RICORDANDO KLAUS HEMMERLE A TRENT’ANNI DALLA SUA PARTENZA

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Il vescovo Klaus Hemmerle è volato in Cielo il 23 gennaio del 1994, trent’anni fa. Una data oggettivamente da ricordare. Ma l’impressione è che non tutti (e non solo i giovani) nel Movimento dei Focolari ricordino adeguatamente questa straordinaria figura di uomo e di vescovo. Diciamo allora qualcosa di lui.

Forse chi è in viaggio verso Strasburgo (la città francese sede del Parlamento europeo, ma anche del Consiglio d’Europa e della Corte europea dei diritti dell’uomo) non sempre è consapevole che, oltrechè la nota possibilità di visitare le città svizzere di Basilea e Zurigo, ha anche quella di portarsi a Friburgo in Brisgovia, una città di 230 mila abitanti posta appunto al centro della regione storica della Brisgovia, nella Germania sud-occidentale. Qui tra l’altro il clima è relativamente più gradevole (ciò che consente anche la produzione di vini, specie bianchi, apprezzati in tutto il mondo e che all’occorrenza favoriscono la digestione della locale famosa cotoletta o “schitzel”). Ma a Friburgo si apprezzerà non meno il centro storico e la cattedrale, con la sua torre campanaria di stile gotico, alta 116 metri… Basta così. Rilevo solo che la grande quantità di universitari di tutta Europa che si aggira per le strade, per via del progetto Erasmus, fa scherzosamente pensare che uno studioso come Klaus Hemmerle non poteva che nascere qui!

Intellettuale

Nato a Friburgo il 3 aprile 1929, figlio unico di genitori cattolici coerenti, Klaus comprende durante l’adolescenza che la guerra è solo uno strumento di distruzione (come purtroppo ci conferma l’attualità e come dice sempre Papa Francesco). Anche per questa ragione il giovane Klaus si conferma nella volontà di diventare sacerdote e lo diventerà nel 1952. Ma la Natura lo aveva dotato di ulteriori e disparati talenti. Klaus amava la musica, la pittura, la poesia. Divenuto sacerdote, sceglierà però l’approfondimento della filosofia, avendone la relativa capacità e considerando che nella locale università insegnavano i noti filosofi Martin Heidegger e Bernhard Welte. Conseguito inizialmente un dottorato di ricerca in filosofia della religione cristiana, nel 1973 diventerà docente universitario della stessa materia. E manterrà l’incarico sino al 1975, quando verrà nominato vescovo della Diocesi di Aquisgrana (altro centro famoso della Germania, già sede della corte di Carlo Magno e con una cattedrale che è patrimonio Unesco dell’umanità). Nel frattempo, la profondità delle sue analisi filosofico-religiose, oltre che la brillantezza del suo discorso, gli avevano permesso di diventare un predicatore e un conferenziere ricercatissimo, ma anche un prolifico autore di studi e pubblicazioni. Io lo ricordo molto bene, col suo marcato accento italo-teutonico e il suo fine umorismo…  Senza addentrarmi nel suo pensiero, rilevo solo che Hemmerle avvertiva l’esigenza di “legare” la filosofia e la teologia. Molti suoi scritti sono attraversati da tale questione. E come la Trinità delle divine Persone è anche l’Unità delle stesse, così la persona umana, creata ad immagine e somiglianza di Dio, si realizzerà, sarà se stessa, nella relazione con l’altro. In tal modo diventerà a sua volta “uno”.  Questa dell’unità era una convinzione così forte in Hemmerle che egli, da vescovo, la favorirà anche per le parrocchie e per le diocesi. Tanto che, alla sua morte, il presidente della Conferenza episcopale tedesca potrà dire di lui: “Uomo dall’instancabile dialogo, volle dare consistenza alla comunione attraverso un nuovo ravvicinamento tra le persone, tra le parrocchie, tra le associazioni… le quali, pur nelle loro differenze, si trovano a camminare insieme. In questo cammino in comunione ognuno ha trovato il suo posto e la propria dignità”.

Per le ragioni anzidette la Diocesi di Friburgo gli aveva conferito il compito di costituire e dirigere un’ Accademia culturale, con la finalità di organizzare incontri e confronti fra le diverse espressioni del mondo contemporaneo e il pensiero cristiano (un qualcosa di analogo a quello che, com’è noto, era stato in Italia il “Cortile dei gentili”, animato dal cardinale Gianfranco Ravasi). Ricordo questo aspetto della vita di Hemmerle perché, come dirò più avanti, gli servirà forse da suggerimento per realizzare con Chiara Lubich la cosiddetta “Scuola Abbà”. Di Hemmerle è ancora da rimarcare il suo impegno nel dialogo ecumenico e interreligioso, soprattutto fra cristiani ed ebrei.

La Svolta

Ma l’anno forse più importante nella vita di Hemmerle è il 1958 allorchè, su presumibile suggerimento di Rudolf Herman, assistente spirituale del Seminario di Friburgo, si era portato nel periodo estivo alla Mariapoli di Fiera di Primiero, dove aveva conosciuto il Movimento dei Focolari. E’ lì che, come tanti altri, Klaus Hemmerle scopre veramente Dio come Amore. “Si schiuse davanti a me la vicinanza e la presenza di Dio in una misura che mai avevo sperimentato prima – scrive- e venni così irresistibilmente trascinato in questa nuova vita”. Hemmerle inizia a frequentare assiduamente la comunità dei Focolari e verifica che la spiritualità proposta e vissuta trasforma completamente la vita. Ma ne intuisce anche la portata culturale. E per le sue qualità personali e per l’esperienza già maturata incoraggia Chiara Lubich, negli anni 1990 e 1991, a costituire la Scuola Abbà, un centro interdisciplinare finalizzato a enucleare dal Carisma di Chiara Lubich e dai suoi scritti i contenuti innovativi per la vita della Chiesa e della società. Anche Chiara lo ricorda (nel volume “La dottrina spirituale”, Mondadori 2001, pag.249).

Testimone

Ma Chiara apprezzerà Hemmerle anche per altre sue doti e in particolare per la sua umiltà. Nel volume prima citato ricorda una sua basilare considerazione: “Lo Spirito Santo, scriveva il vescovo, è dato da Dio senza misura (cfr. Giovanni 3,34). Dunque per essere accolto Egli domanda un vuoto senza misura, infinito” (pag.382). E Klaus Hemmerle viveva costantemente nello Spirito Santo se, come è stato scritto, vedeva sempre Cristo negli interlocutori e aveva quindi benevolenza, cordialità, senso dell’amicizia e altre virtù spirituali, che naturalmente gli venivano anche dalla costanza nella preghiera e nella pietà.

Quasi superfluo ricordare infine l’efficacia dell’operato di Hemmerle per favorire l’unità dei vescovi cristiani e di conseguenza l’unità dei credenti. E’ anche per questa ragione che Chiara Lubich ha riconosciuto in lui un co-fondatore del Movimento dei Focolari, come per Igino Giordani e don Pasquale Foresi.

Come già detto, Hemmerle morirà il 23 genneio 1994 ad Aquisgrana. La sua tomba, nell’antica cattedrale della città, è oggi meta di venerazione popolare e di pellegrinaggi spirituali. Io credo che anche a lui, dopo che allo Spirito Santo e a Maria, possiamo chiedere il dono della Sapienza per la Chiesa e per il mondo !

     Di  Paolo Venzano , 08 febbraio 2024

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Una risposta a “RICORDANDO KLAUS HEMMERLE A TRENT’ANNI DALLA SUA PARTENZA”

  1. Carissimo Paolo, sei sempre un otre (benché piccolo…) molto prezioso!!! Un concentrato di Spirito Santo. Grazie infinite!!!

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