Come avevamo scritto nell’invito, a proposito del convegno sul Referendum Costituzionale, la sfida era mettere alla prova del dialogo le ragioni del sì e quelle del no. Ad evento concluso possiamo constatare che la prova è stata superata con pieni voti…!!! Grazie soprattutto a coordinatore e relatori che hanno saputo, pur con passione, illustrare le proprie motivazioni senza mai scadere nella polemica.
Nonostante il tema ostico, un centinaio di persone il 23 settembre sono presenti alla serata – svolta all’Istituto Don Bosco di Sampierdarena – organizzata da Mppu, Associazione Arena Petri, CIF e Movimento Umanità Nuova, sulla scia del percorso avviato nei mesi scorsi sulla “Laudato sì”.
Paolo Delfino, avvocato e docente, conduce con maestria il convegno, sintetizzando con chiarezza ed efficacia le principali modifiche proposte dalla nuova Legge Costituzionale, oggetto del prossimo referendum (vedi presentazione allegata).
Il confronto inizia con Alberto Lo Presti, politologo, docente presso lo IUS Sophia e l’ISSR di Roma, nonché Direttore della rivista Nuova Umanità e del Centro Studi Igino Giordani, che – precisando di non sentirsi un paladino del sì, ma anzi di riconoscere le preoccupazioni del no – spiega i motivi per cui, secondo lui, la riforma in oggetto può considerarsi accettabile (vedi articolo allegato, dal sito di Città Nuova on-line che riporta le sue tesi).
Luigi Picena dell’ Mppu Liguria e già assessore provinciale negli anni ’90, spiega invece le ragioni per cui ritiene importante votare no, sottolineando alcune modifiche – apparentemente non così evidenti – che potrebbero avere pesanti conseguenze sulla vita dei cittadini (vedi articolo allegato, già pubblicato su questo sito che riporta in sintesi il suo intervento).
Nel dialogo che segue gli interventi e le domande, tutte molto interessanti, pertinenti e conformi al clima della serata, stimolano i relatori ad ulteriori approfondimenti.
Lo Presti rassicura che, se la riforma passa, non è assolutamente prevedibile una svolta autoritaria del sistema, ma ne avrebbe invece un grande vantaggio la governabilità.
Picena invita tutti, di fronte ad ogni proposta legislativa – compresa la presente – a porsi la domanda: “questa legge aiuta i cittadini ad includerli o ad escluderli dalla vita democratica?”
Ciascuno – conclude Paolo – è chiamato a fare la sua scelta in autonomia e responsabilità. E, se chi era arrivato convinto del sì ora la sua certezza non è più così granitica, e chi era arrivato convinto del no è ora costretto a porsi altre domande: bene, allora la serata è riuscita perfettamente….
Maria Luisa Anselmo
Per approfondire:
– una breve guida al Referendum Costituzionale dopo l’approvazione della legge oggetto del Referendum
– le modifiche apportate dalla Legge Costituzionale n. 88 del 15 aprile 2016, oggetto del Referendum
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Per prima cosa intendo ringraziare gli organizzatori per una serata molto riuscita ed importante. Un pubblico numeroso, attento, rispettoso e partecipe come gli interventi e domande conclusive hanno confermato.
Riguardo alle tematiche, ben esposte da entrambi i relatori con motivazioni ed esempi, ma con far-play e rispetto reciproco, dico ora qualche riflessione.
Propendo per il SI, come già avevo espresso in un precedente commento, aperto a cambiare idea sino a un secondo prima di votare. E, dopo la serata, sono uscito al “presente” confermato nel SI.
Le argomentazioni emerse per il NO, sono in generale condivisibili e ben motivate. Ma mi pare venga sottovalutata la gravità della situazione attuale, e i problemi per la governabilità del paese e delle istituzioni che il paese dovrebbe affrontare se, come probabile, vincerà il NO.
Evito di dilungarmi. La riforma è piena di difetti, si poteva e doveva fare meglio. Ma oramai si è costretti a scegliere un male minore, che a mio avviso è votare SI. Per evitare che il NO blocchi il governo e la fase riformatrice assolutamente indispensabile: per le istituzioni, per la forma di governo (bicameralismo perfetto etc), ed anche per l’ economia (una crisi di governo avrebbe un enorme costo in particolare per le classi disagiate).
Insomma, (a parte forse una minoranza sincera e “pura”) la maggioranza dei partiti che sta per il NO lo fa per ragioni politiche e di pura opposizione.
Con il SI, probabilmente, parecchio può cambiare e spero migliorare. Con il NO, ritengo che abbiamo soprattutto da perderci. Lo confesso, sono preoccupato ma…spero proprio di sbagliarmi… (Oscar Sicbaldi)