere la cultura del dialogo come via; la collaborazione comune come condotta; la conoscenza reciproca come metodo e criterio.
Anche l’attuale “prova” alla quale è sottoposta l’Umanità è una forte sottolineatura di quanto sopra: o costruiamo insieme l’avvenire o semplicemente non ci sarà l’avvenire!
Paolo Venzano