CONVEGNO DELLA CHIESA LIGURE: “ERO STRANIERO E MI AVETE ACCOLTO”

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Il convegno che si è svolto venerdì 13 ottobre al Galata ha riportato l’attenzione della Chiesa ligure sul tema dell’accoglienza, proposto con tutta la forza di una esplicita esigenza dell’amore evangelico. 

I vescovi della Conferenza Episcopale Ligure, autori coraggiosi del documento dello scorso aprile (“Migranti, segno di Dio che parla alla Chiesa”), con questo convegno regionale hanno risposto all’esigenza di una sempre  rinnovata consapevolezza, di una visione del fenomeno in prospettiva mondiale e soprattutto hanno dato voce alle esperienze di accoglienza e integrazione spesso sconosciute.

P. Fabio Baggio, Sotto-Segretario della Sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, nel suo articolato intervento dal titolo: Migranti e rifugiati: segno dei tempi”, ha dato corpo e concretezza alla visione profetica di Isaia. La realizzazione della giustizia e del regno di Dio sulla terra passa in questo nostro tempo dall’accoglienza, dall’integrazione, dalla ricerca di soluzioni durature.

Al prof. Luigino Bruni, Docente di Economia politica presso l’Università LUMSA, il compito di esplicitare le implicazioni economiche, politiche, sociali del fenomeno per evitare di cadere nell’inganno di una comprensione superficiale. Mio padre era un arameo errante… le migrazioni tra economia e profezia, questo il titolo del suo lucido intervento che ha evidenziato la necessità di costruire un “noi” tra autoctoni e migranti, creando insieme nuovi percorsi sociali ed economici.

Le esperienze vissute anche in terra ligure sono state di grande stimolo. La testimonianza di don Rito nella Parrocchia delle Gianchette a Ventimiglia, simbolo dell’accoglienza che ha attivato la generosità di tanti. Il progetto di Savona-Noli “Rifugiato a casa mia” attivato dalla Caritas per ospitare i migranti presso le famiglie. I ben noti Corridoi umanitari Cei-Comunità Sant’Egidio con alcuni arrivi anche a Genova. Il Campus di Coronata dove i migranti hanno la possibilità di riprendere in mano la propria vita con lo studio della lingua e l’apprendimento di un mestiere.

Il cardinal Bagnasco ha tirato le conclusioni fornendo una lettura autenticamente evangelica: Pensare agli immigrati in termini di vantaggio o svantaggio non credo sia la prospettiva giusta (…)”. La troppa paura dello straniero è diffusa e alimentata dal secolarismo imperante: I migrantiha aggiuntosono una grazia, perché avere qualcuno che chiede aiuto fa uscire da sé stessi rendendosi dono. Andare verso l’altro mi salva da me stesso”. Non solo multiculturalità quindi ma interculturalità, cioè impegno in un dialogo profondo che faccia riemergere un’Europa capace di affermare i valori più nobili e fondamentali per la convivenza umana.

La nutrita e attenta partecipazione ha confermato l’attualità del tema e l’adesione generosa del popolo di Dio alla sfida della fraternità. Anche il Movimento dei Focolari era rappresentato da un folto gruppo di persone provenienti dalle diocesi di Tortona-Voghera, Savona, Genova.

Oltre ad una ritrovata speranza ci siamo portati a casa la voglia di fare qualcosa in prima persona, di fare delle nostre comunità i luoghi di un’accoglienza fraterna e concreta.

Maria Rita Topini

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