Anche se su questo Sito qualcosa è già stato detto (nell’articolo dal titolo: “Genova: una città nutrita silenziosamente di bene” di Krida Tombigno e nei relativi “commenti”), a me pare possa essere utile parlare ancora della cosiddetta Agenda 2030.
L’argomento, oggettivamente della massima importanza, non può infatti non essere sufficientemente conosciuto – e fatto conoscere, specie ai giovani – da chi responsabilmente ha a cuore le sorti del nostro Paese e del mondo intero.
Intanto, ricordo che il Documento in parola è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi di 193 Stati membri dell’ONU. E ciò – si noti – senza dibattiti né tensioni, a seguito di un processo di negoziazione iniziato nel 2013.
L’ “Agenda ” individua 17 Obiettivi (in inglese “goals”) per lo Sviluppo Sostenibile, da raggiungere entro l’anno 2030. Nell’elenco, qui riportato a parte, sono indicati i 17 obiettivi, definiti “comuni” in quanto interessano tutti gli Stati e quindi tutti gli abitanti del mondo. In proposito la prima considerazione è che, per conseguire uno sviluppo sostenibile a livello globale, sarebbe comprensibilmente necessario armonizzare i seguenti tre elementi, cosa evidentemente difficilissima:
– la crescita economica
– l’inclusione sociale (mediante il riconoscimento a tutti gli uomini di tutti i diritti umani)
– la tutela dell’ambiente
Una seconda considerazione. Come sopra riferito, l’Agenda è stata adottata nel settembre 2015. Ma nel precedente mese di maggio (e cioè il giorno 24) era stata pubblicata l’enciclica Laudato si’ (sulla “cura della casa comune”) di Papa Francesco. E poco dopo (nel dicembre 2015) si sarebbe conclusa la Conferenza di Parigi sul clima, ben nota come Cop 21, che avrebbe ampiamente trattato quanto in proposito perseguito dall’Agenda (all’Obiettivo 13).
Nonostante le accennate difficoltà (difficoltà al limite dell’utopia…), come dicevo all’inizio sembra utile approfondire l’argomento e vederne i possibili risvolti di carattere etico per ciascuno di noi.
Agenda e Magistero della Chiesa
Oltre che per una conferma, una puntualizzazione o un’integrazione rispetto al suo fondamentale Documento (la citata Enciclica, ovviamente), Papa Francesco ha “toccato” numerose volte l’argomento dell’Agenda e dei suoi Obiettivi. C’è solo l’imbarazzo della scelta. Mi limiterò perciò a riferirne succintamente il pensiero quale emerge dal discorso sulle “Religioni e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile”, tenuto a Roma nello scorso mese di marzo.
Secondo il Pontefice, l’Agenda e gli Obiettivi costituiscono un grosso passo avanti anzitutto per il dialogo globale, nel segno di una necessaria “nuova solidarietà universale”, come auspica la Laudato si al n. 14. Ma in questo dialogo è importante l’inclusione e l’ascolto di tutte le voci e specialmente di quelle normalmente emarginate da questo tipo di discussioni, come quelle dei poveri, dei migranti, degli indigeni, dei giovani. Per inciso, noto che questo “ascolto” è invece avvenuto nel recente Sinodo sull’Amazzonia.
Accennando allo sviluppo, il Papa avverte invece che non è accettabile l’idea secondo la quale il “progresso” dovrebbe valutarsi solo in termini di crescita materiale (il “dio” PIL o prodotto interno lordo, di cui sentiamo parlare ogni giorno). Come afferma l’Enciclica Populorum Progressio di Paolo VI, lo sviluppo deve invece riguardare tutte le persone e l’intera persona umana. Solo così può infatti perseguirsi un’effettiva integrazione sociale e una vera conversione ecologica, che combatta il degrado ambientale.
Nel discorso di cui si sta parlando interessante è il fatto che il Papa afferma di “accogliere con favore” la proposta dell’Agenda 2030 che si proceda all’integrazione dei 17 Obiettivi attraverso le cinque “P” di Persone, Pianeta, Prosperità, Pace e Partnership. Solo così, rileva Francesco, potremo effettivamente rispondere “al grido della Terra e al grido dei poveri”.
Papa Francesco lancia infine un forte appello a ciascuno di noi affinché collabori per quanto possibile a promuovere uno sviluppo reale, in vista del non lontano traguardo e alla luce dei valori religiosi ed etici radicati nel Vangelo.
Agenda e ASviS
Allo scopo di far crescere nella società italiana, nei soggetti economici e nelle istituzioni la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda – mobilitandoli allo scopo di realizzare i noti Obiettivi -, nel febbraio 2016 è stata costituita l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS). Attualmente ne fanno parte oltre 220 tra i più importanti soggetti della società civile (centri di ricerca e università, associazioni imprenditoriali, sindacali e del Terzo settore, enti territoriali, grandi associazioni culturali, ecc.).
Già nel suo primo anno di vita l’Alleanza ha iniziato la pubblicazione di un Rapporto sullo stato di attuazione dell’Agenda sia a livello internazionale che a livello italiano, segnalando anche in questo secondo caso le priorità da perseguire.
Dall’ ultimo Rapporto in ordine di tempo (del 4 ottobre 2019) emerge che l’Italia migliora in alcuni campi (tra i quali: salute, uguaglianza di genere, condizione economica e occupazionale), peggiora in altri (povertà, alimentazione e agricoltura, acqua e strutture igienico-sanitarie, condizione dei mari…) ed è stabile per l’educazione e la lotta al cambiamento climatico.
In tale ultimo Rapporto l’ASviS propone quindi che il capo del governo impegni i ministri ad attuare l’Agenda 2030 nei rispettivi ambiti di competenza, come già fatto dalla (nuova) presidente della Commissione UE.
…e noi che possiamo fare?
Quello che facciamo è solo una goccia nell’ oceano, ma l’oceano senza quella goccia sarebbe più piccolo, diceva Madre Teresa di Calcutta.
Io penso che anche i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile possano essere o diventare un’efficace unità di misura per “leggere la goccia” dell’azione di ciascuno di noi con lo sguardo all’ ”oceano”, all’insieme dei cambiamenti socio-ambientali desiderabili nel nostro Paese, in Europa e nel mondo.
Ma anche nel “nostro piccolo” occorre un’azione “integrata”, per essere complessivamente più utile. Nell’articolo su Genova che ho citato all’ inizio di questo scritto sono illustrate alcune iniziative “virtuose”, che arricchiscono la città. Nell’ articolo si ricorda anche che tali iniziative sono altrettanti piccoli tasselli di quel grande mosaico che è l’Agenda dell’ONU. Benissimo. L’articolo implicitamente ci suggerisce quindi “il” metodo da seguire in futuro per i nostri diversi interventi nel campo della solidarietà.
Allora, coraggio! Se del caso l’ASviS chiede solo di essere consultata!
Paolo Venzano