IL MESSAGGIO URBI ET ORBI DI PAPA FRANCESCO – di Silvano Gianti

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Indifferenza, egoismi, divisioni, dimenticanza: termini che vanno sempre dimenticati anche se purtroppo in questo tempo tornano prepotentemente a prevalere. Dobbiamo vigilare e non lasciare vincere in noi la paura e la morte, e lasciare vincere il Risorto nel nostro cuore e nella nostra vita.

Papa Francesco ci dona quattro parole “forti” da sconfiggere perché sa che il periodo difficile che l’umanità attraversa potrebbe proprio farle riemergere. Il messaggio Urbi et Orbi per questa Pasqua è un invito accorato, perché tutti gli uomini abbandonino la logica della cupidigia, degli interessi personali, ma aprano il proprio cuore all’umanità che come non mai soffre in ogni angolo del pianeta.

Coronavirus e guerre prevalgono in questa Pasqua particolare. Papa Francesco richiama nel suo Messaggio quanto invocato dal Segretario Generale dell’Onu: “In questo momento così critico, ripeto il mio appello a tutte le parti impegnate in conflitti armati nel mondo a cessare le ostilità. Insieme, dobbiamo impegnarci a costruire società più pacifiche, prospere e resilienti”, aveva scritto, aggiungendo che il cessate il fuoco può “aiutare a creare le condizioni per l’arrivo di aiuti vitali”. Inoltre aveva ricordato che il coronavirus rischia di peggiorare le tensioni politiche e le violenze e che le risorse necessarie per combattere la pandemia rischiano di spostare l’attenzione dalla mediazione e prevenzione dei conflitti.

La severità della crisi che stiamo affrontando mette in luce la tragedia e la follia delle sofferenze continue causate dai conflitti armati”, ha rimarcato Guterres. Inoltre ha scritto che il suo rinnovato appello è “un richiamo per le parti in conflitto a mettere fine al flagello della guerra e combattere il virus che sta devastando il pianeta”.

Un altro passaggio del discorso Francesco lo rivolge alla Comunità Europea.Non è questo il tempo degli egoismi”, perché la crisi che stiamo affrontando accomuna tutti. In particolar modo, il papa richiama l’Europa, che è stata capace di risorgere dopo la seconda guerra mondiale proprio grazie allo spirito di unità e di solidarietà. Oggi l’Unione Europea ha di fronte a sé una sfida epocale, dalla quale dipenderà non solo il suo futuro, ma quello del mondo intero. Non si perda l’occasione di dare ulteriore prova di solidarietà, anche ricorrendo a soluzioni innovative”. Il Risorto richiama ciascuno alla speranza, anche se la pandemia ha temporaneamente privato i fedeli della possibilità di accostarsi fisicamente ai sacramenti, specialmente dell’eucaristia e della riconciliazione, “il Signore non ci ha lasciati soli!”.

La risurrezione di Cristo non è una “formula magica” che fa svanire ogni problema. Al contrario, è «la vittoria dell’amore sulla radice del male, una vittoria che non “scavalca” la sofferenza e la morte, ma le attraversa aprendo una strada nell’abisso, trasformando il male in bene: marchio esclusivo del potere di Dio», spiega il papa, che rivolge la sua preghiera affinché il Signore «dia forza e speranza ai medici e agli infermieri, che ovunque offrono una testimonianza di cura e amore al prossimo fino allo stremo delle forze e non di rado al sacrificio della propria salute» e a tutti coloro che lavorano per garantire i servizi essenziali, alle forze dell’ordine, ai militari. Le ferite del crocifisso risorto diventano le feritoie attraverso le quali l’umanità afflitta riceve nuova vita. È una speranza destinata a tutti: ai malati, a coloro che sono morti e ai loro familiari, agli anziani e alle persone sole, a chi si trova in condizioni di particolare vulnerabilità, a chi lavora nelle case di cura, o vive nelle caserme e nelle carceri.

Non vincano, in questa Pasqua 2020, le tenebre del male e dell’egoismo, non vinca la paura e la morte, ma la fede in Cristo: «Che ha già sconfitto la morte aprendoci la strada dell’eterna salvezza, disperda le tenebre della nostra povera umanità e ci introduca nel suo giorno glorioso che non conosce tramonto».

Silvano Gianti


Leggi qui l’intero messaggio del Papa


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Una risposta a “IL MESSAGGIO URBI ET ORBI DI PAPA FRANCESCO – di Silvano Gianti”

  1. Il finale dell’articolo fa proprio pensare a Silvano che entra nel” giorno glorioso senza tramonto “, se Gesú l’ha colto era un fiore nel pieno della bellezza… Ma quanto ci mancherà, per tanti suoi talenti, per il suo saper prenderti dentro senza riuscire a resistergli e per il suo innegabile humour.. E tanto altro! Sono certa che continuerà dal Cielo a lavorare per Genova e la Liguria che tanto amava ed ama!! Mchiara

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